POV EDWARD
Per un attimo ho avuto l'impressione di averla spaventata con questo mio gesto.
Lo so sono impulsivo, non ragiono e agisco senza pensare troppo.
Ho praticamente rapito Bella dai nostri ospiti.
L'ho trascinata in questa stanza.
Ho anche chiuso a chiave la porta per rimanere solo con lei.
Ho bisogno di chiarire delle cose. Voglio farlo perchè ho paura che lei non abbia capito.
Lo ritengo necessario.
Questa stanza mi sembra il posto migliore.
Sono un dannato possessivo e non voglio condividere questi momenti, tanto meno Isabella con altri.
Non mi interessa se è sbagliato, se non è educato. Ma sono così. E lei è la cosa più importante del mio mondo ora. Soprattutto è mia.
La voglio tutta per me oggi, poi anche domani, dopodomani..... per sempre.
"Edward, che succede amore? Perchè hai chiuso la porta a chiave?"
Sulla sua fronte si è formata una piccola ruga, mentre mi guarda come se fossi pazzo.
"Ti voglio tutta per me oggi" le rispondo subito, spero non si arrabbi, abbiamo così tanto da scoprire di noi due.
Spero di non aver rovinato tutto. Così cerco di rimediare, maledetto impulsivo.
"Se vuoi la riapro. Anzi .... " infilo nuovamente la mano nella tasca dei pantaloni ed estraggo la chiave. Gliela porgo "... ti ho spaventata? Scusami Bella, non era mia intenzione te lo assicuro" continua a guardare ora me, ora la chiave che tengo stretta tra le dita e che le sto porgendo. Forse così si sentirà più tranquilla. Ho proprio la sensazione di averla spaventata.
Ma è lei di nuovo a stupirmi, un'altra volta.
La afferra lentamente e sul suo volto si fa strada uno strano sorriso, tra il divertito e lo sbigottito, inarca un sopracciglio e direziona il suo sguardo dritto nei miei occhi. Si sta burlando di me. Mi sta chiaramente sfidando. Ed io che pensavo di averla per un attimo terrorizzata.
Rimango immobile, ho anche smesso di respirare quando la vedo infilarsi la chiave nel corsetto. Prendo aria dalla bocca. Ha nascosto davvero la chiave tra i suoi seni?
Questa poi. Ma è quello che esce dalle sue labbra a lasciarmi interdetto "Bene ho trovato il posto giusto per questa chiave, non trovi?" ammicca sia con la testa che con gli occhi.
Se continua così potrei prenderla all'istante, qui sul pavimento e potrei anche non essere tanto gentile, un'altra volta. Non so ancora per quanto riuscirò a controllarmi. Lei mina sempre al mio autocontrollo. Sempre. Mi stupisce continuamente.
E' davvero più unica che rara.
Sembra capirlo dall'occhiata che mi lancia subito dopo.
Di fretta si allontana da me, come per mettere le distanze, ma questo invece di creare un freno, sortisce in me l'effetto contrario.
Io il cacciatore, lei la preda.
Sembra intuire anche questo, me lo legge in faccia, si vede.
"Edward non ti distrarre, ci sono degli ospiti di là" così la osservo muoversi per la stanza. Anche oggi come ieri, si stupisce di tutto quello che vede.
La parete esterna è completamente a vetri rendendo la stanza meravigliosamente luminosa e la vista spazia oltre questa parte di giardino, direttamente sul Lago che oggi è di un colore azzuro intenso per l'effetto che il sole ha sul cielo.
"Amo questa stanza. E' la mia preferita. E' per questo che ti ho portata qui."
POV BELLA
Mi ritrovo in una stanza immensa.
I raggi del sole che filtrano dai vetri, creano quello strano gioco di trasparenze chiare che morbide terminano il loro cammino sugli oggetti e sul pavimento.
Appena prendo la chiave in mano istintivamente la nascondo tra i miei vestiti davanti all'aria incredula di Edward. Indietreggio, mi allontano da lui di qualche passo. Lo so che lo sto provocando. Adoro stuzzicarlo e lui sembra sempre apprezzare.
Mi allontano perchè dobbiamo parlare, lo so. Le parole possono sembrare inutili o superflue in certe situazioni, ma alle volte sono necessarie. Sono piombata in questa casa, ho dormito con lui nello stesso letto. Tutta la mia vita è cambiata. Lui è tutto quello che voglio, ma ho anche paura. Un po' mi frena il fatto di non conoscerlo abbastanza.
Oddio mi frena, non è che questa notte e questa mattina mi sia sentita tanto frenata, o in imbarazzo, anzi.
Sono solo un po' spaventata dagli eventi. Da tutti questi cambiamenti improvvisi.
So che può sembrare stupido ed infatile, ma prima le mie erano sono fantasie e sogni su di un uomo che era immobile, era in coma. Avevo tutto e solo nella mia testa.
Ora che queste fantasie sono diventate realtà, mi sento confusa. Quasi in balia degli eventi.
Io che sono una che non si lascia manovrare o comandare. Che ha sempre tutto sotto controllo e che niente la coglie impreparata.
Mi sento spiazzata, mi sento fuori controllo e questo mi spaventa.
Però basta un attimo, un attimo solo e guardarlo negli occhi per capire che mi posso affidare a lui, senza remore e senza ripensamenti. Un passo alla volta Bella. Non ti sta mica legando mani e piedi. Bè diciamo che mi ha trascinata qui, nel vero senso della parola e ha chiuso la porta a chiave una volta entrati dentro. Di sicuro è un uomo fuori dal comune.
"Voglio fare un sacco di cose con te Edward" non credo di averlo appena detto.
Siamo qui per parlare e io ripenso ad un paio di labbra rosso fuoco che questa mattina mi hanno donato un piacere indescrivibile. Mi sento avvampare e sono sicura che lui se ne è accorto. Continuo a muovermi nella stanza per evitare il suo sguardo per mettere un po' di distanza tra noi e permetterci di poter parlare senza finire stesi su quella parte di tappeto libera dal .... pianoforte? Certo un bellissimo pianoforte a coda nero, lucidissimo, si manifesta in tutta la sua bellezza nel mezzo della stanza. Come ho fatto a non vederlo prima.
Non solo nella parete di ingresso un'enorme libreria di legno pregiato incornicia tutto il muro e la porta, stracolma di libri.
Ma chi è realmente Edward?
Lo vedo osservarmi ancora divertito, con quel suo sorrisetto strano che ogni tanto sfoggia su quel suo viso bianco latte.
Noto con altrettanto stupore che dentro un mobile a vetrina è posizionato un altro strumento, una tromba color ottone.
Questa volta lo sento alle mie spalle ridere divertito. Lo sa che mi sta facendo impazzire.
"Edward giuro, giuro che se non mi dici tutto nel giro di un secondo mi metto a strillare" cerco di assumere un'aria seria, ma la mia bocca fatica a non aprirsi in un sorriso.
"No, no. Ho cambiato idea.... ah ah! Sei troppo buffa, ed ho intenzione di prolungare questo momento ancora per un altro po'. Dai, ti prego..... vedrai che non rimarrai delusa"
"Ti diverti vero Masen?"
"Va bene allora urlerò" non faccio in tempo però ad emettere nessun suono perchè la sua bocca si chiude sulla mia e tutto quello che ne esce ora sono solo strani suoni.
Mi afferra per la vita e mi avvicina a sè. Sempre di più, sempre più pericolosamente.
Si ferma però si limita al bacio. Mi accorgo che si sta sforzando di limitarsi. Così lo vedo avvicinarsi ad un tavolino con sopra un grammofono e ad accenderlo. Ho capito quello che vuole fare ora.
Mi porge la mano e iniziamo a dondolare e a volteggiare. Le sue mani viaggiano dietro la schiena, percorrono le curve del mio corpo in preda ad una lenta e torturante frenesia.
Mi artiglia i fianchi con una mano e mi attira sempre di più a se, con l'altra mi afferra il braccio facendomi girare, voltando la schiena verso di lui. Mi stringe sempre di più. Le dita scendono inesorabili verso il basso... superano l'ombelico, la mia mano appoggiata alla sua, l'altra artigliata alla mia gola. Mi blocca. Le braccia mi avvolgono e mi immobilizzano.
La musica continua e l'unica cosa che riesco a fare e muovere lentamente i fianchi che premono sul suo bacino. E' quello che vuole, lo sento. Eccome se lo sento.
Baci infuocati dientro all'orecchio, il suo alito fresco sul mio collo scoperto, sento la lingua percorrerlo, e la scia umida e bagnata che si lascia dietro. Profumi, odori. So che siamo chiusi dentro, ma non possiamo farlo qui! Con tutti presenti e se ci sentissero? Se ci chiamassero?
Edward deve essersi accorto del mio irrigidimento e si scosta un po' da me, facendomi voltare.
"Amore, non riesco a resisterti, ti accorgi dell'effetto che hai su di me? Mi fai perdere il controllo. Io ti vorrei qui adesso"
"E' lo stesso per me"
"Non possiamo ora lo so. Ma vorrei stenderti su questo bel tappeto e alzarti la gonna, passare le mani tra le tue parti umide e nascoste, e vederti , e sentirti, prenderti, portarti in paradiso" dopo queste parole sussurrate ad un centimetro dal mio viso ormai accaldato e paonazzo, a fatica riesco a scostarmi da lui..... mi sposto e mi siedo al pianoforte.
"Posso?" gli bacio la mano che mi teneva stretta e aspetto una sua conferma.
"Non mi dire ...... Swan...... prego"
Scopro i tasti e faccio scivolare le dita facendo scorrere i polpastrelli su quei tasti avorio....... mi posiziono ed inizio a suonare.
Con la coda dell'occhio lo vedo fissarmi, estasiato, incredulo, serio.
Si sposta verso la vetrata e rimane lì qualche minuto.... poi si avvicina e appoggia le mani sulle mie spalle.
"Bella anche io amo suonare, sei bravissima, posso parlare mentre stai suonando?"
Annuisco con la testa.... e continuo.....
"Sono un giornalista, sicuramente avrai letto qualche mio pezzo, sto investigando su di un caso legato ad un furto di diamanti ed opere d'arte. Collaboro con Rosalie, Emmet e Jackson. Non posso dirti altro. Sono stato aggredito e sono finito in coma, abbiamo paura che mi stiano cercando, per questo voglio andare via da Chicago il prima possibile, per questo voglio che tu venga via con me. Ho paura che se ci vedessero insieme, potrebbero usarti per ricattarmi e solo l'idea di saperti in pericolo, per colpa mia, mi devasta. Ti voglio proteggere e non permetterò a nessuno di torcerti un capello. Sono un egoista lo so. Ho anche pensato di andarmene, senza dirti niente, per non coinvolegerti, ma non ci sono riuscito. Perdonami.
Sei la cosa più bella della mia vita, sei la mia vita e non potevo lasciarti e andare via. Non potevo sparire e lasciarti sola, sapendo che mi avresti odiato per questo. Non avrei retto.
Tu sei tutto per me."
Smetto di suonare, ma non mi muovo. Rimango immobile. L'idea di perderlo, mi crea un crampo allo stomaco fortissimo, provocando una smorfia sul mio volto.
Lo lascio finire, voglio ascoltare, voglio sapere.
"Anche Alice potrebbe essere in pericolo, è gente senza scrupoli, è dal museo che sono spariti dei dipinti, anzi non sono mai arrivati a dire il vero. Lei si è insospettita e me ne ha parlato. Non mi hai riconosciuto perchè quando scrivo sul giornale uso uno pseudonimo e non ci sono foto che mi ritraggono.... per cui nessuno sa che volto abbia Thomas Portland......."
Mi volto verso di lui. Quante volte avevo letto con entusiasmo ed interesse i suoi servizi.
"Tu saresti....???? Tu sei.... quel Thomas Portland??? Edward! Oh mio Dio!"
Mi alzo di scatto chiudendo il pianoforte. Mi dirigo in mezzo alla stanza. E lo fisso, incredula e sbigottita portando una mano a coprirmi la bocca, che continua a rimanere spalancata.
Mi sento agitata. Troppo. Ho paura.
Ho paura per lui. Il suo lavoro è pericoloso. Perchè non si occupa di servizi normali, del tempo magari? Ho letto tutti i suoi servizi ed ho sempre pensato che fosse un pazzo furioso.
"Amore ti prego, non essere preoccupata, andremo via, staremo al sicuro. In ospedale ho parlato con gli Ispettori di Polizia, poi Emmet, Rosalie e Jackson sanno quello che fanno, tu starai con me. Vedrai che si risolverà tutto. Te lo prometto. Consideriamola una vacanza improvvisata, andremo fino a New York in treno e da lì ci imbarcheremo per una crociera fino a Tampa, vedrai, ci divertiremo. Il viaggio durerà una settimana. Non ci succederà nulla, nessuno sa chi siamo e una volta lontani in Florida sarà meraviglioso. Fidati di me! Ti fidi di me? I nostri biglietti non avranno i nostri nomi, abbiamo anche dei documenti falsi. Vedrai, ti prego, non piangere. Scusami ho fatto tutto senza dirti niente, lo so, è un pessimo inizio. Ma ti giuro, lo faccio per te, per noi. Lo so che sei spaventata. Ti prego Bella dimmi qualcosa. Sei ancora libera di scegliere. Sei libera di andare se vuoi, sei libera di non assecondarmi in questa pazzia....."
"E' tardi ormai. Ho paura Edward! Come faccio. Sono una stupida. Dovevo immaginarlo che c'era qualcosa di grosso sotto. Non so perchè ora reagisco così. Non so perchè piango. Scusami. Ho paura di perderti, anche io, voglio stare con te. Ma..... mi sento terribilmente scossa da quello che mi hai detto, non ho voluto capire, quello che stava succedendo. Non credi che sia tardi ora per dirmi queste cose? Lo so che mi avevi detto di non potermene parlare, ma..... "
"Lo sto facendo adesso. Hai tutto il diritto di essere arrabbiata, lo so... mi dispiace. Sono imperdonabile" stringe i pugni, le vene gonfie al massimo, come la vena sulla fronte, che vedo pulsare.
Si muove frenetico per tutta la stanza, su e giù, mentre io rimango immobile a fissarlo.
Non so perchè reagisco così. Sono arrabbiata, mi sento impotente, ce l'ho con me stessa e vorrei sfogarmi, ma ho paura di dire cose del quale potrei pentirmi. Non avevo capito che la situazione fosse così grave, diciamo che mi ero illusa che non fosse così, avevo fatto finta di non capire e adesso sono fuori di me.
L'unica cosa da fare ora è uscire da questa stanza e allontanarmi da lui. Sarà meglio per tutti e due. Devo riflettere. Da sola.
Ho bisogno di prendere aria. Perchè reagisco così ora? Mi sento confusa e no so che fare.
Prendo la chiave, sotto lo sguardo sbigottito di Edward, la lascio sul tavolino, apro la porta a vetri ed esco in giardino. Lasciando lì. Senza dire una parola.
Nonostante il sole, il freddo umido mi penetra subito nelle ossa. Ma lo ignoro e percorro il vialetto che porta verso il lago. Lo stesso giardino che ieri vedevo con Edward dal balcone della mia stanza. Sembra tutto diverso da qui. Mi volto per guardare la casa, vedo il balcone e la finestra della mia stanza, dove abbiamo fatto l'amore. Dove gli ho donato la mia femminilità, il mio corpo. Dove ci siamo amati senza remore. Senza paure, senza ripensamenti. Lo volevo, mi voleva, mi desiderava. Io desideravo lui, l'uomo dei miei sogni.
E adesso? Adesso sono qui, triste, infreddolita ed arrabbiata.
Mi sento una sciocca. Non sopporto i miei cambi di umore. Veramente non avrei voluto sapere? Infondo Edward mi aveva detto da subito che non poteva parlarmene e quello che mi ha detto, bè lo ha fatto per essere sincero. Ne sono convinta. Accidenti! Vorrei rompere qualcosa. Mi volto e scorgo un'ombra nella stanza del pianoforte.
E' Edward. E' lui che mi osserva da dentro. Chissà cosa starà pensando. Allungo un braccio e con una mano spezzo un rametto dall'albero che mi è vicino. Lo osservo e ci giocherello.
Le lacrime riprendono inesorabili a scendere. Sono spaventata. Ho paura.
Guardo di nuovo verso la vetrata e l'ombra di Edward non c'è più.
Lo sconforto mi assale.... non vederlo più a fissarmi, mi fa star male. Peggio di prima.
Mi accorgo che mi sono avvicinata all'acqua e davanti a me si apre una piccola spiaggetta, deliziosa. Una barca a remi è ferma vicino ad un piccolo ormeggio di legno.... è legata ad un ramo di un enorme albero secolare. Sembra in attesa.... sembra aspettare qualcuno. Mi fa sorridere questo pensiero, e mi vedo con Edward in mezzo al lago in una giornata di primavera, tiepida..... mi asciugo le lacrime e raccolgo qualche sasso da terra.
Mi siedo nella barca e lancio i sassi nel lago. Mi incanta il suono del sasso che incontra l'acqua. Sono ipnotizzata dai cerchi che si formano al suo passaggio. Per un attimo si apre un varco in quel liquido per poi tornare tutto come prima, non rimane traccia del suo passaggio e il sasso sparisce nel fondo del lago.... e tutto ritorna tranquillo. Continuo a sorridere a questi pensieri sconclusionati che si presentano alla mia mente. Non so per quanto rimango lì. Ho le dita ghiacciate. Mi sento calma e più serena. Come se avessi avuto bisogno di tempo per assorbire e metabolizzare la verità. L'aspettavo da tanto. Tutti questi cambiamenti mi hanno destabilizzato.
Le nuvole tornano a coprire il sole e un vento gelido mi scompiglia i capelli.
Mentre penso che sia meglio tornare dentro qualcosa di caldo mi avvolge le spalle.
Quel profumo, quel calore tanto famigliare.
"Eccoti. Ero preoccupato, avevo paura che ti ammalassi. Si gela qui fuori senza il cappotto"
Eccolo il mio angelo.
"Posso restare? Se ti disturbo, rientro." rimango immobile mentre Edward fa qualche passo verso casa.
"Ti prego, ti prego resta qui , non andare via. Vieni a sederti vicino a me."
Lo sento sospirare, lo vedo tornare e gli faccio posto sulla barca.
"Mi piacerebbe vedere questo giardino in primavera? Deve essere bellissimo o mi sbaglio?"
"No, non ti sbagli affatto. Alice ci tiene tantissimo, abbiamo dei giardinieri che l'aiutano a renderlo impeccabile. Prima se ne occupava mia madre e prima di partire si è raccomandata di averne cura, di non trascurarlo, lei lo adora."
"Non vedo l'ora di conoscerla sai?"
"Siamo molto simili"
"Perdonami, non avrei dovuto reagire così. Non aspettavo altro che tu mi raccontassi qualcosa e appena hai iniziato ad aprirti a raccontarmi mi sono arrabbiata.... e lo sai perchè??? Ho paura, ho paura che ti possa succedere ancora qualcosa, non posso pensare che qualcuno possa allontanarti da me o farti del male, o ancora peggio......"
Mi abbraccia e mi bacia sulla fronte.
"...... e non so ancora niente delle tue donne del passato..... ti consiglio di scappare quando inizierai a raccontare ehehh!"
"Sei sicura di voler sapere?? Mi procurerò un' armatura per quel giorno..... ne ho una di un antenato cavaliere...... sopra in soffitta..... sapevo che prima o poi mi sarebbe servita"
"E' tutto così improvviso per me, così nuovo, non sono abituata all'incertezza a non avere tutto sotto controllo, a non sapere cosa farò domani"
".... oh ma lo sai ..... te l'ho detto.... domani prenderemo un treno, e poi i coniugi Isabelle ed Edmund Melker hanno una cabina matrimoniale, tutta per loro sulla Queen Mary che da New York salperà verso Tampa. Il resto è una sorpresa...... dai Bella ....... sarà divertente"
"Ahaahhahhah i coniugi Melker..... ma tu sei tutto matto"
"Non mi ami anche per questo?" Mi prende il viso tra le mani e mi bacia lento e forte. La sua bocca ricopre totalmente le mie labbra e la sua lingua cerca la mia. Si trovano, ballano insieme. Un bacio intenso che esprime tutto quello che rappresentiamo l'uno per l'altra.
"Ti amo Isabella. Ti amo e voglio stare con te. Abbi fiducia. Non te ne pentirai"
"Rientriamo adesso sei ghiacciata..... vieni che ci stanno aspettando ....."
Andrè..postarmi Aznavour, che io amo, e poi chopen non si può!!!bellissimo il ballo tra i due eroi, romanticissimo...e adesso pure il thriller...wow!!!
RispondiEliminaComplimenti x le musiche adoro aznavour,confessata tutta la verità nn resta da far godere la crociera..ma nn penso che i problemi li lascino godere il tutto;io nn sarei stata tanto accomodante.
RispondiEliminaEccomi ... sono personaggi teneri e fragili. Il loro legame è romantico. Ma la storia sembra nascondere molto di più .. sono intrigata! brava!
RispondiEliminaGrazie ragazze....... oggi Bella però mi ha fatto arrabbiare..... ma questa è un'altra storia..........
RispondiEliminaGiuro che per un attimo ho creduto che lo lasciasse.... tipico della Bella che sono abituata a "leggere ultimamente".... e poi anche che sarebbe finita in acqua cadendo dalla barca.... questo tipico della Bella di Twilight :-)
RispondiEliminaMi piace molto questa storia..... sono curiosa di scoprire cosa succederà in crociera!