L'UOMO MISTERIOSO

L'UOMO MISTERIOSO

mercoledì 22 febbraio 2012

Capitolo 15




CAPITOLO 15

POV BELLA

L'aria dal finestrino è pungente, mi scompiglia i capelli, che ho raccolto semplicemente con due fermagli dietro le orecchie. E' bellissimo veder scorrere questo paesaggio bianco e ghiacciato, il sole fa brillare i campi  conferendogli quel non so che di magico. Sarà il paesaggio, sarà il vento, il sole, il dondolio del treno, gli anelli  che porto al dito, sarà Edward, ma oggi mi sento così felice che ho paura di essere in un sogno e di svegliarmi.
Il fischio del treno mi fa sobbalzare ogni volta, ma mai come quando una mano calda si appoggia sul mio fianco.
Edward ha prenotato una carrozza in prima classe, i sedili sono confortevoli e lui si comporta da vero gentiluomo. Ha pensato a tutto. Mi avvicino e porto la mano sinistra dietro la sua nuca, proprio lì, dove scostando un po' i capelli spunta quella piccola e meravigliosa imperfezione della pelle color nocciola. Proprio lì dove la mia bocca si è posata infinite volte nelle notti passate. Quel punto, quel neo che lo identifica così bene , il mio uomo. Il mio "finto marito".
Dopo la discussione nella stanza del piano e dopo aver passato la giornata insieme ai nostri amici e a mia madre, che non potevo non salutare visto che per un periodo non ben delineato, staremo lontane, ci siamo ritrovati da soli nella sua camera. Mi ha trascinato di sopra con una scusa, quella di preparare i bagagli ed è lì che è successo tutto.



Edward mi fa  accomodare sulla poltrona, pregandomi di chiudere gli occhi.
"Isabella non li aprire, ti vedo. Non sbirciare."
"Va bene. Va bene. Non fare scherzi stupidi però!"
"Dai per favore, ti chiedo solo questo."
"Sbrigati Edward. Conto fino a dieci e poi li apro"
"Non fare la bambina. Tienili chiusi o mi costringerai a bendarti, provocante dolce bambolina"
"UUUUHHhh non mi tentare con ste parole che ti prendo alla lettera, li apro!"
"Noooooooo ti prego, dai!!!!"
"Uno.........Due..........Tre..........Quattro........."
Mentre discutiamo come due ragazzini sento aprire e chiudere cassetti, rovistare tra gli abiti e rumori non ben definiti. Non capisco, però mi diverto da morire.
"Edward allora???? Mi sto addormentando! Se cado dalla poltrona almeno portami nel letto ok??"
"Oh nel letto ti ci porto di sicuro!!!! Avevi dei dubbi????"
".... e ...... DIECI! " e apro gli occhi.



Me lo trovo davanti, fermo a fissarmi, con quello sguardo sornione e leggermente imbarazzato.
Tiene una mano dietro la schiena e l'altra lungo il fianco.
"Allora? Che c'è? Che hai da fissare tanto???"
Sorride imbarazzato portandosi una mano ai capelli.
"Cosa nascodi dietro la schiena???"
"Isabella ora taci un attimo e fammi parlare.....mm mm  ti prego" Dice schiarendosi la voce.
OH!
Rimango paralizzata di fronte a lui, per fortuna mia sono seduta, mi prende la mano ed inizia timidamente a parlare  inginocchiandosi davanti a me.
"Questa mattina quando sei andata via e sono rimasto da solo..."
"ED..... lo so che non avrei dovuto......"
"Bella ti prego .... non mi interrompere, per favore, te lo chiedo per favore"
Lo guardo passandomi le dita sulle labbra e una mano sul cuore..... giurando!
"Quello che voglio dire, quello che cerco di spiegarti, è che ho veramente avuto il terrore di perderti, ho ricordato la mia vita prima di conoscerti ed ho immaginato un futuro senza di te, e mi è apparso il buio. Il nulla. Senza di te non sono niente.
Per questo ho bisogno più che mai di dirti quanto io ti ami, quanto voglia costruire la mia vita insieme a te.
Per questo, amore, sono qui in ginocchio davanti a te, sono qui per chiederti di sposarmi!
Lo so ho parlato troppo, ma ti prego dimmi cosa ne pensi tu? Dimmi di sì!"
Lo fisso mentre parla non credo a quello che mi sta chiedendo, nel senso che rimango imbabolata, mi sta facendo la dichiarazione, si sta esponendo e io rimango impassibile.
"Bella....."
"Ed...."
"Lo so sembra una cosa avventata, ma visto che tanto dovrai indossare un anello, ho pensato che ..... che mi piacerebbe fosse vero, mi piacerebbe che tu diventassi mia moglie, non solo per finta, ma nella realtà".
E mi porge un anello, un solitario in oro giallo sormontato da un brillante.
"Bella??? Vuoi sposarmi o no?"
Continuo a rimanere in silenzio, incredula.
"Ti prego rispondimi. Hai bisogno di pensarci? Voglio che ti senta libera di rispondermi con calma, ma è quello che provo e non potevo più tenerlo solo per me e...."
Non gli lascio finire la frase, perchè è così tenero e seduttivo che l'unica cosa che mi rimane da fare è avvicinarmi a lui e baciarlo.
"E' un sì?"
"Sì. E' un sì"
Quello che succede dopo potrebbe sembrare da manuale, ma niente è mai scontato con Edward.
Ci lasciamo travolgere da un lungo bacio, poi si blocca a guardarmi con un sopracciglio alzato e il sorriso sulle labbra, divertito, soddisfatto.
"Che c'è?"
Mi solleva la mano e guarda l'anello di fidanzamento e porta distrattamente l'altra mano nella tasca dei suoi pantolini.
"Manca ancora una cosa, un dettaglio!"
"Questo!" e mi infila all'anulare un altro anello, una fede d'oro sta volta.
"Per il nostro travestimento Madame Melker"
Ridiamo tutti e due felici. Sembra un gioco.
"Ora sì che possiamo dire di essere ufficialmente sposati!"
Mi toglie il fiato però, perchè mi solleva e mi stende sul suo letto questa volta.
Mi stringe forte, molto forte e passa le sue mani su tutto il mio corpo. Come se tracciasse dei confini, come se segnasse il suo territorio.
Mi stritola e questa sensazione mi lascia senza fiato in  tutti i sensi.
Continuiamo ad accarezzarci entrambi, incuranti del fatto di essere completamente vestiti. Le nostre mani scorrono pesanti e lente, la sensazione di calore è immediata. Edward si stende completamente su di me, posiziona la sua eccitazione al centro esatto della mia e i nostri movimenti diventano subito regolari. Non abbiamo tempo di svestirci, rimaniamo così, quasi come una tortura, perchè lo vorrei dentro di me, il bisogno è immediato, senza tanti preamboli, l'eccitazione è già alle stelle e vorrei che questi abiti si sciogliessero con il nostro calore, vorrei che si dissolvessero. Ma non sono in grado di farlo perchè non voglio che si sposti da me. Spinge Edward, spinge il suo sesso duro, lo struscia nel punto esatto del mio piacere, capisco che anche per lui è una priorità, che non può lasciarmi andare. La sua bocca sulla mia, languida morbida, le lingue bagnate che si incontrano.
"Amore non resisto più...... ma non voglio allontanarmi da te" mi sussurra disperamente in un orecchio.
Continua a colpire Edward, violentemente, come se volesse distruggere la stoffa che ci separa. Così continuiamo, indifferenti, ma attenti a tutte le sensazioni che i nostri corpi uniti ci regalano.
Con le sue lunghe dita riesce a prendere il lembo della mia camica da sotto la gonna, lo fa scivolare fuori, infilando sotto una mano e afferra con urgenza un capezzolo, il movimento mi fa uscire dalla bocca un gemito e il piacere è talmente intenso che mi scuote da questa situazione di apparente immobilità da spingermi a portare le mani proprio dove lui sta spingendo. Mi ritrovo ad accarezzare e a stringere la sua evidente erezione da sopra i pantaloni e sento i suoi denti mordermi il collo. Mi ritrovo a questo punto scossa da spasmi di piacere che avvolgono tutto il mio corpo ed esplodo in un orgasmo fortissimo ed intenso.
"Bella guardami, sei stupenda .... ti voglio nuda sotto di me, adesso..... ti voglio così per tutta la notte nel mio letto!"
A questo punto ci liberiamo velocemente dei vestiti, non resistiamo veramente più, e io ho bisogno del suo calore, quello della sua pelle, del suo odore, di sentire con le mie mani la peluria del suo corpo sodo.
"Sei bellissimo....." con le mani mi trattiene per i glutei e con movimenti lenti, secchi e cadenzati mi penetra.
Ad ogni spinta un gemito, arriva in fondo ad ogni contatto del mio clitoride con il suo pube un fremito. Spinte lunghe, dapprima lente a braccia tese di fianco alla mia testa, poi il ritmo aumenta con colpi profondi e un po' più veloci, mentre avvicina la bocca alla mia, le lingue a leccarsi a sfiorarsi con lo stesso ritmo del bacino.
Mi alza una gamba sulla sua spalla, riuscendo così ad affondare meglio, questo nuovo contatto mi provoca dei brividi per tutto il corpo soprattutto in basso "Bella....... sto per venire...... scusa..... non... rie..sco a ... fermar...mii! Godo da im.. pa..zzi..re!"
"Amore ti.... prego .... non .... ti fer...ma..ree!" Non ragiono più sento solo un gran calore "Sìììì cosììì ...... Ahaahah!" E lo sento duro e forte, esplodere e pulsare dentro di me..... e io con lui..... non resisto più .... mi lascio andare anche io..... mi stavo trattenendo.... volevo aspettarlo.....!
"Sei bellissima....."
"Sei bravissimo...."
Rimane dentro di me e rilassa completamente il suo corpo sopra il mio, appoggiando la fronte sulla mia spalla, cerchiamo tutti e due di riportare il respiro ad una situazione normale. Siamo sudati e bagnati. Leggermente indolenziti.
"Non riesco a controllare la mia voglia di te, vorrei rimanere in questa posizione sempre, non voglio uscire, voglio rimanere dentro di te..... dici che riusciremo ad arrivare a Tampa così??"
Scoppio in una risata "Ci potremmo provare....non sono sicura che sia fattibile, ma se vuoi ci proviamo aahhaha.... se pensi che sia il caso...."
"Proviamo ad arrivare al bagno, sperimentiamo, dai ahahhah!"
"Ahi!" Come mi solleva da letto mi tira una sculacciata secca.
"AHAAH Zitta, mi piace un casino, sei bella soda! Appena posso te lo prendo a morsi"
"Oddio Edward....."
Entriamo nella vasca e apriamo l'acqua, non so come riusciamo a rimanere incollati così........
******

Il treno si ferma, è ora di scendere. Siamo arrivati a New York.
Abbiamo ancora qualche ora prima che la nave salpi, per cui abbiamo tutto il tempo necessario per fare le cose con calma.
Alice è nell'altro vagone, quello di fianco al nostro. Con lei ci sono Beth e Jackson.
Jackson dopo il pomeriggio passato con lei, non si è sentito di lasciarle partire senza di lui.
Così si è offerto di accompagnarle. Anche perchè per il momento facciamo finta di non conoscerci. Lo abbiamo spiegato bene anche a Beth, è una bambina perspicace ed intelligente ed ha capito in fretta.
Edward ieri pomeriggio mi ha spiegato che Jasper, il marito di Alice,  morì quattro anni fa, in un terribile incidente a cavallo. Alice rimase quindi vedova dopo pochi anni di matrimonio con una bambina piccola e che lui l'aiutò in tutto e per tutto, in particolare con Beth, che considera quasi una figlia più che una nipote.
Mi confida anche che Jackson, da sempre infatuato di Alice, ogni qualvolta ritornava a Chicago, cercava di stare vicino a lei, a loro, ma che Alice, nonostante ricambiasse l'affetto per lui, lo vedeva sempre e solo come un amico.
Solo negli ultimi mesi, da poco prima che Edward entrasse in coma, si erano avvicinati di più ed Alice aveva iniziato ad accettare le sue avances.
Ora è sicuro che dopo questo viaggio, ci saranno delle novità e non da poco.
Arriviamo velocemente al porto e dopo aver effettuato le procedure d'imbarco. Ci ritroviamo insieme a tutti i passeggeri sul ponte.
Sono un po' intimorata. E' la prima volta che salgo su di una nave, di queste dimensioni poi. Ma quello che mi eccita di più e che passerò tutto questo tempo in compagnia di Edward! Oh no ..... di Edmund! Non ci sbagliamo.
Edward si accorge della mia agitazione,  mi prende la mano, se la porta alla bocca e vi ci posa un bacio, mentre la nave salpa e lascia il porto di New York.
"Stai tranquilla, ci divertiremo. Sta sera ci sarà una festa di apertura, un ballo, vedrai..... sarà qualcosa di principesco, per la mia Principessa Isabelle questo ed altro."
"Ora andiamo in cambina a sistemarci e a rilassarci, faccio portare anche uno spuntino che dici? Dopo se ti va possiamo andare a fare un giro per i vari saloni, fa freddo qui fuori."
Tra la folla scorgo Jackson tenere con una mano Beth e l'altra il braccio di Alice.
Guardo Edward, anche lui assiste alla scena, mi guarda e mi sorride "Andiamo, dopo parleremo con loro. La nostra cabina è nel corridoio poco distante dalla loro."
"Il Capitano Merrill Stubing con il suo staff ci aspetta verso le 18 per il cocktail di benvenuto!"
"Da come ne parli  sembra che tu lo conosca?"
"E' così infatti..... lui sa tutto Bella, anche Alice lo conosce."
"Ovvio, che stupida. Non è la prima volta che salite su questa nave voi".
"Andiamo ora, ho voglia di mia moglie".






domenica 29 gennaio 2012

Capitolo 14




POV EDWARD

Per un attimo ho avuto l'impressione di averla spaventata con questo mio gesto.
Lo so sono impulsivo, non ragiono e agisco senza pensare troppo.
Ho praticamente rapito Bella dai nostri ospiti.
L'ho trascinata in questa stanza.
Ho anche chiuso a chiave la porta per rimanere solo con lei.
Ho bisogno di chiarire delle cose. Voglio farlo perchè ho paura che lei non abbia capito.
Lo ritengo necessario.
Questa stanza mi sembra il posto migliore.
Sono un dannato possessivo e non voglio condividere questi momenti, tanto meno Isabella con altri.
Non mi interessa se è sbagliato, se non è educato. Ma sono così. E lei è la cosa più importante del mio mondo ora. Soprattutto è mia.
La voglio tutta per me oggi, poi anche domani, dopodomani..... per sempre.
"Edward, che succede amore? Perchè hai chiuso la porta a chiave?"
Sulla sua fronte si è formata una piccola ruga, mentre mi guarda come se fossi pazzo.
"Ti voglio tutta per me oggi" le rispondo subito, spero non si arrabbi, abbiamo così tanto da scoprire di noi due.
Spero di non aver rovinato tutto. Così cerco di rimediare, maledetto impulsivo.
"Se vuoi la riapro. Anzi .... " infilo nuovamente la mano nella tasca dei pantaloni ed estraggo la chiave. Gliela porgo "...  ti ho spaventata? Scusami Bella, non era mia intenzione te lo assicuro" continua a guardare ora me, ora la chiave che tengo stretta tra le dita e che le sto porgendo. Forse così si sentirà più tranquilla. Ho proprio la sensazione di averla spaventata.
Ma è lei di nuovo a stupirmi, un'altra volta.
La afferra lentamente e sul suo volto si fa strada uno strano sorriso, tra il divertito e lo sbigottito, inarca un sopracciglio e direziona il suo sguardo dritto nei miei occhi. Si sta burlando di me. Mi sta chiaramente sfidando. Ed io che pensavo di averla per un attimo terrorizzata.
Rimango immobile, ho anche smesso di respirare quando la vedo infilarsi la chiave nel corsetto. Prendo aria dalla bocca.  Ha nascosto davvero la chiave tra i suoi seni?
Questa poi. Ma è quello che esce dalle sue labbra a lasciarmi interdetto "Bene ho trovato il posto giusto per questa chiave, non trovi?" ammicca sia con la testa che con gli occhi.
Se continua così potrei prenderla all'istante, qui sul pavimento e potrei anche non essere tanto gentile, un'altra volta. Non so ancora per quanto riuscirò a controllarmi. Lei mina sempre al mio autocontrollo. Sempre. Mi stupisce continuamente.
 E' davvero più  unica che rara.
Sembra capirlo dall'occhiata che mi lancia subito dopo.
Di fretta si allontana da me, come per mettere le distanze, ma questo invece di creare un freno, sortisce in me l'effetto contrario.
 Io il cacciatore, lei la preda.
Sembra intuire anche questo, me lo legge in faccia, si vede.
"Edward non ti distrarre, ci sono degli ospiti di là" così la osservo muoversi per la stanza. Anche oggi come ieri, si stupisce di tutto quello che vede.
La parete esterna è completamente a vetri rendendo la stanza meravigliosamente luminosa e la vista spazia oltre questa parte di giardino, direttamente sul Lago che oggi è di un colore azzuro intenso per l'effetto che il sole ha sul cielo.
"Amo questa stanza. E' la mia preferita. E' per questo che ti ho portata qui."

POV BELLA
Mi ritrovo in una stanza immensa.
I raggi del sole che filtrano dai vetri, creano quello strano gioco di trasparenze chiare che morbide terminano il loro cammino sugli oggetti e sul pavimento.
Appena prendo la chiave in mano istintivamente la nascondo tra i miei vestiti davanti all'aria incredula di Edward. Indietreggio, mi allontano da lui di qualche passo. Lo so che lo sto provocando. Adoro stuzzicarlo e lui sembra sempre apprezzare.
Mi allontano perchè dobbiamo parlare, lo so.  Le parole possono sembrare inutili o superflue in certe situazioni, ma alle volte sono necessarie. Sono piombata in questa casa, ho dormito con lui nello stesso letto. Tutta la mia vita è cambiata.  Lui è tutto quello che voglio, ma ho anche paura. Un po' mi frena il fatto di non conoscerlo abbastanza.
Oddio mi frena, non è che questa notte e questa mattina mi sia sentita tanto frenata, o in imbarazzo, anzi.
Sono solo un po' spaventata dagli eventi. Da tutti questi cambiamenti improvvisi.
So che può sembrare stupido ed infatile, ma prima le mie erano sono fantasie e sogni su di un uomo che era immobile, era in coma. Avevo tutto e solo nella mia testa.
Ora che queste fantasie sono diventate realtà, mi sento confusa. Quasi in balia degli eventi.
Io che sono una che non si lascia manovrare o comandare. Che ha sempre tutto sotto controllo e che niente la coglie impreparata.
Mi sento spiazzata, mi sento fuori controllo e questo mi spaventa.
Però basta un attimo, un attimo solo e guardarlo negli occhi per capire che mi posso affidare a lui, senza remore e senza ripensamenti. Un passo alla volta Bella. Non ti sta mica legando mani e piedi. Bè diciamo che mi ha trascinata qui, nel vero senso della parola e ha chiuso la porta a chiave una volta entrati dentro. Di sicuro è un uomo fuori dal comune.
"Voglio fare un sacco di cose con te Edward" non credo di averlo appena detto.
Siamo qui per parlare e io ripenso ad un paio di labbra rosso fuoco che questa mattina mi hanno donato un piacere indescrivibile. Mi sento avvampare e sono sicura che lui se ne è accorto.  Continuo a muovermi nella stanza per evitare il suo sguardo per mettere un po' di distanza tra noi e permetterci di poter parlare senza finire stesi su quella parte di tappeto libera dal .... pianoforte? Certo un bellissimo pianoforte a coda nero, lucidissimo, si manifesta in tutta la sua bellezza nel mezzo della stanza. Come ho fatto a non vederlo prima.
Non solo nella parete di ingresso un'enorme libreria di legno pregiato incornicia tutto il muro e la porta, stracolma di libri.
Ma chi è realmente Edward?
Lo vedo osservarmi ancora divertito, con quel suo sorrisetto strano che ogni tanto sfoggia su quel suo viso bianco latte.
Noto con altrettanto stupore che dentro un mobile a vetrina è posizionato un altro strumento, una tromba color ottone.
Questa volta lo sento alle mie spalle ridere divertito. Lo sa che mi sta facendo impazzire.
"Edward giuro, giuro che se non mi dici tutto nel giro di un secondo mi metto a strillare" cerco di assumere un'aria seria, ma la mia bocca fatica a non aprirsi in un sorriso.
"No, no. Ho cambiato idea.... ah ah! Sei troppo buffa, ed ho intenzione di prolungare questo momento ancora per un altro po'. Dai, ti prego..... vedrai che non rimarrai delusa"
"Ti diverti vero Masen?"
"Va bene allora urlerò" non faccio in tempo però ad emettere nessun suono perchè la sua bocca si chiude sulla mia e tutto quello che ne esce ora sono solo strani suoni.
Mi afferra per la vita e mi avvicina a sè. Sempre di più, sempre più pericolosamente.
Si ferma però si limita al bacio. Mi accorgo che si sta sforzando di limitarsi. Così lo vedo avvicinarsi ad un tavolino con sopra un grammofono e ad accenderlo. Ho capito quello che vuole fare ora.





Mi porge la mano e iniziamo a dondolare e a volteggiare. Le sue mani viaggiano dietro la schiena, percorrono le curve del mio corpo in preda ad una lenta e torturante frenesia.
Mi artiglia i fianchi con una mano e mi attira sempre di più a se, con l'altra mi afferra il braccio facendomi girare, voltando la schiena verso di lui. Mi stringe sempre di più. Le dita scendono inesorabili verso il basso... superano l'ombelico, la mia mano appoggiata alla sua, l'altra artigliata alla mia gola. Mi blocca. Le braccia mi avvolgono e mi immobilizzano.
La musica continua e l'unica cosa che riesco a fare e muovere lentamente i fianchi che premono sul suo bacino. E' quello che vuole, lo sento. Eccome se lo sento.
Baci infuocati dientro all'orecchio, il suo alito fresco sul mio collo scoperto, sento la lingua percorrerlo, e la scia umida e bagnata che si lascia dietro. Profumi, odori. So che siamo chiusi dentro, ma non possiamo farlo qui! Con tutti presenti e se ci sentissero? Se ci chiamassero?
Edward deve essersi accorto del mio irrigidimento e si scosta un po' da me, facendomi voltare.
"Amore, non riesco a resisterti, ti accorgi dell'effetto che hai su di me? Mi fai perdere il controllo. Io ti vorrei qui adesso"
"E' lo stesso per me"
"Non possiamo ora lo so. Ma vorrei stenderti su questo bel tappeto e alzarti la gonna, passare le mani tra le tue parti umide e nascoste, e vederti , e sentirti, prenderti, portarti in paradiso" dopo queste parole sussurrate ad un centimetro dal mio viso ormai accaldato e paonazzo, a fatica riesco a scostarmi da lui..... mi sposto e mi siedo al pianoforte.
"Posso?" gli bacio la mano che mi teneva stretta e aspetto una sua conferma.
"Non mi dire ...... Swan...... prego"
Scopro i tasti e faccio scivolare le dita facendo scorrere i polpastrelli su quei tasti avorio....... mi posiziono ed inizio a suonare.




Con la coda dell'occhio lo vedo fissarmi,  estasiato, incredulo, serio.
Si sposta verso la vetrata e rimane lì qualche minuto.... poi si avvicina e appoggia le mani sulle mie spalle.
"Bella anche io amo suonare, sei bravissima, posso parlare mentre stai suonando?"
Annuisco con la testa.... e continuo.....
"Sono un giornalista, sicuramente avrai letto qualche mio pezzo, sto investigando  su di un caso legato ad un furto di diamanti ed opere d'arte. Collaboro con Rosalie, Emmet e Jackson. Non posso dirti altro. Sono stato aggredito e sono finito in coma, abbiamo paura che mi stiano cercando, per questo voglio andare via da Chicago il prima possibile, per questo voglio che tu venga via con me. Ho paura che se ci vedessero insieme, potrebbero usarti per ricattarmi e solo l'idea di saperti in pericolo, per colpa mia, mi devasta. Ti voglio proteggere e non permetterò a nessuno di torcerti un capello. Sono un egoista lo so. Ho anche pensato di andarmene, senza dirti niente, per non coinvolegerti, ma non ci sono riuscito. Perdonami.
Sei la cosa più bella della mia vita, sei la mia vita e non potevo lasciarti e andare via. Non potevo sparire e lasciarti sola, sapendo che mi avresti odiato per questo. Non avrei retto.
Tu sei tutto per me."
Smetto di suonare, ma non mi muovo. Rimango immobile. L'idea di perderlo, mi crea un crampo allo stomaco fortissimo, provocando una smorfia sul mio volto.
Lo lascio finire, voglio ascoltare, voglio sapere.
"Anche Alice potrebbe essere in pericolo, è gente senza scrupoli, è dal museo che sono spariti dei dipinti, anzi non sono mai arrivati a dire il vero. Lei si è insospettita e me ne ha parlato. Non mi hai riconosciuto perchè quando scrivo sul giornale uso uno pseudonimo e non ci sono foto che mi ritraggono.... per cui nessuno sa che volto abbia Thomas Portland......."
Mi volto verso di lui. Quante volte avevo letto con entusiasmo ed interesse i suoi servizi.
"Tu saresti....???? Tu sei.... quel Thomas Portland??? Edward! Oh mio Dio!"
Mi alzo di scatto chiudendo il pianoforte. Mi dirigo in mezzo alla stanza. E lo fisso, incredula e sbigottita portando una mano a coprirmi la bocca, che continua a rimanere spalancata.
Mi sento agitata. Troppo. Ho paura.
Ho paura per lui. Il suo lavoro è pericoloso. Perchè non si occupa di servizi normali, del tempo magari? Ho letto tutti i suoi servizi ed ho sempre pensato che fosse un pazzo furioso.
"Amore ti prego, non essere preoccupata, andremo via, staremo al sicuro. In ospedale ho parlato con gli Ispettori di Polizia, poi Emmet, Rosalie e Jackson sanno quello che fanno, tu starai con me. Vedrai che si risolverà tutto. Te lo prometto. Consideriamola una vacanza improvvisata, andremo fino a New York in treno e da lì ci imbarcheremo per una crociera fino a Tampa, vedrai, ci divertiremo. Il viaggio durerà una settimana. Non ci succederà nulla, nessuno sa chi siamo e una volta lontani in Florida sarà meraviglioso. Fidati di me! Ti fidi di me? I nostri biglietti non avranno i nostri nomi, abbiamo anche dei documenti falsi. Vedrai, ti prego, non piangere. Scusami ho fatto tutto senza dirti niente, lo so, è un pessimo inizio. Ma ti giuro, lo faccio per te, per noi. Lo so che sei spaventata. Ti prego Bella dimmi qualcosa. Sei ancora libera di scegliere. Sei libera di andare se vuoi, sei libera di non assecondarmi in questa pazzia....."
"E' tardi ormai. Ho paura Edward! Come faccio. Sono una stupida. Dovevo immaginarlo che c'era qualcosa di grosso sotto. Non so perchè ora reagisco così. Non so perchè piango. Scusami.   Ho paura di perderti, anche io, voglio stare con te. Ma..... mi sento terribilmente scossa da quello che mi hai detto, non ho voluto capire, quello che stava succedendo. Non credi che sia tardi ora per dirmi queste cose? Lo so che mi avevi detto di non potermene parlare, ma..... "
"Lo sto facendo adesso. Hai tutto il diritto di essere arrabbiata, lo so... mi dispiace. Sono imperdonabile" stringe i pugni, le vene gonfie al massimo, come la vena sulla fronte, che vedo pulsare.
Si muove frenetico per tutta la stanza, su e giù, mentre io rimango immobile a fissarlo.
Non so perchè reagisco così. Sono arrabbiata, mi sento impotente, ce l'ho con me stessa e vorrei sfogarmi, ma ho paura di dire cose del quale potrei pentirmi. Non avevo capito che la situazione fosse così grave, diciamo che mi ero illusa che non fosse così, avevo fatto finta di non capire e adesso sono fuori di me.
L'unica cosa da fare ora è uscire da questa stanza e allontanarmi da lui. Sarà meglio per tutti e due. Devo riflettere. Da sola.
Ho bisogno di prendere aria. Perchè reagisco così ora? Mi sento confusa e no so che fare.
Prendo la chiave, sotto lo sguardo sbigottito di Edward, la lascio sul tavolino, apro la porta a vetri ed esco in giardino. Lasciando lì. Senza dire una parola.
Nonostante il sole, il freddo umido mi penetra subito nelle ossa. Ma lo ignoro e percorro il vialetto che porta verso il lago. Lo stesso giardino che ieri vedevo con Edward dal balcone della mia stanza. Sembra tutto diverso da qui. Mi volto per guardare la casa, vedo il balcone e la finestra della mia stanza, dove abbiamo fatto l'amore. Dove gli ho donato la mia femminilità, il mio corpo. Dove ci siamo amati senza remore. Senza paure, senza ripensamenti. Lo volevo, mi voleva, mi desiderava. Io desideravo lui, l'uomo dei miei sogni.
E adesso? Adesso sono qui, triste, infreddolita ed arrabbiata.
Mi sento una sciocca. Non sopporto i miei cambi di umore. Veramente non avrei voluto sapere? Infondo Edward mi aveva detto da subito che non poteva parlarmene e quello che mi ha detto, bè lo ha fatto per essere sincero. Ne sono convinta. Accidenti! Vorrei rompere qualcosa. Mi volto e scorgo un'ombra nella stanza del pianoforte.
E' Edward. E' lui che mi osserva da dentro. Chissà cosa starà pensando.  Allungo un braccio e con una mano spezzo un rametto dall'albero che mi è vicino. Lo osservo e ci giocherello.
Le lacrime riprendono inesorabili a scendere. Sono spaventata. Ho paura.
Guardo di nuovo verso la vetrata e l'ombra di Edward non c'è più.
Lo sconforto mi assale.... non vederlo più a fissarmi, mi fa star male. Peggio di prima.
Mi accorgo che mi sono avvicinata all'acqua e davanti a me si apre una piccola spiaggetta, deliziosa. Una barca a remi è ferma vicino ad un piccolo ormeggio di legno.... è legata ad un ramo di un enorme albero secolare. Sembra in attesa.... sembra aspettare qualcuno. Mi fa sorridere questo pensiero, e mi vedo con Edward in mezzo al lago in una giornata di primavera, tiepida..... mi asciugo le lacrime e raccolgo qualche sasso da terra.
Mi siedo nella barca e lancio i sassi nel lago. Mi incanta il suono del sasso che incontra l'acqua. Sono ipnotizzata dai cerchi che si formano al suo passaggio. Per un attimo si apre un varco in quel liquido per poi tornare tutto come prima, non rimane traccia del suo passaggio e il sasso sparisce nel fondo del lago.... e tutto ritorna tranquillo. Continuo a sorridere a questi pensieri sconclusionati che si presentano alla mia mente. Non so per quanto rimango lì. Ho le dita ghiacciate. Mi sento calma e più serena. Come se avessi avuto bisogno di tempo per assorbire e metabolizzare la verità. L'aspettavo da tanto. Tutti questi cambiamenti mi hanno destabilizzato.
Le nuvole tornano a coprire il sole e un vento gelido mi scompiglia i capelli.
Mentre penso che sia meglio tornare dentro qualcosa di caldo mi avvolge le spalle.
Quel profumo, quel calore tanto famigliare.
"Eccoti. Ero preoccupato, avevo paura che ti ammalassi. Si gela qui fuori senza il cappotto"
Eccolo il mio angelo.
"Posso restare? Se ti disturbo, rientro." rimango immobile mentre Edward fa qualche passo verso casa.
"Ti prego, ti prego resta qui , non andare via. Vieni a sederti  vicino a me."
Lo sento sospirare, lo vedo tornare e gli faccio posto sulla barca.
"Mi piacerebbe vedere questo giardino in primavera? Deve essere bellissimo o mi sbaglio?"
"No, non ti sbagli affatto. Alice ci tiene tantissimo, abbiamo dei giardinieri che l'aiutano a renderlo impeccabile. Prima se ne occupava mia madre e prima di partire si è raccomandata di averne cura, di non trascurarlo, lei lo adora."
"Non vedo l'ora di conoscerla sai?"
"Siamo molto simili"
"Perdonami, non avrei dovuto reagire così. Non aspettavo altro che tu mi raccontassi qualcosa e appena hai iniziato ad aprirti a raccontarmi mi sono arrabbiata.... e lo sai perchè??? Ho paura, ho paura che ti possa succedere ancora qualcosa, non posso pensare che qualcuno possa allontanarti da me o  farti del male, o ancora peggio......"
Mi abbraccia e mi bacia sulla fronte.
"...... e non so ancora niente delle tue donne del passato..... ti consiglio di scappare quando inizierai a raccontare ehehh!"
"Sei sicura di voler sapere?? Mi procurerò un' armatura per quel giorno..... ne ho una di un antenato cavaliere...... sopra in soffitta..... sapevo che prima o poi mi sarebbe servita"
"E' tutto così improvviso per me, così nuovo, non sono abituata all'incertezza a non avere tutto sotto controllo, a non sapere cosa farò domani"
".... oh ma lo sai ..... te l'ho detto.... domani prenderemo un treno, e poi i coniugi Isabelle ed Edmund Melker hanno una cabina matrimoniale, tutta per loro sulla Queen Mary che da New York salperà verso Tampa. Il resto è una sorpresa...... dai Bella ....... sarà divertente"
"Ahaahhahhah i coniugi Melker..... ma tu sei tutto matto"
"Non mi ami anche per questo?" Mi prende il viso tra le mani e mi bacia lento e forte. La sua bocca ricopre totalmente le mie labbra e la sua lingua cerca la mia. Si trovano, ballano insieme. Un bacio intenso che esprime tutto quello che rappresentiamo l'uno per l'altra.
"Ti amo Isabella. Ti amo e voglio stare con te. Abbi fiducia. Non te ne pentirai"
"Rientriamo adesso sei ghiacciata..... vieni che ci stanno aspettando ....."

mercoledì 18 gennaio 2012

CAPITOLO 13





CAPITOLO 13

POV BELLA

Ancora non ho aperto gli occhi.
Mi sto svegliando lentamente e ricordo le mani di Edward su di me. Carezze. Baci.
Un movimento di fianco a me.
Apro gli occhi e la luce riempie la stanza.
Edward mi sta guardando. Mi sta fissando. Mi sorride.
Ricambio immediatamente.
Sembra un sogno il suo volto, dietro di lui la luce proveniente dalla vetrata mi abbaglia.
Scorgo quegli occhi color del cielo avvicinarsi, le labbra schiudersi sulle mie.
Un bacio. Bagnato, profondo. Urgente.
"Buongiorno Amore!" la voce roca di Edward è quanto di più si avvicina a qualcosa di celestiale.
Un angelo. In tutti i sensi. Continua a sorridermi e il suo sguardo si muove come la sua mano.
Dal mio volto scende sul seno, scivola sul fianco, sulle gambe per poi risalire sempre più lentamente. Si ferma. Rimane immobile e torna a guardarmi negli occhi.
Un piccolo bacio sul naso.
E di nuovo le bocche a contatto.
Piccoli baci. Ancora sorrisi.
"Ti amo Edward" l'unica cosa che riesco a dire. Movimenti lenti e dolci. Mi ritrovo sotto di lui. Sento che mi vuole ancora. Si muove lentamente sopra di me.
Le mani sui suoi capelli. Li stringo. Gli mordo un orecchio. Un gemito. Un altro, quello mio questa volta quando la sua bocca aperta si posa sul mio seno. Inarco la schiena per aumentare il contatto bocca capezzolo. Succhia duro Edward. Non è delicato. Morde al limite del dolore.
"Bella ti voglio ancora. Dimmi che anche tu mi vuoi."
Alza lo sguardo verso di me, aspetta una risposta. Non lo faccio attendere molto, anche se fatico a parlare, sono troppo presa, non credo ai miei occhi e alle mie orecchie.
Lui qui sopra di me a donarmi piacere. Come nei miei sogni. Troppo bello per essere vero.
Cerco di ignorare questi pensieri. Mi forzo di rispondere alle sue suppliche, è immobile in attesa di una  risposta.
"Sono qui per te Edward "
" Ti ho sempre voluto. Ti voglio ora".
 Cambia espressione, mi fissa serio.
"Amore tu non sai da quanto tempo ho aspettato questo momento. Da quanto tempo ho aspettato una donna come te" un bacio disperato sulla bocca.
Scende Edward con il viso. Una scia di baci sul mio ventre e continua a scendere. Arriva con le labbra sulla mia eccitazione e si ferma. La sua lingua solo si muove. Mi penetra. Bagnata, dura e calda. Questa è una cosa nuova per me. Tutto è nuovo.
Sono sua e solo sua. Lo lascio fare. E' tutto così naturale che anche quel leggero imbarazzo mi abbandona e gemo. Non resisto. Mi sta donando un piacere immenso. Sta giocando con me. Mi fissa e i suoi occhi sorridono compiaciuti.
"Sei bellissima quando arrossisci Isabella"
Si avvicina  a me di nuovo. Prendo la sua erezione in mano e inizio a muoverla lentamente. Stringo e lo sento gemere sul collo.
Le sue dita dentro di me ora.
A donarmi piacere, ancora. Gemiti sulle nostre bocche, il suo alito caldo mescolato al mio.
Continuiamo così fino a che Edward ritorna nella posizione iniziale, sopra di me.
"Ti voglio. Ti voglio. Voglio entrare dentro di te" un ordine sussurrato.
"Prendimi allora" la mia voce esce flebile "Sono tua" e lo sento entrare appena ...e fermarsi.
"Non sono sicuro di riuscire ad essere gentile ora, ho voglia di prenderti e non riesco a controllarmi"  non si muove ancora rimane così a fissarmi, ma i suoi occhi sono gentili e dolci.
Capisco la sua fretta, la sua premura. E' quello che sento io. Sono eccitata al limite.
"Ti prego prendimi" e mi penetra forte e duro.
Ci muoviamo insieme, sempre di più. Un ruggito a fior di labbra, le lingue a sfiorarsi dentro e fuori dalla bocca. Spinte e gemiti. Due corpi uniti a formarne uno solo. Il nostro amore a fondersi. La nostra voglia al culmine, alla cima...... voliamo in alto, insieme.
Ci stringiamo forte, in un abbraccio possente. Quelle braccia lunghe con il quale riesce ad avvolgermi tutta. Mi protegge. Mi ama. Mi vuole.
Esausti ci corichiamo su di un fianco, le gambe mischiate arrotolate insieme.
Mi accarezza i capelli, mi bacia la fronte. Gli accarezzo un braccio e la schiena.
Altri sussurri, altre parole lente e dolci. Ci riassopiamo, ci teniamo stretti.
Rimaniamo in questa posizione non so per quanto tempo.
Finchè sento qualcosa di caldo e umido sulle labbra. Sembra un bacio, è un bacio.
Ancora un altro "Bella, amore, svegliati, è ora di alzarci, credo che Alice e Beth ci stiano aspettando per colazione" lo stringo forte a me.
E' la prima volta in vita mia che mi sveglio vicino ad uomo.
Mi piace, se poi quell'uomo è Edward. Il mio Edward.
"Ho sonno, ma hai ragione tesoro. E' meglio prepararci e poi oggi abbiamo diverse cose da fare, dobbiamo finire i preparativi per la partenza di domani sera"
"Vado a sistermarmi nella mia camera, non metterci molto, ti aspetto di sopra, ti va di scendere assieme a me? Aspettami farò in un attimo. Prima di uscire però vorrei mostrarti qualcosa, se ti va?"
"Edward, certo che mi va. Forse ancora non sai quanto io sia curiosa. Se  mi dici così non resisto. Dove mi vuoi portare?" scatto in ginocchio sul letto, coprendomi con il solo lenzuolo.
Edward è già in piedi con la camicia addosso.
"Non ti dico niente. Lo vedrai. E' una sorpresa. Non ti dico niente, donna curiosa"
Gli tiro un cuscino , lo afferra al volo. Mi guarda divertito.
"Bene, bene, bene. Noto con piacere che abbiamo ancora molta energia e voglia di giocare, mia piccola curiosona. Dovrò ricordarmi sta sera di stancarti un po' di più"
Si avvicina e cerca di prendermi. Vuole giocare.
Gli lancio un altro cuscino "AHAHAAH Prova a prendermi, se ci riesci"
Mi blocca in un istante. Mi trattiene con le braccia, mi solleva come se fossi una piuma. Mi gira e mi porta velocemente verso il letto
 "Piccola monella, vedo che non hai proprio capito con chi hai a che fare" mi butta sul letto ed inizia a farmi il solletico.
Senza pensarci molto sposto il lenzuolo nel quale sono ancora avvolta. Il mio corpo nudo completamente esposto.
Lo vedo sgranare gli occhi.
 "Ti piace guardarmi Edward?" lo sento deglutire rumorosamente e rimanere in silenzio, rapito.
"Sei una piccola impertinente, ti piace provocarmi vero?"
Lo vedo togliersi la camicia nuovamente .
"Faremo tardi ma non importa, tu mi provochi  Swan e non resisto."
Inizio a ridere maliziosa, e mai mi era capitato nella mia vita  "Cosa aspetta Edward Masen? Voglio proprio vedere cos'altro pensa di fare?"
Due occhi mi fissano pieni di ardore, mi guardano come se fossi l'aria, come se nulla fosse intorno a noi....... continua a parlarmi con gli occhi come quando non riusciva a parlare....
Si avventa con le mani sui miei seni e con la bocca affonda nel mio collo.
Brividi di piacere invadono subito il mio corpo. Mi sento già bagnata e pronta per lui.
Ansimiamo furiosamente. Le nostre fronti a contatto.
All'improvviso mi afferra e mi ritrovo seduta sopra di lui.
"Vediamo cosa sai fare mia piccola gattina" inizio a dondolare sopra di lui.
Seduti una di fronte all'altro. Profondi baci a scandire il dondolio. Le sue mani sulle mie natiche a darmi il ritmo. Lo sento in profondità ad ogni movimento.
"Isabella, sei una donna dalle mille sorprese"
"Quando sono con te .... mi sento senza freni"
"Ti amo bambolina, ti prego non ti fermare, fammi morire qui sulle tue labbra"
Ancora qualche movimento e lo sento pulsare e gemere ad occhi chiusi.
"Ed.. .wa aaaaa..rd....." Lo raggiungo in un attimo anche io e stremata mi appoggio alle sue spalle sode.
Cerchiamo di riprendere il respiro regolare. Siamo senza fiato.
Ci sdraiamo nuovamente sul letto. Per poco però.
Edward si alza, mi bacia e scappa in camera sua.
Scendiamo le scale insieme, i nostri passi sono attuttiti dal tappetto rosso che ricopre i gradini. Sentiamo ridere e parlottare di sotto. Una voce, anzi delle voci che ho già sentito, che mi sono famigliari.
Edward mi porge la mano e mi guarda. Mi trascina di corsa giù per le scale.
"E' questa la sorpresa di cui parlavi amore?"
"Veramente no...... questa è una sorpresa anche per me....."
Entriamo nel salone da pranzo sono le 9,30 del mattino e troviamo vicino al lungo e prezioso tavolo diverse persone che conosciamo.



POV EDWARD
Cerco di vestirmi e risistemarmi in fretta. Mi guardo allo specchio cercando di sistemare i capelli con le dita. Sono estasiato ma anche preoccupato.
Isabella è riuscita a farmi dimenticare per un po' i miei problemi, l'indagine e il pericolo che stiamo correndo in questo momento. Quello che non le ho detto. Non voglio turbarla, non ancora, al momento è tutto sotto controllo. Tanto finchè sta vicino a me non corre nessun pericolo. Poi partendo per Tampa, le cose miglioreranno. Potrebbe sembra che stiamo scappando, ma non è esattamente così. E' una trasferta momentanea. Fino a che non si calmeranno le acque. Penseranno a tutto loro. Io dovrò solo pensare a tenere al sicuro  lei, l'angelo della mia vita.
E' stata una notte curiosa, come anche la mattina.
Ho il cuore che mi scoppia.
Abbiamo appena iniziato a conoscerci e quello che vedo mi piace da impazzire.
Le sue mani su di me. I baci. Come mi guarda, come mi provoca. Non potrò mai più fare a meno di lei. Mi sento completo e questa notte è stata indimenticabile e unica.
Come ho potuto solo pensare di starle lontana. Come ho potuto credere che stare separati fosse la cosa migliore per noi.
 Avrebbe sofferto inutilmente. Ed anche io.
Il solo pensiero di trovarmi lontano da lei mi distrugge.
Ci saremmo annientati a vicenda. Ho visto come era distrutta la sera che mi ha trovato con Rosalie in stanza. Per fortuna mi ha creduto. E se non fosse stato così?
Ho rischiato di perderla e questo non deve più succedere. Spero solo che le basti quello che ho da offrirle senza sapere cosa faccio realmente.
Mi allaccio le scarpe e guardo fuori dalla finesta della mia stanza.
Oggi è la giornata giusta per uscire un po' e ultimare i preparativi per il nostro viaggio.
Prima però voglio mostrare la casa ad Isabella.
Voglio che conosca tutto del mio passato. Deve sapere. Con calma le svelerò tutto. Ieri sera ho visto che guardava la foto di Alice, con Jasper e Beth.
Sento bussare alla porta "Edward, sono qui fuori" Isabella mi sta chiamando.
"Entra la porta è aperta" Isabella apre la porta ed intanto mi infilo la giacca del vestito grigio, la prendo per mano ed usciamo.
Mentre scendiamo le scale percepiamo delle voci provenire dalla sala da pranzo.
Non ricordo che Alice mi avesse detto di aspettare ospiti. Riconosco le voci, guardo Isabella e le sorrido, le stringo meglio la mano e la trascino con me di corsa giù per le scale.
"Alice che succede?" dico mentre ci affacciamo nella stanza.
"Edward, Bella ben alzati".  Mia sorella ci saluta.
Ci ritroviamo davanti la tavola imbadita e finemente apparecchiata, tipico di Alice.
Beth ci corre incontro abbracciando entrambi.
"Principessa, bel alzata"  le sfioro la nuca con un bacio.
"SORPRESA ZIO EDWARD!!"
Per il mio ritorno a casa Alice ha organizzato una colazione a sorpresa, giro lo sguardo nella stanza e scorgo in piedi i miei amici di sempre.
Emmett, Jackson e Rosalie.
Vedo Bella sgranare gli occhi. Lei è più sorpresa di me.
"Ragazzi questa sì che è una sorpresa"
Sono felice come non mai.
Emmett è il primo a parlare "Non sai come siamo contenti di rivederti in piedi, mio caro amico, hai anche una strana luce negli occhi, sta mattina, posso solo immaginare perchè?"
Prende la mano di Bella e si inchina in un baciamano, non tipico di lui, evidentemente voleva fare bella impressione e si rivolge spudoratamente a lei "Buongiorno siete una visione questa mattina".
Isabella gli sorride, è leggermente imbarazzata, ma non sembra infastidita "Buongiorno, ma noi ci conosciamo già o sbaglio?"
Interviene Jackson a questo punto "Bella, scusami ma non potevo dirti niente"
"Jackson, sono più sorpresa di vedere te qui, che loro. Vuoi spiegarmi che succede? Anche se credo ormai di averlo intuito".

POV BELLA

Rosalie  si avvicina.
Mi sento turbata ora. Che cos'è questo un  teatrino?
Alice anche si avvicina a me. Deve aver intuito il disagio che provo.
"Isabella, fidati di noi, ti prego. Capisco che ti senti confusa, ma non l'abbiamo fatto per prenderti in giro." pronuncia dispiaciuta.
"Non ti preoccupare Alice. Tuo fratello mi ha spiegato molto chiaramente che non può rivelarmi nulla. Mi sento un po' stupita, tutto qui. Ma non sono arrabbiata, con nessuno di voi, tanto meno con te Rosalie. Certo che per non essere una vera infermiera non te la cavi male" mi giro verso di lei regalandole un sorriso.
"Lascia che ti chieda scusa Bella, anche per quella sera che hai trovato Edward e me in camera, mi è dispiaciuto tanto che tu ti sia arrabbiata, ma da quello che vedo mi pare che non ci sia voluto molto a capirvi, lascia che ti dica che sono molto felice, per tutti e due. Edward si merita una donna come te nella sua vita" finisce il suo discorso abbracciandomi come se fosse una mia vecchia amica.
Ricambio il suo abbraccio, Rosalie mi è sempre piaciuta in verità per la sua grinta e la sua velata dolcezza.
Beth mi prende per mano e mi accompagna a tavola vicino a lei. Edward ci segue e allontana la sedia invitandomi a sedere, appoggia le sue mani sulle mie spalle e le stringe leggermente, aprendo poi la mano destra per lasciarmi una carezza sulla schiena.
Questo gesto intimo mi riempie di brividi, mi fa sentire a casa, amata e voluta.
Ci accomodiamo al  tavolo tutti insieme e Jackson inizia a parlare rivolgendosi ad Alice.
"Mia cara Alice noto con piacere che anche tu ti sei ripresa dal tuo incidente, sarai pronta adesso a deciderti e darmi una risposta, oggi non  mi puoi dire di no. Domani partirete e non ti potrò vedere per un bel po' di tempo, so che  sei libera, me lo ha detto Beth, per cui vorrei che mi concedessi l'onore di passare questa splendida giornata di sole con te."
Osservo prima lui e poi Alice.
Ma cosa sta succedendo? E' la prima volta in vita mia che assisto ad una richiesta di appuntamento davanti a tutti, intorno ad una tavola.......... certo che Jackson è proprio un uomo particolare.
Non conoscevo questo suo lato così deciso, forse anche poco rispettoso nei confronti del suo interlocutore, visto che Alice è rimasta con la forchetta a mezz'aria..... probabilmente nemmeno lei si aspettava una tal intraprendenza.
La stanza si riempie subito di voci e di risate.... si sente che sono circondata da persone che si vogliono bene.
"Bella sei pronta? Ti voglio mostrare una cosa prima di uscire, ricordi? Me lo avevi promesso!"
Edward mi porge la mano e vuole che lo segua da qualche parte, ma non so esattamente dove. Mi precede e ridacchia con quel suo sorriso storto.
Percorriamo tutto il corridoio, quadri appesi ai muri, ritratti, paesaggi per poi fermarci di fronte ad una porta chiusa.
Edward la apre e mi fa accomodare "Prego Amore, prima tu".
La luce del sole mi abbaglia. Non vedo nulla. Sento dietro di me la porta richiudersi a chiave, mi volto di scatto e vedo Edward infilarsi la chiave nella tasca dei pantaloni.
"Ma che succede?"
"Nulla, non voglio che nessuno ci disturbi"









mercoledì 28 dicembre 2011

CAPITOLO 12.2






CAPITOLO 12.2

POV EDWARD

E' splendida mentre riposa Isabella. La sua pelle candida, i suoi seni sodi e rotondi, i suoi fianchi, il lenzuolo che la ricopre lasciandole scoperte le splendide gambe affusolate. Una mano nascosta sotto il cuscino, l'altra languida sul suo ventre. Esausta. Appagata.
E' stato splendido. La notte migliore di tutta la mia esistenza.
Fare l'amore con lei è stato completo. Forte. Incredibile. Indispensabile. Ed è ancora poco per descrivere le sensazioni che ho provato. Totalizzante.
Ho trovato la mia parte mancante, la parte nascosta.
Il lato oscuro della luna.
Sono qui seduto nel suo letto, di fianco a lei, mentre dorme e
ripenso alla giornata  incredibile passata insieme.

"Buongiorno Dr. Cullen. Mi conferma che oggi è l'ultimo giorno che passerò qui in ospedale?
Isabella mi ha appena informato della possibilità di finire la riabilitazione a casa mia. Volevo ringraziarla per questa concessione.
So che per lei è uno strappo alla regola, ma non sa che regalo mi sta facendo concedendomi la mia deliziosa infermiera anche a domicilio.
Le prometto che avrò cura di lei Dottore."
"Ti prego Anthony, chiamami Carlisle anche tu, non mi piacciono troppi formalismi.  Ti lascio in  ottime mani e so benissimo che Isabella è quello che fa per te e  per la tua guarigione, per cui, puoi continuare la tua terapia anche da casa ormai. Il tuo recupero è quasi del tutto completato, vedrai che tra poche settimane anche il bastone sarà solo un lontano ricordo."
Sono al settimo cielo.
Non mi par vero.
Finalmente la mia vita sta per ritornare normale.
Si fa per dire, perchè Isabella sarà al mio fianco. Non la lascerò, voglio averla con me sempre, non voglio allontanarmi dai lei neanche un attimo.
Non sono ancora in grado di riprendere le indagini. Andremo via da Chicago.  Faremo una vacanza  di qualche settimana in Florida, al caldo. Andremo a trovare i miei genitori che vivono a Tampa.
Lì staremo al sicuro.
E' da un anno che non incontro mia madre e mio padre.  Ho molta voglia di riabbracciarli e soprattutto muoio dalla voglia di presentare la donna della mia vita alla mia famiglia.
Alice verrà con noi. Partiremo tra qualche giorno.
Isabella si sta occupando di tutti i preparativi con l'aiuto di sua madre.
Reneè, donna meravigliosa, molto diffidente e circospetta, all'inizio, ma posso capirla, non mi conosce per niente, e sua figlia dovrà affrontare un lungo viaggio con me.
Sembra però accettare il giudizio di Isabella, ha acconsentito a lasciarla partire,  dopo le presentazioni ufficiali, avvenute aimè proprio qui in ospedale, esattamente  la mattina successiva alla notte passata insieme.
Quella mattina è  piombata qui come un fulmine, giustamente preoccupata perchè la figlia non era rientrata a casa la sera, dopo essere uscita a cena con Jacob.
Infatti Isabella lo aveva lasciato al ristorante precipitandosi in ospedale.
Jacob l'aveva avvisata ma lei era preoccupata di saperla qui, con me. Aveva capito che io per lei ero importante, ma non pensava fino a questo punto, non se ne era resa conto.
La vettura ci lascia direttamente davanti casa.
Percorriamo insieme lo stretto e lungo vialetto e lentamente saliamo i pochi gradini che ci separano dall'ingresso principale.
Isabella mi aiuta. Mi tiene stretto a se.
Non sono stato via per molto tempo, tuttavia  mi sento strano.
Vivo qui con Alice e sua figlia, mia nipote Beth di 5 anni.
Non faccio in tempo a suonare il campanello "Zio Edward, zio Edward!"
Le sue braccia si stringono forti alla mia vita.
Ero felice di essere tornato a casa. "Elisabeth, piccola mia."
Mi lascia andare e l'abbraccio lascia spazio ad un inchino "Lord".
"Principessa" ci chiamavamo così Beth ed io quando giocavamo.
Beth guarda dientro di me, incuriosita. Mi volto ed invito Isabella ad avvicinarsi a noi, è rimasta in disparte a godersi la scena, sembra divertita.
Conosciamo ancora poco di noi e soprattutto della nostra quotidianità, ma questo è solo un dettaglio.
Questa grande casa non è mai molto silenziosa..... le risate e l'euforia di Alice  e Beth la riempiono e la riscaldano.
Mi sono davvero molto mancate.
Dopo le presentazioni, abbracci e baci....... delle mie donne.... compresa Isabella che era stata da subito accolta in casa come se sempre ci avesse vissuto,  Alice si dirige in cucina a preparare un tè caldo.
Prendo per mano Isabella e l'attiro a me, lasciandole un lieve bacio sulla guancia, voglio mostrarle la sua stanza, al piano di sopra, vicina alla mia.
Alice ha sistemato quella stanza con cura. Ha riempito i vasi con delle rose bianche, rinfrescato le tende e la biancheria.
Isabella entra nella  stanza, fa un giro su se stessa e si avvicina all'ampia porta a vetri, la spalanca nonostante il freddo, ed esce sul terrazzino allungando lo sguardo verso il giardino dagli alberi spogli e ghiacciati.
Il solo osservare i suoi movimenti fa salire urgente in me la voglia di lei e vorrei farla mia all'istante.
La seguo e lentamente mi avvicino, l'abbraccio da dietro, la stringo appoggiando il mio petto alla sua schiena.
"Amore, non immagini nemmeno quanto io sia felice di averti qui. Sei il regalo più bello che avrei mai potuto ricevere."
"Edward, tu sei meraviglioso." La bacio sul collo, più volte, stringendo  sempre di più le mie mani sul suo bacino. La voglia di toccarla e di farla mia mi travolge. Lei se ne accorge subito. Brividi sul suo collo e sul mio corpo. Le sue mani mi stringono i polsi, con un gesto involontario spingo il  mio bacino verso le sue natiche, e gemo di conseguenza. Per tutta risposta spinge anche lei il suo sedere verso di me..... "Ahah Isabellaaa" sussurrai.  Mi coglie di sorpresa, non mi aspettavo questo suo gesto.
"Sarà meglio rientrare, si gela qui fuori".
"Edward ....." si volta verso di me e mi bacia. Non un bacio veloce. Un bacio caldo, bagnato. Unico. Sono fuori controllo lo sento.
"Entriamo ti prego...." mi prende per mano e mi porta dentro. Non riesco a smettere di guardarla. Quel suo modo di muoversi, di toccarsi i capelli, si sfila il cappello e lo posa sul letto.
Mi avvicino a lei, la mia preda. E' l'istinto primordiale a governarmi ora, sento che non avrò mezze misure. Lei mina il mio autocontrollo, sempre. Da subito. Non voglio correre troppo. Non possiamo ora.
Alice e Beth ci aspettano, non siamo soli.
"Edward, Isabella???? Vi aspettiamo il tè è pronto"
Ci chiamano dal piano di sotto. Dobbiamo andare anche se ora avrei voglia di ben altro.
Con il mio braccio le avvolgo i fianchi e con uno scatto incollo il suo corpo al mio "Bella, adesso dobbiamo andare, però mi devi promettere che sta notte verrai da me, altrimenti non ti farò scendere e sarai mia prigioniera all'istante."
Glielo dico con calma e fermezza, lei mi fissa rossa in viso. Le sorrido.
"Le nostre camere sono comunicanti dal terrazzo,vero? Ti aspetto io Edward. Ti prego vieni tu da me."
Il pomeriggio passa in fretta, gioco con Beth a scacchi mentre Alice e Bella parlano amorevolmente per tutto il tempo, arriva anche l'ora di cena.
Senza rendercene conto, come la dolce piogga ghiacciata anche la notte cade su Chicago.
Si accendono le luci dei lampioni, le ombre si allungano, tutto si colora di grigio, di scuro.
"Mamma vorrei andare a dormire, sono stanca. Zio Edward mi racconti una favola per favore, da quando sei stato via, non lo hai più fatto!"
"Certo mia piccola principessa, ogni tuo desiderio è un ordine"

POV ISABELLA

Edward accompagna Beth di sopra ed io rimango sola con Alice.
"Isabella volevo ringraziarti per aver accudito mio fratello in ospedale. Il Dr. Cullen mi ha raccontato quanto tu ti sia dedicata a lui anima e corpo. Se lui è tornato da noi è anche merito tuo. "
"No, no. Non mi ringraziare ti prego. Farei qualsiasi cosa per lui."
Mi sento un po' stanca a dire il vero, ma il pensiero dell' incontro con il  mio bel principe, mi tiene sveglia.
"Alice, è molto che abitate in questa casa?"
"Ci sono nata in questa casa, come Edward. E' la casa dei nostri genitori. Tre anni fa si sono trasferiti in Florida, per le condizioni di salute di mia madre, questo clima umido non giova ai suoi polmoni così nostro padre ha deciso che sarebbe stato meglio trasferirsi a sud".
"Vostra madre come sta ora?"
"Meglio, sembra ringiovanita. Beth ed io siamo state a trovarli a fine estate".
Le sorrido.
Alice si alza "Vado di sopra anche io, controllo se Beth si è addormentata, Edward si dilunga sempre molto con i suoi racconti e il più delle volte li trovo a ridere e a scherzare, altro che favola della buonanotte!"
"Buonanotte Alice, a domani" mi fa un cenno con la mano e io rimango seduta sulla poltrona, finisco di bere, mi guardo attorno.
La grande libreria, le cornici con le foto. Alice con un uomo e una bimba molto piccola in braccio, sicuramente Beth. Non so niente della famiglia di Edward. Che fine ha fatto quest'uomo?
"Bella" Edward mi chiama e si avvicina, mi abbraccia.
"Credevo ti fossi addormentato"
"Ti prego andiamo di sopra, mi sei mancata da morire"
"Un giorno mi racconterai la storia della tua famiglia? Sono molto curiosa?"
"Certo, tutto quello che vuole sapere mia adorata" ride, gli occhi gli si illuminano.
"Ma non adesso, ho altri progetti per la serata, se la mia Signora è d'accordo naturalmente" si divertiva Edward, con quel suo fare da gentiluomo e piaceva molto anche a me, scherzare con lui.
"Oh mio Signore tutto quello che vuole. Sono a  sua completa disposizione questa sera. Può disporre di me liberamente" gli rispondo, sto al gioco.
Quella che non mi aspettavo è la sua espressione. Ho pensato volesse mangiarmi qui in salotto.
"Edward, ti aspetto"
Salgo le scale di corsa, in punta di piedi per non disturbare. Ho il cuore che batte a mille.
Lo voglio disperatamente.
Lo sento dietro di me. Edward mi ha seguita, subito.
Apro la porta della mia camera. Lui mi spinge dentro, chiude la porta e in un attimo mi ritrovo distesa sul letto.
Non so come abbia fatto si è già tolto la giacca che indossava e la cravatta è allentata.
Posa un ginocchio sul letto, con uno scatto si sfila la cravatta, continuando a fissarmi. Si slaccia i primi bottoni della camicia ed io faccio lo stesso.
Ci svestiamo guardandoci fisso negli occhi. Come se fossimo davanti ad uno specchio.
Lui sfila la camicia ed io la mia.
Siamo impazienti, con il fiatone entrambi.
Non resisto e porto le mie mani sui bottoni dei suoi pantaloni e glieli slaccio, lui mi guarda si alza e finisce quello che ho iniziato.
Passo alla mia gonna ma è lui a sfilarmela, sento le sue mani sulla mia pelle adesso. I suoi occhi di un azzurro scuro. Il volto è serio, concentrato e le dita lavorano sul mio bustino per slacciarlo.
Una fila di baci sulle spalle, sul collo. La sua lingua a solleticare il mio orecchio.
"Isabellaaaa hai un profumo delizioso" mi attira verso di sè petto e schiena a contatto, senza indumenti, pelle contro pelle, i nostri corpi nudi, agitati, respiri veloci, ansimi.
"Edwaaaaaard ... amoree.... ti prego, ho bisogno di te. Non sai quanto ho aspettato questo momento."
Mi giro verso di lui, come ho fatto nel pomeriggio sul balcone e mi impossesso delle sue labbra. Sono irresistibili, piene, calde, accoglienti, avvolgenti. Sono sua. Voglio esserlo.
Petto contro petto ora. Calore contro calore. Il mio volto solleticato da quella peluria rada. La bacio, lo bacio. lo annuso. Mi ci perdo.
Mi distende lentamente sul letto, piego una gamba appoggiando il piede sul materasso, lui si solleva leggermente, rimane in piedi ad osservarmi, rapito dal mio corpo. Porta  una mano sul mio ginocchio piegato e continua a seguire con lo sguardo le curve del mio corpo.
Lo fisso in volto e continuo il gioco di prima.
"Le piace quel che vede mio Signore?" gli domando seria portandomi una mano sotto  nuca a scompigliarmi i capelli.
Il suo sguardo sale al mio volto e usa la sua mano libera per sollevarmi l'altra gamba e portarle tutte e due nella stessa posizione.
Mi divarica le gambe e si abbassa sopra di me. Appoggia le sue mani sul letto ai lati della mia testa e riempie il mio volto di baci. Lenti e scanditi, ritmati. Avvicina la sua bocca alle mie labbra, posa dei baci profondi ed intesi, prende il mio labbro inferiore tra i denti, stringendo leggermente. Un ringhio sommesso dalla sua bocca e un gemito dalla mia gola, accompagnano i nostri respiri affannosi.
Con un dito accarezza le mie labbra e io non resisto voglio assaggiarlo, lo faccio entrare in bocca e lo lecco su e giù.
Edward sbalanca la bocca e mi imita, lecca il suo dito anche lui.... mi assaggia così, poi adagia il suo corpo sopra il mio, rimane fermo sopra di me. A contatto. La sua mano corre frenetica e tremante sul mio sedere ad accarezzarlo e ad afferarlo, spingendo il mio bacino verso il suo.
Porta le sue dita bagnate dalla nostra saliva sulle mie labbra intime, questa volta, mi esplora, mi penetra lentamente, mi fa impazzire.
"Oh Edward, mi piace, ti prego non ti fermare"
Continua per qualche minuto e poi si scosta e allinea di nuovo  il suo bacino al mio.
La sua erezione possente si scontra con la mia eccitazione, che lentamente si schiude, si prepara ad accoglierlo.
Sono pronta per lui.
"Mi vuoi Isabella?" la sua voce un sussurro.
"Voglio sentirtelo dire" un altro gemito.
"Sì, ti voglio, adesso, qui" riesco a scandire.
Mi fissa e spinge il bacino verso di me, penetrandomi. Lentamente e totalmente, fino in fondo. Le nostro bocche schiuse, gemiti, ansimi, le lingue a toccarsi, le labbra unite.
"Ti ho sognata, anche ad occhi aperti. Ti ho voluta da subito" riesce a dirmi, il fiato rotto.
Le sue mani tra i miei capelli. Le mie gambe ancorate al suo bacino.
Movimenti ritmati lunghi e profondi.
Si ritrae lentamente e spinge forte dentro di me...."Continua così amore.... sto impazzendo" non so come riesco a parlare.
Le mie unghie sulla sua schiena, i suoi denti sul mio collo, un ringhio sulla mia bocca. Lo sento spingere più velocemente. Ha aumentato il suo ritmo.
"Mi piace come ti muovi sotto di me, sono al limite, non resisto più"
"Anche io amore, oh oh sei bravissimo"
Altre spinte e lo sento pulsare "Sei mia"... lo sento ringhiare nel mio orecchio, mi morde sul collo, un'altra spinta vigorosa e anche io raggiungo il piacere, quello totale, quello immenso ed infinito che avvolge tutto il corpo, mente e anima. Si svuota dentro di me, lo sento, i nostri umori si uniscono, si mescolano. Come i nostri ansimi, lingua e saliva. Insieme. Perfetti.
Cerchiamo di riprendere il controllo del nostro respiro, ancora siamo uniti. Sorridiamo, ridiamo insieme. Contenti, appagati.
"Ti amo mia Signora" mi bacia ancora... baci forti sulle labbra.
"Edward credo di sognare, dimmi che non sto sognando, ma che lo abbiamo fatto davvero" sono incredula, troppo bello per essere vero.
Ho paura di essermelo sognato.
"Non sta sognando mia Signora" e con le dita mi pizzica il fianco, poi si scosta da me, mi tiene tra le sue braccia e scende a mordermi.
"Ahah allora è vero.... aiihh" mi fa il solletico.... rido "Ok, ok. Ci credo,ci credo" Ridiamo ancora.
Gli prendo il viso tra le mani, lo guardo, la sua bocca rossa, la bacio.
"Anche io ti amo Edward, da morire"
"Grazie amore, è stata la notte più bella della mia vita" rimaniamo così sdraiati uno tra le braccia dell'altra. Esausti. Travolti dalle emozioni. Quelle che provi solo con chi ami veramente.
Un senso di protezione  mi circonda, mi rilassa. I suoi baci sulla mia nuca.
Sento che sto per addormentarmi e lascio che il suo profumo di uomo mi accompagni nel mondo dei sogni.

mercoledì 21 dicembre 2011

CAPITOLO 12.1


IL CAPITOLO E' CORTO..... MA PRESTO ARRIVERA' L'UPGRADE.


PRIMA PARTE


POV ROSALIE

Esco dalla stanza, preoccupata, dispiaciuta.
Infondo Isabella mi sta simpatica, la trovo giusta per Edward.
Mi dispiace per tutto questo, spero per lui che riesca a non rovinare tutto.
Tutto con lei.
Voglio bene ad Edward. Diciamo pure che per un periodo ho creduto anche di amarlo. Ma eravamo piccoli, avevamo 15 anni e lui era il mio eroe. Bello e affascinante come adesso.
Tra di noi non è mai successo niente, in realtà, non sono sicura che lui abbia mai saputo della mia infatuazione.
Siamo amiche da sempre sua sorella Alice ed io. Abbiamo frequentato le stesse scuole e lui era sempre pronto a proteggerla, visto  che immancabilmente  riusciva a mettersi sempre nei guai. Edward ed io avevamo il compito di aiutarla ad uscirne.
Alice da qualche anno è stata assunta come consulente esperta al Museo d'Arte di Chicago, ed è da qui che sono partite le nostre indagini, relative ad alcuni dipinti stranamente mai arrivati al  museo, di cui Alice era particolarmente entusiasta.
Mercanti d'arte e di diamanti..... Edward come giornalista si incuriosì subito dei discorsi strampalati della sorella e si mise in testa di risolvere questo caso chiedendo a noi di aiutarlo.
Sì perchè io, Emmet e Jackson siamo degli investigatori  e da un anno stiamo cercando di venire a capo di tutta questa intricata storia..... fino a quel giorno in cui, Edward si ritrovò in coma.
Ed eccomi comparire qui, improvvisamente come infermiera.
Sono qui per sorvegliare Edward. Mentre Emmet e Jackson continuano il loro lavoro in collaborazione con la polizia di Chicago e New York.
Solo che l'operazione è delicata, e Isabella potrebbe essere in pericolo se solo sapesse cosa sta succedendo.
Sono qui che prego affinchè Edward non le racconti niente, per il suo bene.

POV EDWARD
Bella è qui seduta sulle mie gambe, ed io sono impressionato dal suo atteggiamento. Stava per colpirmi, era furiosa. La capisco e chi non lo sarebbe stato. Io al posto suo Dio solo sa che cosa avrei fatto!
La paura di perderla mi corrode l'anima e da quando ho riacquistato la memoria, mi sta distruggendo. Sentire il suo profumo e il suo corpo caldo così vicino al mio, arrendevole, ha scatenato una serie di reazioni a catena.
Prima la rabbia, poi la sofferenza, la disperazione e nel contempo l'improvvisa consapevolezza che lei è qui pronta ad ascoltarmi.
Pronta ad affidarsi a me, a non lasciarmi.
Vengo assalito da così tante emozioni che non riesco a trattenere le lacrime e riesco a liberarmi  aggrappandomi a lei.
Tengo le mie labbra sul suo collo accaldato per la tensione, fino a che il mio respiro non si regolarizza e riesco a parlare tranquillamente, senza la voce rotta dal pianto.
Con la sua mano mi aiuta ad asciugare le lacrime ed il suo corpo è impegnato in una sorta di dondolio per cercare di calmarmi, di rassicurarmi. Sono chiari segnali del fatto che lei è pronta ad ascoltarmi e spero anche a perdonarmi. So che ha capito.
"Amore, ti chiedo solo di ascoltarmi.
Credimi.
Se non ho voluto dirti subito di aver riacquistato la memoria è stato per non metterti in pericolo. Quando ho capito chi ero ho avuto paura per te. Non posso raccontarti molto. Vorrei ma non posso farlo.
Ti chiedo solo di avere fiducia in me. Ti prego di perdonarmi se non sono stato sincero, se ti ho tenuta all'oscuro, ma ti prego credimi lo sto facendo solo per te Isabella."
Lei mi ascolta a testa bassa, fissa le nostre mani,  incrociate le une alle altre. Ha delle  mani bellissime. Le voglio proteggere. La voglio proteggere. Lei è mia, lo sento nel mio cuore.
Ora si volta e mi guarda negli occhi. Sono limpidi e lucidi.
"Prima ero furiosa. Ti ho visto con Rosalie, e ho perso la testa..... io sono qui adesso, io e te siamo qui. Dio solo sa da quanto ho aspettato questo momento. Quanto ho desiderato che tu ricordassi tutto della tua vita. Quanto ho aspettato i tuoi baci.
Puoi dirmi almeno come ti chiami? Ho sentito Rosalie chiamarti Edward..... è così che ti chiami,  Edward?"
Sospirai. Sentire il mio nome uscire dalle sue labbra mi provocò una tale emozione che non resistetti più.
Non fui più in grado di controllarmi, intrappolai il suo viso tra le mie mani, ed annuii flebilmente con la testa e mi avvolsi in quel paradiso, fatto dalle sue labbra, di dolcezza, di passione. Anche lei si aggrappò al mio collo, le sue mani mi accarezzarono la base dei capelli, lentamente, mentre la sua bocca si aprì, mi fece spazio dentro di lei. Ancora e ancora. Ero io ora ad affidarmi a lei, mi accoglieva,  mi rassicurava. Mi voleva. Lo sentivo. Mi voleva come io volevo lei.
La strinsi forte sui fianchi, un sospiro uscì timidamente dalla sua bocca e più rumorasamente dalla mia. Portai una mano al centro della sua schiena, accarezzandola dolcemente, spingendo lentamente il suo corpo sempre più vicino al mio.
Sentii i suoi seni aderire al mio petto. Ero schiavo di lei. Mai mi ero sentito così forte e potente in tutta la mia vita. Vivevo per lei.
Grazie a lei.
Nulla avrebbe avuto più senso senza lei accanto.
"Io ti ho sentita Bella. Quando ero addormentato. Io ti sentivo. La tua voce per me era un sogno, una magia. Quando non eri qui con me, ero perso. Eri la mia speranza. Tu mi hai svegliato. Io volevo venire da te. Ho sentito il tuo bacio. Ho sentito il tuo amore per me."
Un altro bacio. Una lacrima, ancora.
"Sono felice Edward, anche se avevo timore di questo, avevo paura che una volta riacquistata la memoria non ci fosse un posto nel tuo cuore e nella tua vita per me. Non sarei riuscita a sopportarlo."
continuai....
"Tu sei tutto per me"
"Edward, posso chiamarti così ora vero o preferisci che continui a chiamarti Anthony?"
"Anthony mi piace!"
Sorrisi.
Un'altro bacio.

POV BELLA
Era molto tardi.......  a quel punto mi alzai da lui e chiusi le tende della camera per rimanere ancora di più da soli, chiusi a chiave e spensi la luce.
Rosalie era di turno, per cui sapevo che non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi alla stanza.
Volevo rimanere qui, isolata e da sola con lui.
Era il nostro nido. Eravamo al sicuro, qui.
Io e lui insieme. Finalmente. Due anime unite.
Ritornai vicina ad Edward...
"Torna qui, torna sopra di me." E così feci. Era quello che volevo. Era quello che voleva.
Al buoio della stanza, davamo le spalle al letto, di fronte alla finesta le luci di Chicago come tante stelle sparse nel cielo notturno.
Il fuori e il dentro. Notte e giorno. Luce ed ombra.
Noi solo noi. I nostri cuori chiusi in questa scatola.
Tranquillità e pace, e la voglia di noi. Insieme.
Come sempre, come mai fin d'ora. Come nei miei sogni.
"Ti ho cercata da sempre. Sapevo che prima o poi ti avrei trovata"
Le sue mani sul mio collo, sulla mia gola, sul mio volto, sulla mia bocca.
I suoi occhi chiusi. Come un cieco a cercare di imprigionare i miei linementi nella sua mente.
Ed anch'io chiusi i miei. I nostri respiri vicini, il suo alito caldo sul mio collo. Solo sensazioni e brivi sulla mia pelle.
Carezze infinite, che ci accompagnarono per molto, una voglia crescente. Infinita e molto pericolosa.
La voglia che questa notte non finisca mai.
Rimaniamo così io e lui accoccolati davanti a questa finestra finchè le prime luci dell'alba illuminarono i suoi occhi ed i suoi capelli.
Era sorto il sole a Chicago, dopo giorni di grigio infinito la sua luce accecante a colorare i nostri volti, a riscaldarci.
Come se ne avessimo avuto bisogno.
Ho molto da ringraziare oggi.
Presi Edward e lo portai sul letto e io con lui. Così aggrappati uno all'altra ci addormentammo, esausti.










martedì 20 dicembre 2011

ONE SHOT DI NATALE - Uno schianto sulla neve

Uno schianto sulla neve!

Lo scricchiolio della neve sotto i miei piedi mi accompagna in questa mattina di sole e cielo limpido. Il suo tepore è come una coccola per le mie ossa infreddolite ed anchilosate dopo una notte agitata.
Sarà stata la stanchezza della sera prima.
Sono rimasta con mio cugino fino a tardi a sistemare la  baita  per i  turisti che arriveranno oggi e passeranno qui il Capodanno.
E' ancora presto e come tutte le mattine mi sgranchisco un po' passeggiando un'oretta su questo sentiero, leggermente in pendenza.
Seguo i solchi lasciati dagli sci di fondo,  qualche escursionista mattiniero deve essere passato qui molto presto.
Respiro a pieni polmoni l'aria fredda e pulita, mi godo l'odore che sprigiona la neve e il profumo della corteccia degli abeti che delimitano il sentiero intorno al lago ghiacciato.
Il paesaggio è mozzafiato e i raggi di sole che filtrano tra i rami rendono tutto più magico. Adoro queste passeggiate solitarie e silenziose.
Arrivo in un punto dove il sentiero si stringe e curva, limitando di molto il passaggio e senza rendermene conto mi ritrovo lunga distesa con la faccia immersa nelle neve.
Sento i brividi scendere sul collo, nelle orecchie. La neve mi è entrata ovunque, fortunatamente  è mordiba e l'atterraggio è indolore. Sento male ad un ginocchio però.
Qualcosa mi ha urtata, all'improvviso. Un fruscio dientro di me. Io ancora a terra che cerco di rialzarmi e di scrollare via la neve dai guanti e dal viso.
"Ehi stai bene?"
Cerco di riaprire gli occhi, mi sento il viso in fiamme, l'effetto della neve ghiacciata.
Vedo una figura alta e snella davanti a me. Sento il click degii sci.
 Due occhi meravigliosi si liberano degli occhiali.
Il mio sguardo  rimane  rapito e allacciato a quella visione. Una creatura meravigliosa che sembra uscita da un dipinto tanto è perfetta, mi sta porgendo una mano.
"Afferra la mia mano che ti aiuto"
Senza dire una parola mi metto in piedi e continuo a fissarlo. Sono inebetita.
Spero che pensi che io sia disorientata dalla caduta.
Mi aiuta a scrollare la neve che mi è rimasta sulle spalle e sulla schiena.
"Mi fa male il ginocchio" l'unica cosa che riesco a dire.
"Ma tu dove andavi così di fretta?" aggiunsi ruvida.
"E tu cosa facevi su questa parte di sentiero dedicata alla discesa?" sfoderando un sorriso talmente lumisono che il sole a confronto impallidisce.
"Siamo acide già di prima mattina Isabella Swan?"
"Ci conosciamo?"
"Non ti ricordi di me? Del tuo incubo ai tempi della scuola? Ti sei forse dimenticata di me?"
Adesso iniziavo a ricordare. Dove avevo già visto quegli occhi.
Come ho potuto non riconoscerli prima.
Ma Edward Cullen non era più quel ragazzino che tutti i giorni mi faceva passare dei guai.
"Edward come no! Ricordo ancora quando mi hai attaccato la gomma da masticare nei capelli durante la lezione di inglese, dovettero tagliarmi due ciocche di capelli"....
"....... e io presi una nota direttamente dal Preside e mio padre mi tolse il permesso di uscire per tre settimane. Però se non ricordo male tu mi avevi preso in giro chiamandomi gambe storte....".
" Cosa ti porta da queste parti?"
"Con un gruppo di amici passeremo qualche giorno di vacanza nella baita poco lontana da qui"
" E tu cosa ci fai a quest'ora tutta sola in mezzo al bosco? Non hai paura del lupo cattivo?"
"Non ci solo lupi qui....solo sciatori spericolati"
Stupiti e imbarazzati per questo incontro inaspettato, procediamo uno accanto all'altro ritornando verso la baita.
Edward mi porge il braccio per aiutarmi a camminare, zoppico vistosamente, con l'altro braccio tiene gli sci appoggiati alla spalla e ogni tanto si volta a guardarmi.
"Isabella certo che sei cambiata da quando portavi le trecce e l'apparecchio per i denti. Il brutto anatroccolo si è trasformato in un bellissimo cigno a quanto vedo".
Lo guardo spalancando la bocca, come osa!
Lui si gira sorridendo e scuotendo la testa.
"Invece noto con poco piacere che sei rimasto sempre lo stesso sbruffone di quando avevi 17 anni.... anche il cervello si è fermato. Non sei cambiato per niente"
"Ma il mio voleva essere un complimento."
"....molto mal riuscito Cullen".
Mi guarda e sembra dispiaciuto, ma non m'incanti, non più.
Avevo una cotta fortissima per lui 10 anni fa. Poi si trasferì in città con la sua famiglia e non lo rividi più.
Entriamo finalmente nella baita al caldo. Mio cugino Robert si affretta a venirci incontro.
"Cosa hai fatto Isabella, perchè zoppichi?"
"Vedo che sei in compagnia..... Edward, amico mio......" I due si abbracciano fraternamente. Erano molto amici ai tempi della scuola, qualche volta si erano anche sentiti in questi anni, ma era da parecchio che non avevamo sue notizie.
Ci accomodiamo ad un tavolo e Robert ci raggiunge con tre tazze di cioccolata calda fumante e del ghiaccio per il ginocchio.
Mi sento agitata e nervosa. Il ginocchio mi duole, ma sento che va già meglio.
Edward sembra sinceramente dispiaciuto dell'accaduto ed è pieno di premure verso di me. Infatti non solo mi aiuta a sedermi ma afferra le gambe, mi sfila gli scarponi e le porta sulle sue ginocchia. Continua a fissarmi e delicatamente inizia a massaggiarmi il ginocchio dolente.
"Va bene così Isabella? Mi dispiace di averti fatto male, non volevo, non credevo di trovare qualcuno..... di trovare te ...poi .... ecco perdonami" balbetta seriamente imbarazzato.
Mi strizza un occhio e mi sorride ed io sento le mie guance andare a fuoco. Da tanto tempo non sentivo questa sensazione.
All'improvviso mi sento una ragazzina davanti al suo bel principe, che però poi tanto azzurro non si è mai dimostrato.
ANZI.
Beviamo tutti e tre dalle nostre tazze fumanti, godendo di qual calore.
Ho il cuore che batte all'impazzata e non riesco a rallentare la sua corsa.
Edward, Robert ed io iniziamo a parlare dei vecchi tempi, dei nostri ricordi e del presente.
"Sono arrivato per primo oggi, gli altri amici dovrebbero arrivare tra poco...... magari inizio a sistemarmi nella mia camera, vado a prendere i bagagli in macchina. E' stata una sorpresa ritrovarvi qui in questo posto, non pensavo foste voi a gestirlo.
Una piacevole sorpresa direi." disse girandosi verso di me e ammiccando di nuovo in quel suo modo unico.
"Tu Swan non ti muovere da qui, faccio subito e ritorno da te, abbiamo tante cose da raccontarci ancora. Non ho finito con te."
Annuii solo con la testa. Ci stavo cascando un'altra volta.
Avevo le farfalle nello stomaco. Tutto quello che provavo ritornò prepotente in me... forse non lo avevo mai davvero dimenticato.
Passiamo un paio d'ore seduti fianco a fianco sul divano di fronte al camino; è dolce Edward, ogni tanto mi sfiora i capelli con le dita, li sposta, li sistema, sembra preso. Mi fissa sempre negli occhi. Parliamo e ridiamo di tante cose. E' piacevole parlare con lui. Ride molto alle mie battute, quando ricordiamo qualche episodio del passato.
Ci avviciniamo l'uno all'altro senza accorgercene e lui porta una mano sulla mia guancia, sta per dirmi qualcosa quando come  un uragano la porta si spalanca e oltre al vento freddo entrano sei persone.
Tre ragazzi e tre ragazze. Edward si alza, i suoi amici sono arrivati.
Una di loro bionda e molto bella corre incontro a lui e lo abbraccia e gli stampa un bacio in bocca.
Lui si ritrae e si stacca da quell'abbraccio, non se lo aspettava evidentemente.
"Edward, mi sei mancato da morire. Finalmente siamo arrivati"
"Ciao Tanya, che saluto caloroso"
"Per te questo ed altro Cullen"
Edward sembra sinceramente imbarazzato e si volta a guardarmi.
La mia espressione deve essere molto eloquente.
Ha passato la mattinata a flertare con me, era evidente, ed è già occupato. Che stronzo! Non è cambiato è sempre lo stesso, più pericoloso di prima però, evidentemente con il passare del tempo ha affinato le sue tecniche.
Sospiro e mi giro verso il camino. Illusa. Ecco cosa sono. Un'illusa. Cosa pensavi che lui venisse qui e che si innamorasse di te. Stupida Bella!
Mi alzo e piano piano mi avvicino a loro, mi presento e assegno loro le stanze.
Controllo le prenotazioni sono tutte doppie. Tranne quella di Edward che è a uso singola e quella di Tanya.
Loro non dormiranno insieme? Forse erano solo all'inizio del rapporto e non erano ancora così intimi.
Sorrisi. Sperai che fosse così.
Passai il pomeriggio insieme a loro, a ridere e a scherzare.
Edward seduto tra me e Tanya.
Lei che lo abbraccia e tocca in continuazione, lui che di rimando, ogni volta si avvicina sempre più a me , sembra cercare di sfuggirle.
Tanto che che mi ritrovo al limite della panca con la gamba ed il fianco di Edward completamente schiacciato, anzi, pressato al mio.
Mi scappa un sorriso data la situazione buffa. Era evidente che lui stava cercando di scappare da Tanya, ma non sapeva come fare.
Si accorge della mia risata e si volta verso di me "Edward se continui così finirò con il sedere per terra", per tutta risposta mi passa un braccio dietro la schiena e con la mano mi afferra il fianco e mi stringe ancora di più a se. Se questo fosse ancora possibile. Si volta verso di me e affonda il suo volto nella parte scoperta del mio collo, appena dietro l'orecchio e vi pone dei piccoli baci, lenti, unici, inaspettati. "Scusami Bella, è da sta mattina che sento il desiderio di farlo, scappiamo....."
Brividi lungo la schiena. Deglutisco rumorosamente anche quando l'altro braccio passa sotto le mie gambe e mi solleva. Non ho nemmeno il tempo di ragione.
Edward mi prende in braccio e mi porta nella stanza di fianco insieme a lui. C'è un divano rosso di fronte ad una meravigliosa vetrata che offre un paesaggio fuori dal comune. Chiude la porta.
Avvicina  le sue labbra alla mia guancia ed inizia a posarvi dei baci piccoli,leggeri, dolcissimi. "Sei bellissima..... è da prima che mi sono accorto di questo angolo..... e immaginavo di portati qui......"
Iniziamo a ridere. Come per scacciare un po' di imbarazzo che si è  creato durante questa incursione, oltremodo inaspettata, da parte sua.
"Bella, volevo ricreare l'atmosfera che c'era prima tra noi, prima che arrivassero Tanya e i miei amici."
"Ecco appunto Tanya, Cullen spiegami per favore. Ho pensato che..... ecco.... che ..... Edward, state insieme?"
"Isabella ti sembra il mio tipo? Non mi da pace da quando l'ho conosciuta. Non so più cosa fare per scappare dai suoi attacchi, non la sopporto più!"
"Ah! Adesso capisco! Ti serviva una scusa per farle capire una volta per tutte..... così mi hai portata qui".
"Bella..... cosa hai capito, non ho escogitato un piano per non averla tra i piedi.....ma.....in effetti potrebbe essere efficace" e si blocca mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
Due baci sulla bocca, e gli altri intorno alle labbra.... "volevo stare solo con te". Baci avidi e le mani che corrono sotto i vestiti.
"Volevo te, voglio te"
Siamo travolti da un'onda, lui ed io. Le bocche dell'altro il nostro respiro, la nostra forza. Gli sfilo il maglione e mi accorgo di non indossare più il mio.... ma quando me lo ha sfilato?
Mi solleva ancora, ci  mettiamo in piedi uno di fronte all'altra e inziamo a baciarci ancora e ancora ovunque e mentre lo facciamo ci spostiamo per la stanza. Addosso al muro, vicino alla porta e con una mano giro la chiave nella serratura. La sfilo e la butto dietro di lui.
Mi sorride famelico, ha capito che si può spingere oltre.
"Anche tu mi vuoi Isabella? E' una vita che ti aspetto....."
"Dimmi che lo vuoi anche tu.... che mi vuoi anche tu...."
"Sì ti prego Edward.....ti voglio.....ora" Un altro bacio sul collo urgente
"Ti ho sempre voluto" uno dientro l'orecchio.
"Anche io Miss Swan, ti ho sempre desiderata, scusami se ti ho infastidita, ma non sapevo come fare con te..."
"Non ti scusare Edward, e continua..... anzi, scusati ancora, e ancora...."
"Va bene..... come vuoi, allora, ti accontento subito......Mi scuso qui (un bacio sul collo) e poi qui.....(uno più in basso).. "Libera il mio seno ...... "ancora qui" (un altro bacio).... una continua scia di baci bagnati sempre più in basso....intorno all'ombelico..... la sua lingua ritorna in alto in mezzo ai seni...... le mie mani sulla sua schiena, arpionate a lui, come se perdendo la presa avessi paura  di sprofondare in un abisso.....
"Chiedi ancora scusa Edward, slacciami i pantaloni..... scusati anche un po più in basso" gli occhi infuocati, la bocca aperta ansimante, vogliasa. Porta le sue mani dentro le mie mutandine...... gemiti dentro le mie orecchie, io con lui. Totalmente fuori controllo, entrambi!
Mentre lui si impossessa di me con le dita, passo una mano sulla sua erezione, ancora costretta nei Jeans.
Non resisto più, la mia voglia si fa prepotente. Devo assolutamente prenderlo in mano. E lo faccio, slaccio i bottoni, con urgenza libero la sua erezione, la scorro su e giù prima lentamente e poi più veloce e decisa, stringo e scopro lui , turgido, bagnato.
Cerchiamo di trattenere i gemiti, di soffocarli per evitare che gli altri ci possano sentire. Ma è difficile, troppa è la voglia di noi insieme.
Così ormai nudi ci ritroviamo sul divano, io sotto di lui. Sento il suo peso, il suo profumo forte, il mio seno ormai nascosto dalla sua bocca. Il mio volto perso tra i suoi capelli. Appoggia il suo sesso duro al mio ingresso, spinge prima lentamente solo la punta. Si ferma mi bacia, le lingue si toccano si sfiorano, si scrutano, la nostra saliva si mescola.
"Dimmi che mi vuoi......"
"AAAahhhh Edward ti prego, sìììì........ così, ti voglio sentireee Edward"...... " Bella sono qui.... tutto.. per te..".... ansimi, suppliche, gemiti..... "sei bellissima, cazzo sì..... sei bellissima, sei perfetta .... per me........ sono qui .... tutto quello che vuoi tu ..... per sempre" calore immenso, ingestibile ovunque. Le sue parole come fuoco sulla mia pelle......
Le mie gambe ancorate ai suoi fianchi, le mie mani sulle sue natiche ad aiutarlo nel movimento, lo voglio tutto, fino in fondo. Mi deve riempire. E' assoluto, è prioritario. Solo lui. Solo questo. Le sue mani nei miei capelli le nostre bocche vicine, occhi negli occhi. Solo noi adesso, il resto scompare. Il mondo muta, si rovescia, esplode. Lo sento muoversi più velocemente gli occhi serrati, la bocca gonfia, il volto stravolto. Io con lui... godiamo insieme, stringendoci sempre di più, lasciando che lentamente i nostri corpi si fermino e i nostri respiri ritornino regolari.
Questo è tutto quello che voglio. Tutto quello che vogliamo, non abbiamo bisogno di altro.
Un bacio a fior di labbra, e poi ancora un altro.... "Ti amo Isabella, ti ho sempre voluta". Annuisco, gli sorrido, gli bacio lentamente ogni parte del viso, non tralascio niente........ raccolgo anche la lacrima, scappata dai suoi occhi, appagati e felici.

Sono passati 40 anni da quel giorno.
Il mio Edward ed io ancora passeggiamo tra queste valli. Questa baita è diventata la nostra casa, ora che i nostri 3 figli sono grandi ed indipendenti, ci siamo trasferiti . E' un posto incantevole, il luogo dove ci siamo ri...scontrati e riscoperti, dove ci siamo innamorati.
Dove abbiamo concepito il nostro primo figlio, quella prima volta o forse la seconda... o la terza, non lo sapremo mai con precisione..... perchè quel pomeriggio abbiamo messo a dura prova la resistenza di quel divano rosso.
Buon Anno, amore mio, un altro da passare ancora insieme!