L'UOMO MISTERIOSO

L'UOMO MISTERIOSO

martedì 20 dicembre 2011

ONE SHOT DI NATALE - Uno schianto sulla neve

Uno schianto sulla neve!

Lo scricchiolio della neve sotto i miei piedi mi accompagna in questa mattina di sole e cielo limpido. Il suo tepore è come una coccola per le mie ossa infreddolite ed anchilosate dopo una notte agitata.
Sarà stata la stanchezza della sera prima.
Sono rimasta con mio cugino fino a tardi a sistemare la  baita  per i  turisti che arriveranno oggi e passeranno qui il Capodanno.
E' ancora presto e come tutte le mattine mi sgranchisco un po' passeggiando un'oretta su questo sentiero, leggermente in pendenza.
Seguo i solchi lasciati dagli sci di fondo,  qualche escursionista mattiniero deve essere passato qui molto presto.
Respiro a pieni polmoni l'aria fredda e pulita, mi godo l'odore che sprigiona la neve e il profumo della corteccia degli abeti che delimitano il sentiero intorno al lago ghiacciato.
Il paesaggio è mozzafiato e i raggi di sole che filtrano tra i rami rendono tutto più magico. Adoro queste passeggiate solitarie e silenziose.
Arrivo in un punto dove il sentiero si stringe e curva, limitando di molto il passaggio e senza rendermene conto mi ritrovo lunga distesa con la faccia immersa nelle neve.
Sento i brividi scendere sul collo, nelle orecchie. La neve mi è entrata ovunque, fortunatamente  è mordiba e l'atterraggio è indolore. Sento male ad un ginocchio però.
Qualcosa mi ha urtata, all'improvviso. Un fruscio dientro di me. Io ancora a terra che cerco di rialzarmi e di scrollare via la neve dai guanti e dal viso.
"Ehi stai bene?"
Cerco di riaprire gli occhi, mi sento il viso in fiamme, l'effetto della neve ghiacciata.
Vedo una figura alta e snella davanti a me. Sento il click degii sci.
 Due occhi meravigliosi si liberano degli occhiali.
Il mio sguardo  rimane  rapito e allacciato a quella visione. Una creatura meravigliosa che sembra uscita da un dipinto tanto è perfetta, mi sta porgendo una mano.
"Afferra la mia mano che ti aiuto"
Senza dire una parola mi metto in piedi e continuo a fissarlo. Sono inebetita.
Spero che pensi che io sia disorientata dalla caduta.
Mi aiuta a scrollare la neve che mi è rimasta sulle spalle e sulla schiena.
"Mi fa male il ginocchio" l'unica cosa che riesco a dire.
"Ma tu dove andavi così di fretta?" aggiunsi ruvida.
"E tu cosa facevi su questa parte di sentiero dedicata alla discesa?" sfoderando un sorriso talmente lumisono che il sole a confronto impallidisce.
"Siamo acide già di prima mattina Isabella Swan?"
"Ci conosciamo?"
"Non ti ricordi di me? Del tuo incubo ai tempi della scuola? Ti sei forse dimenticata di me?"
Adesso iniziavo a ricordare. Dove avevo già visto quegli occhi.
Come ho potuto non riconoscerli prima.
Ma Edward Cullen non era più quel ragazzino che tutti i giorni mi faceva passare dei guai.
"Edward come no! Ricordo ancora quando mi hai attaccato la gomma da masticare nei capelli durante la lezione di inglese, dovettero tagliarmi due ciocche di capelli"....
"....... e io presi una nota direttamente dal Preside e mio padre mi tolse il permesso di uscire per tre settimane. Però se non ricordo male tu mi avevi preso in giro chiamandomi gambe storte....".
" Cosa ti porta da queste parti?"
"Con un gruppo di amici passeremo qualche giorno di vacanza nella baita poco lontana da qui"
" E tu cosa ci fai a quest'ora tutta sola in mezzo al bosco? Non hai paura del lupo cattivo?"
"Non ci solo lupi qui....solo sciatori spericolati"
Stupiti e imbarazzati per questo incontro inaspettato, procediamo uno accanto all'altro ritornando verso la baita.
Edward mi porge il braccio per aiutarmi a camminare, zoppico vistosamente, con l'altro braccio tiene gli sci appoggiati alla spalla e ogni tanto si volta a guardarmi.
"Isabella certo che sei cambiata da quando portavi le trecce e l'apparecchio per i denti. Il brutto anatroccolo si è trasformato in un bellissimo cigno a quanto vedo".
Lo guardo spalancando la bocca, come osa!
Lui si gira sorridendo e scuotendo la testa.
"Invece noto con poco piacere che sei rimasto sempre lo stesso sbruffone di quando avevi 17 anni.... anche il cervello si è fermato. Non sei cambiato per niente"
"Ma il mio voleva essere un complimento."
"....molto mal riuscito Cullen".
Mi guarda e sembra dispiaciuto, ma non m'incanti, non più.
Avevo una cotta fortissima per lui 10 anni fa. Poi si trasferì in città con la sua famiglia e non lo rividi più.
Entriamo finalmente nella baita al caldo. Mio cugino Robert si affretta a venirci incontro.
"Cosa hai fatto Isabella, perchè zoppichi?"
"Vedo che sei in compagnia..... Edward, amico mio......" I due si abbracciano fraternamente. Erano molto amici ai tempi della scuola, qualche volta si erano anche sentiti in questi anni, ma era da parecchio che non avevamo sue notizie.
Ci accomodiamo ad un tavolo e Robert ci raggiunge con tre tazze di cioccolata calda fumante e del ghiaccio per il ginocchio.
Mi sento agitata e nervosa. Il ginocchio mi duole, ma sento che va già meglio.
Edward sembra sinceramente dispiaciuto dell'accaduto ed è pieno di premure verso di me. Infatti non solo mi aiuta a sedermi ma afferra le gambe, mi sfila gli scarponi e le porta sulle sue ginocchia. Continua a fissarmi e delicatamente inizia a massaggiarmi il ginocchio dolente.
"Va bene così Isabella? Mi dispiace di averti fatto male, non volevo, non credevo di trovare qualcuno..... di trovare te ...poi .... ecco perdonami" balbetta seriamente imbarazzato.
Mi strizza un occhio e mi sorride ed io sento le mie guance andare a fuoco. Da tanto tempo non sentivo questa sensazione.
All'improvviso mi sento una ragazzina davanti al suo bel principe, che però poi tanto azzurro non si è mai dimostrato.
ANZI.
Beviamo tutti e tre dalle nostre tazze fumanti, godendo di qual calore.
Ho il cuore che batte all'impazzata e non riesco a rallentare la sua corsa.
Edward, Robert ed io iniziamo a parlare dei vecchi tempi, dei nostri ricordi e del presente.
"Sono arrivato per primo oggi, gli altri amici dovrebbero arrivare tra poco...... magari inizio a sistemarmi nella mia camera, vado a prendere i bagagli in macchina. E' stata una sorpresa ritrovarvi qui in questo posto, non pensavo foste voi a gestirlo.
Una piacevole sorpresa direi." disse girandosi verso di me e ammiccando di nuovo in quel suo modo unico.
"Tu Swan non ti muovere da qui, faccio subito e ritorno da te, abbiamo tante cose da raccontarci ancora. Non ho finito con te."
Annuii solo con la testa. Ci stavo cascando un'altra volta.
Avevo le farfalle nello stomaco. Tutto quello che provavo ritornò prepotente in me... forse non lo avevo mai davvero dimenticato.
Passiamo un paio d'ore seduti fianco a fianco sul divano di fronte al camino; è dolce Edward, ogni tanto mi sfiora i capelli con le dita, li sposta, li sistema, sembra preso. Mi fissa sempre negli occhi. Parliamo e ridiamo di tante cose. E' piacevole parlare con lui. Ride molto alle mie battute, quando ricordiamo qualche episodio del passato.
Ci avviciniamo l'uno all'altro senza accorgercene e lui porta una mano sulla mia guancia, sta per dirmi qualcosa quando come  un uragano la porta si spalanca e oltre al vento freddo entrano sei persone.
Tre ragazzi e tre ragazze. Edward si alza, i suoi amici sono arrivati.
Una di loro bionda e molto bella corre incontro a lui e lo abbraccia e gli stampa un bacio in bocca.
Lui si ritrae e si stacca da quell'abbraccio, non se lo aspettava evidentemente.
"Edward, mi sei mancato da morire. Finalmente siamo arrivati"
"Ciao Tanya, che saluto caloroso"
"Per te questo ed altro Cullen"
Edward sembra sinceramente imbarazzato e si volta a guardarmi.
La mia espressione deve essere molto eloquente.
Ha passato la mattinata a flertare con me, era evidente, ed è già occupato. Che stronzo! Non è cambiato è sempre lo stesso, più pericoloso di prima però, evidentemente con il passare del tempo ha affinato le sue tecniche.
Sospiro e mi giro verso il camino. Illusa. Ecco cosa sono. Un'illusa. Cosa pensavi che lui venisse qui e che si innamorasse di te. Stupida Bella!
Mi alzo e piano piano mi avvicino a loro, mi presento e assegno loro le stanze.
Controllo le prenotazioni sono tutte doppie. Tranne quella di Edward che è a uso singola e quella di Tanya.
Loro non dormiranno insieme? Forse erano solo all'inizio del rapporto e non erano ancora così intimi.
Sorrisi. Sperai che fosse così.
Passai il pomeriggio insieme a loro, a ridere e a scherzare.
Edward seduto tra me e Tanya.
Lei che lo abbraccia e tocca in continuazione, lui che di rimando, ogni volta si avvicina sempre più a me , sembra cercare di sfuggirle.
Tanto che che mi ritrovo al limite della panca con la gamba ed il fianco di Edward completamente schiacciato, anzi, pressato al mio.
Mi scappa un sorriso data la situazione buffa. Era evidente che lui stava cercando di scappare da Tanya, ma non sapeva come fare.
Si accorge della mia risata e si volta verso di me "Edward se continui così finirò con il sedere per terra", per tutta risposta mi passa un braccio dietro la schiena e con la mano mi afferra il fianco e mi stringe ancora di più a se. Se questo fosse ancora possibile. Si volta verso di me e affonda il suo volto nella parte scoperta del mio collo, appena dietro l'orecchio e vi pone dei piccoli baci, lenti, unici, inaspettati. "Scusami Bella, è da sta mattina che sento il desiderio di farlo, scappiamo....."
Brividi lungo la schiena. Deglutisco rumorosamente anche quando l'altro braccio passa sotto le mie gambe e mi solleva. Non ho nemmeno il tempo di ragione.
Edward mi prende in braccio e mi porta nella stanza di fianco insieme a lui. C'è un divano rosso di fronte ad una meravigliosa vetrata che offre un paesaggio fuori dal comune. Chiude la porta.
Avvicina  le sue labbra alla mia guancia ed inizia a posarvi dei baci piccoli,leggeri, dolcissimi. "Sei bellissima..... è da prima che mi sono accorto di questo angolo..... e immaginavo di portati qui......"
Iniziamo a ridere. Come per scacciare un po' di imbarazzo che si è  creato durante questa incursione, oltremodo inaspettata, da parte sua.
"Bella, volevo ricreare l'atmosfera che c'era prima tra noi, prima che arrivassero Tanya e i miei amici."
"Ecco appunto Tanya, Cullen spiegami per favore. Ho pensato che..... ecco.... che ..... Edward, state insieme?"
"Isabella ti sembra il mio tipo? Non mi da pace da quando l'ho conosciuta. Non so più cosa fare per scappare dai suoi attacchi, non la sopporto più!"
"Ah! Adesso capisco! Ti serviva una scusa per farle capire una volta per tutte..... così mi hai portata qui".
"Bella..... cosa hai capito, non ho escogitato un piano per non averla tra i piedi.....ma.....in effetti potrebbe essere efficace" e si blocca mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
Due baci sulla bocca, e gli altri intorno alle labbra.... "volevo stare solo con te". Baci avidi e le mani che corrono sotto i vestiti.
"Volevo te, voglio te"
Siamo travolti da un'onda, lui ed io. Le bocche dell'altro il nostro respiro, la nostra forza. Gli sfilo il maglione e mi accorgo di non indossare più il mio.... ma quando me lo ha sfilato?
Mi solleva ancora, ci  mettiamo in piedi uno di fronte all'altra e inziamo a baciarci ancora e ancora ovunque e mentre lo facciamo ci spostiamo per la stanza. Addosso al muro, vicino alla porta e con una mano giro la chiave nella serratura. La sfilo e la butto dietro di lui.
Mi sorride famelico, ha capito che si può spingere oltre.
"Anche tu mi vuoi Isabella? E' una vita che ti aspetto....."
"Dimmi che lo vuoi anche tu.... che mi vuoi anche tu...."
"Sì ti prego Edward.....ti voglio.....ora" Un altro bacio sul collo urgente
"Ti ho sempre voluto" uno dientro l'orecchio.
"Anche io Miss Swan, ti ho sempre desiderata, scusami se ti ho infastidita, ma non sapevo come fare con te..."
"Non ti scusare Edward, e continua..... anzi, scusati ancora, e ancora...."
"Va bene..... come vuoi, allora, ti accontento subito......Mi scuso qui (un bacio sul collo) e poi qui.....(uno più in basso).. "Libera il mio seno ...... "ancora qui" (un altro bacio).... una continua scia di baci bagnati sempre più in basso....intorno all'ombelico..... la sua lingua ritorna in alto in mezzo ai seni...... le mie mani sulla sua schiena, arpionate a lui, come se perdendo la presa avessi paura  di sprofondare in un abisso.....
"Chiedi ancora scusa Edward, slacciami i pantaloni..... scusati anche un po più in basso" gli occhi infuocati, la bocca aperta ansimante, vogliasa. Porta le sue mani dentro le mie mutandine...... gemiti dentro le mie orecchie, io con lui. Totalmente fuori controllo, entrambi!
Mentre lui si impossessa di me con le dita, passo una mano sulla sua erezione, ancora costretta nei Jeans.
Non resisto più, la mia voglia si fa prepotente. Devo assolutamente prenderlo in mano. E lo faccio, slaccio i bottoni, con urgenza libero la sua erezione, la scorro su e giù prima lentamente e poi più veloce e decisa, stringo e scopro lui , turgido, bagnato.
Cerchiamo di trattenere i gemiti, di soffocarli per evitare che gli altri ci possano sentire. Ma è difficile, troppa è la voglia di noi insieme.
Così ormai nudi ci ritroviamo sul divano, io sotto di lui. Sento il suo peso, il suo profumo forte, il mio seno ormai nascosto dalla sua bocca. Il mio volto perso tra i suoi capelli. Appoggia il suo sesso duro al mio ingresso, spinge prima lentamente solo la punta. Si ferma mi bacia, le lingue si toccano si sfiorano, si scrutano, la nostra saliva si mescola.
"Dimmi che mi vuoi......"
"AAAahhhh Edward ti prego, sìììì........ così, ti voglio sentireee Edward"...... " Bella sono qui.... tutto.. per te..".... ansimi, suppliche, gemiti..... "sei bellissima, cazzo sì..... sei bellissima, sei perfetta .... per me........ sono qui .... tutto quello che vuoi tu ..... per sempre" calore immenso, ingestibile ovunque. Le sue parole come fuoco sulla mia pelle......
Le mie gambe ancorate ai suoi fianchi, le mie mani sulle sue natiche ad aiutarlo nel movimento, lo voglio tutto, fino in fondo. Mi deve riempire. E' assoluto, è prioritario. Solo lui. Solo questo. Le sue mani nei miei capelli le nostre bocche vicine, occhi negli occhi. Solo noi adesso, il resto scompare. Il mondo muta, si rovescia, esplode. Lo sento muoversi più velocemente gli occhi serrati, la bocca gonfia, il volto stravolto. Io con lui... godiamo insieme, stringendoci sempre di più, lasciando che lentamente i nostri corpi si fermino e i nostri respiri ritornino regolari.
Questo è tutto quello che voglio. Tutto quello che vogliamo, non abbiamo bisogno di altro.
Un bacio a fior di labbra, e poi ancora un altro.... "Ti amo Isabella, ti ho sempre voluta". Annuisco, gli sorrido, gli bacio lentamente ogni parte del viso, non tralascio niente........ raccolgo anche la lacrima, scappata dai suoi occhi, appagati e felici.

Sono passati 40 anni da quel giorno.
Il mio Edward ed io ancora passeggiamo tra queste valli. Questa baita è diventata la nostra casa, ora che i nostri 3 figli sono grandi ed indipendenti, ci siamo trasferiti . E' un posto incantevole, il luogo dove ci siamo ri...scontrati e riscoperti, dove ci siamo innamorati.
Dove abbiamo concepito il nostro primo figlio, quella prima volta o forse la seconda... o la terza, non lo sapremo mai con precisione..... perchè quel pomeriggio abbiamo messo a dura prova la resistenza di quel divano rosso.
Buon Anno, amore mio, un altro da passare ancora insieme!





 

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