L'UOMO MISTERIOSO

L'UOMO MISTERIOSO

mercoledì 21 dicembre 2011

CAPITOLO 12.1


IL CAPITOLO E' CORTO..... MA PRESTO ARRIVERA' L'UPGRADE.


PRIMA PARTE


POV ROSALIE

Esco dalla stanza, preoccupata, dispiaciuta.
Infondo Isabella mi sta simpatica, la trovo giusta per Edward.
Mi dispiace per tutto questo, spero per lui che riesca a non rovinare tutto.
Tutto con lei.
Voglio bene ad Edward. Diciamo pure che per un periodo ho creduto anche di amarlo. Ma eravamo piccoli, avevamo 15 anni e lui era il mio eroe. Bello e affascinante come adesso.
Tra di noi non è mai successo niente, in realtà, non sono sicura che lui abbia mai saputo della mia infatuazione.
Siamo amiche da sempre sua sorella Alice ed io. Abbiamo frequentato le stesse scuole e lui era sempre pronto a proteggerla, visto  che immancabilmente  riusciva a mettersi sempre nei guai. Edward ed io avevamo il compito di aiutarla ad uscirne.
Alice da qualche anno è stata assunta come consulente esperta al Museo d'Arte di Chicago, ed è da qui che sono partite le nostre indagini, relative ad alcuni dipinti stranamente mai arrivati al  museo, di cui Alice era particolarmente entusiasta.
Mercanti d'arte e di diamanti..... Edward come giornalista si incuriosì subito dei discorsi strampalati della sorella e si mise in testa di risolvere questo caso chiedendo a noi di aiutarlo.
Sì perchè io, Emmet e Jackson siamo degli investigatori  e da un anno stiamo cercando di venire a capo di tutta questa intricata storia..... fino a quel giorno in cui, Edward si ritrovò in coma.
Ed eccomi comparire qui, improvvisamente come infermiera.
Sono qui per sorvegliare Edward. Mentre Emmet e Jackson continuano il loro lavoro in collaborazione con la polizia di Chicago e New York.
Solo che l'operazione è delicata, e Isabella potrebbe essere in pericolo se solo sapesse cosa sta succedendo.
Sono qui che prego affinchè Edward non le racconti niente, per il suo bene.

POV EDWARD
Bella è qui seduta sulle mie gambe, ed io sono impressionato dal suo atteggiamento. Stava per colpirmi, era furiosa. La capisco e chi non lo sarebbe stato. Io al posto suo Dio solo sa che cosa avrei fatto!
La paura di perderla mi corrode l'anima e da quando ho riacquistato la memoria, mi sta distruggendo. Sentire il suo profumo e il suo corpo caldo così vicino al mio, arrendevole, ha scatenato una serie di reazioni a catena.
Prima la rabbia, poi la sofferenza, la disperazione e nel contempo l'improvvisa consapevolezza che lei è qui pronta ad ascoltarmi.
Pronta ad affidarsi a me, a non lasciarmi.
Vengo assalito da così tante emozioni che non riesco a trattenere le lacrime e riesco a liberarmi  aggrappandomi a lei.
Tengo le mie labbra sul suo collo accaldato per la tensione, fino a che il mio respiro non si regolarizza e riesco a parlare tranquillamente, senza la voce rotta dal pianto.
Con la sua mano mi aiuta ad asciugare le lacrime ed il suo corpo è impegnato in una sorta di dondolio per cercare di calmarmi, di rassicurarmi. Sono chiari segnali del fatto che lei è pronta ad ascoltarmi e spero anche a perdonarmi. So che ha capito.
"Amore, ti chiedo solo di ascoltarmi.
Credimi.
Se non ho voluto dirti subito di aver riacquistato la memoria è stato per non metterti in pericolo. Quando ho capito chi ero ho avuto paura per te. Non posso raccontarti molto. Vorrei ma non posso farlo.
Ti chiedo solo di avere fiducia in me. Ti prego di perdonarmi se non sono stato sincero, se ti ho tenuta all'oscuro, ma ti prego credimi lo sto facendo solo per te Isabella."
Lei mi ascolta a testa bassa, fissa le nostre mani,  incrociate le une alle altre. Ha delle  mani bellissime. Le voglio proteggere. La voglio proteggere. Lei è mia, lo sento nel mio cuore.
Ora si volta e mi guarda negli occhi. Sono limpidi e lucidi.
"Prima ero furiosa. Ti ho visto con Rosalie, e ho perso la testa..... io sono qui adesso, io e te siamo qui. Dio solo sa da quanto ho aspettato questo momento. Quanto ho desiderato che tu ricordassi tutto della tua vita. Quanto ho aspettato i tuoi baci.
Puoi dirmi almeno come ti chiami? Ho sentito Rosalie chiamarti Edward..... è così che ti chiami,  Edward?"
Sospirai. Sentire il mio nome uscire dalle sue labbra mi provocò una tale emozione che non resistetti più.
Non fui più in grado di controllarmi, intrappolai il suo viso tra le mie mani, ed annuii flebilmente con la testa e mi avvolsi in quel paradiso, fatto dalle sue labbra, di dolcezza, di passione. Anche lei si aggrappò al mio collo, le sue mani mi accarezzarono la base dei capelli, lentamente, mentre la sua bocca si aprì, mi fece spazio dentro di lei. Ancora e ancora. Ero io ora ad affidarmi a lei, mi accoglieva,  mi rassicurava. Mi voleva. Lo sentivo. Mi voleva come io volevo lei.
La strinsi forte sui fianchi, un sospiro uscì timidamente dalla sua bocca e più rumorasamente dalla mia. Portai una mano al centro della sua schiena, accarezzandola dolcemente, spingendo lentamente il suo corpo sempre più vicino al mio.
Sentii i suoi seni aderire al mio petto. Ero schiavo di lei. Mai mi ero sentito così forte e potente in tutta la mia vita. Vivevo per lei.
Grazie a lei.
Nulla avrebbe avuto più senso senza lei accanto.
"Io ti ho sentita Bella. Quando ero addormentato. Io ti sentivo. La tua voce per me era un sogno, una magia. Quando non eri qui con me, ero perso. Eri la mia speranza. Tu mi hai svegliato. Io volevo venire da te. Ho sentito il tuo bacio. Ho sentito il tuo amore per me."
Un altro bacio. Una lacrima, ancora.
"Sono felice Edward, anche se avevo timore di questo, avevo paura che una volta riacquistata la memoria non ci fosse un posto nel tuo cuore e nella tua vita per me. Non sarei riuscita a sopportarlo."
continuai....
"Tu sei tutto per me"
"Edward, posso chiamarti così ora vero o preferisci che continui a chiamarti Anthony?"
"Anthony mi piace!"
Sorrisi.
Un'altro bacio.

POV BELLA
Era molto tardi.......  a quel punto mi alzai da lui e chiusi le tende della camera per rimanere ancora di più da soli, chiusi a chiave e spensi la luce.
Rosalie era di turno, per cui sapevo che non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi alla stanza.
Volevo rimanere qui, isolata e da sola con lui.
Era il nostro nido. Eravamo al sicuro, qui.
Io e lui insieme. Finalmente. Due anime unite.
Ritornai vicina ad Edward...
"Torna qui, torna sopra di me." E così feci. Era quello che volevo. Era quello che voleva.
Al buoio della stanza, davamo le spalle al letto, di fronte alla finesta le luci di Chicago come tante stelle sparse nel cielo notturno.
Il fuori e il dentro. Notte e giorno. Luce ed ombra.
Noi solo noi. I nostri cuori chiusi in questa scatola.
Tranquillità e pace, e la voglia di noi. Insieme.
Come sempre, come mai fin d'ora. Come nei miei sogni.
"Ti ho cercata da sempre. Sapevo che prima o poi ti avrei trovata"
Le sue mani sul mio collo, sulla mia gola, sul mio volto, sulla mia bocca.
I suoi occhi chiusi. Come un cieco a cercare di imprigionare i miei linementi nella sua mente.
Ed anch'io chiusi i miei. I nostri respiri vicini, il suo alito caldo sul mio collo. Solo sensazioni e brivi sulla mia pelle.
Carezze infinite, che ci accompagnarono per molto, una voglia crescente. Infinita e molto pericolosa.
La voglia che questa notte non finisca mai.
Rimaniamo così io e lui accoccolati davanti a questa finestra finchè le prime luci dell'alba illuminarono i suoi occhi ed i suoi capelli.
Era sorto il sole a Chicago, dopo giorni di grigio infinito la sua luce accecante a colorare i nostri volti, a riscaldarci.
Come se ne avessimo avuto bisogno.
Ho molto da ringraziare oggi.
Presi Edward e lo portai sul letto e io con lui. Così aggrappati uno all'altra ci addormentammo, esausti.










2 commenti:

  1. <molto dolce belle emozioni ..le sai descrivere molto bene da farmi desiderare essre io al posto di bella...brava andrè anke con qst post hai colpito! baci mery

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