L'UOMO MISTERIOSO

L'UOMO MISTERIOSO

mercoledì 28 dicembre 2011

CAPITOLO 12.2






CAPITOLO 12.2

POV EDWARD

E' splendida mentre riposa Isabella. La sua pelle candida, i suoi seni sodi e rotondi, i suoi fianchi, il lenzuolo che la ricopre lasciandole scoperte le splendide gambe affusolate. Una mano nascosta sotto il cuscino, l'altra languida sul suo ventre. Esausta. Appagata.
E' stato splendido. La notte migliore di tutta la mia esistenza.
Fare l'amore con lei è stato completo. Forte. Incredibile. Indispensabile. Ed è ancora poco per descrivere le sensazioni che ho provato. Totalizzante.
Ho trovato la mia parte mancante, la parte nascosta.
Il lato oscuro della luna.
Sono qui seduto nel suo letto, di fianco a lei, mentre dorme e
ripenso alla giornata  incredibile passata insieme.

"Buongiorno Dr. Cullen. Mi conferma che oggi è l'ultimo giorno che passerò qui in ospedale?
Isabella mi ha appena informato della possibilità di finire la riabilitazione a casa mia. Volevo ringraziarla per questa concessione.
So che per lei è uno strappo alla regola, ma non sa che regalo mi sta facendo concedendomi la mia deliziosa infermiera anche a domicilio.
Le prometto che avrò cura di lei Dottore."
"Ti prego Anthony, chiamami Carlisle anche tu, non mi piacciono troppi formalismi.  Ti lascio in  ottime mani e so benissimo che Isabella è quello che fa per te e  per la tua guarigione, per cui, puoi continuare la tua terapia anche da casa ormai. Il tuo recupero è quasi del tutto completato, vedrai che tra poche settimane anche il bastone sarà solo un lontano ricordo."
Sono al settimo cielo.
Non mi par vero.
Finalmente la mia vita sta per ritornare normale.
Si fa per dire, perchè Isabella sarà al mio fianco. Non la lascerò, voglio averla con me sempre, non voglio allontanarmi dai lei neanche un attimo.
Non sono ancora in grado di riprendere le indagini. Andremo via da Chicago.  Faremo una vacanza  di qualche settimana in Florida, al caldo. Andremo a trovare i miei genitori che vivono a Tampa.
Lì staremo al sicuro.
E' da un anno che non incontro mia madre e mio padre.  Ho molta voglia di riabbracciarli e soprattutto muoio dalla voglia di presentare la donna della mia vita alla mia famiglia.
Alice verrà con noi. Partiremo tra qualche giorno.
Isabella si sta occupando di tutti i preparativi con l'aiuto di sua madre.
Reneè, donna meravigliosa, molto diffidente e circospetta, all'inizio, ma posso capirla, non mi conosce per niente, e sua figlia dovrà affrontare un lungo viaggio con me.
Sembra però accettare il giudizio di Isabella, ha acconsentito a lasciarla partire,  dopo le presentazioni ufficiali, avvenute aimè proprio qui in ospedale, esattamente  la mattina successiva alla notte passata insieme.
Quella mattina è  piombata qui come un fulmine, giustamente preoccupata perchè la figlia non era rientrata a casa la sera, dopo essere uscita a cena con Jacob.
Infatti Isabella lo aveva lasciato al ristorante precipitandosi in ospedale.
Jacob l'aveva avvisata ma lei era preoccupata di saperla qui, con me. Aveva capito che io per lei ero importante, ma non pensava fino a questo punto, non se ne era resa conto.
La vettura ci lascia direttamente davanti casa.
Percorriamo insieme lo stretto e lungo vialetto e lentamente saliamo i pochi gradini che ci separano dall'ingresso principale.
Isabella mi aiuta. Mi tiene stretto a se.
Non sono stato via per molto tempo, tuttavia  mi sento strano.
Vivo qui con Alice e sua figlia, mia nipote Beth di 5 anni.
Non faccio in tempo a suonare il campanello "Zio Edward, zio Edward!"
Le sue braccia si stringono forti alla mia vita.
Ero felice di essere tornato a casa. "Elisabeth, piccola mia."
Mi lascia andare e l'abbraccio lascia spazio ad un inchino "Lord".
"Principessa" ci chiamavamo così Beth ed io quando giocavamo.
Beth guarda dientro di me, incuriosita. Mi volto ed invito Isabella ad avvicinarsi a noi, è rimasta in disparte a godersi la scena, sembra divertita.
Conosciamo ancora poco di noi e soprattutto della nostra quotidianità, ma questo è solo un dettaglio.
Questa grande casa non è mai molto silenziosa..... le risate e l'euforia di Alice  e Beth la riempiono e la riscaldano.
Mi sono davvero molto mancate.
Dopo le presentazioni, abbracci e baci....... delle mie donne.... compresa Isabella che era stata da subito accolta in casa come se sempre ci avesse vissuto,  Alice si dirige in cucina a preparare un tè caldo.
Prendo per mano Isabella e l'attiro a me, lasciandole un lieve bacio sulla guancia, voglio mostrarle la sua stanza, al piano di sopra, vicina alla mia.
Alice ha sistemato quella stanza con cura. Ha riempito i vasi con delle rose bianche, rinfrescato le tende e la biancheria.
Isabella entra nella  stanza, fa un giro su se stessa e si avvicina all'ampia porta a vetri, la spalanca nonostante il freddo, ed esce sul terrazzino allungando lo sguardo verso il giardino dagli alberi spogli e ghiacciati.
Il solo osservare i suoi movimenti fa salire urgente in me la voglia di lei e vorrei farla mia all'istante.
La seguo e lentamente mi avvicino, l'abbraccio da dietro, la stringo appoggiando il mio petto alla sua schiena.
"Amore, non immagini nemmeno quanto io sia felice di averti qui. Sei il regalo più bello che avrei mai potuto ricevere."
"Edward, tu sei meraviglioso." La bacio sul collo, più volte, stringendo  sempre di più le mie mani sul suo bacino. La voglia di toccarla e di farla mia mi travolge. Lei se ne accorge subito. Brividi sul suo collo e sul mio corpo. Le sue mani mi stringono i polsi, con un gesto involontario spingo il  mio bacino verso le sue natiche, e gemo di conseguenza. Per tutta risposta spinge anche lei il suo sedere verso di me..... "Ahah Isabellaaa" sussurrai.  Mi coglie di sorpresa, non mi aspettavo questo suo gesto.
"Sarà meglio rientrare, si gela qui fuori".
"Edward ....." si volta verso di me e mi bacia. Non un bacio veloce. Un bacio caldo, bagnato. Unico. Sono fuori controllo lo sento.
"Entriamo ti prego...." mi prende per mano e mi porta dentro. Non riesco a smettere di guardarla. Quel suo modo di muoversi, di toccarsi i capelli, si sfila il cappello e lo posa sul letto.
Mi avvicino a lei, la mia preda. E' l'istinto primordiale a governarmi ora, sento che non avrò mezze misure. Lei mina il mio autocontrollo, sempre. Da subito. Non voglio correre troppo. Non possiamo ora.
Alice e Beth ci aspettano, non siamo soli.
"Edward, Isabella???? Vi aspettiamo il tè è pronto"
Ci chiamano dal piano di sotto. Dobbiamo andare anche se ora avrei voglia di ben altro.
Con il mio braccio le avvolgo i fianchi e con uno scatto incollo il suo corpo al mio "Bella, adesso dobbiamo andare, però mi devi promettere che sta notte verrai da me, altrimenti non ti farò scendere e sarai mia prigioniera all'istante."
Glielo dico con calma e fermezza, lei mi fissa rossa in viso. Le sorrido.
"Le nostre camere sono comunicanti dal terrazzo,vero? Ti aspetto io Edward. Ti prego vieni tu da me."
Il pomeriggio passa in fretta, gioco con Beth a scacchi mentre Alice e Bella parlano amorevolmente per tutto il tempo, arriva anche l'ora di cena.
Senza rendercene conto, come la dolce piogga ghiacciata anche la notte cade su Chicago.
Si accendono le luci dei lampioni, le ombre si allungano, tutto si colora di grigio, di scuro.
"Mamma vorrei andare a dormire, sono stanca. Zio Edward mi racconti una favola per favore, da quando sei stato via, non lo hai più fatto!"
"Certo mia piccola principessa, ogni tuo desiderio è un ordine"

POV ISABELLA

Edward accompagna Beth di sopra ed io rimango sola con Alice.
"Isabella volevo ringraziarti per aver accudito mio fratello in ospedale. Il Dr. Cullen mi ha raccontato quanto tu ti sia dedicata a lui anima e corpo. Se lui è tornato da noi è anche merito tuo. "
"No, no. Non mi ringraziare ti prego. Farei qualsiasi cosa per lui."
Mi sento un po' stanca a dire il vero, ma il pensiero dell' incontro con il  mio bel principe, mi tiene sveglia.
"Alice, è molto che abitate in questa casa?"
"Ci sono nata in questa casa, come Edward. E' la casa dei nostri genitori. Tre anni fa si sono trasferiti in Florida, per le condizioni di salute di mia madre, questo clima umido non giova ai suoi polmoni così nostro padre ha deciso che sarebbe stato meglio trasferirsi a sud".
"Vostra madre come sta ora?"
"Meglio, sembra ringiovanita. Beth ed io siamo state a trovarli a fine estate".
Le sorrido.
Alice si alza "Vado di sopra anche io, controllo se Beth si è addormentata, Edward si dilunga sempre molto con i suoi racconti e il più delle volte li trovo a ridere e a scherzare, altro che favola della buonanotte!"
"Buonanotte Alice, a domani" mi fa un cenno con la mano e io rimango seduta sulla poltrona, finisco di bere, mi guardo attorno.
La grande libreria, le cornici con le foto. Alice con un uomo e una bimba molto piccola in braccio, sicuramente Beth. Non so niente della famiglia di Edward. Che fine ha fatto quest'uomo?
"Bella" Edward mi chiama e si avvicina, mi abbraccia.
"Credevo ti fossi addormentato"
"Ti prego andiamo di sopra, mi sei mancata da morire"
"Un giorno mi racconterai la storia della tua famiglia? Sono molto curiosa?"
"Certo, tutto quello che vuole sapere mia adorata" ride, gli occhi gli si illuminano.
"Ma non adesso, ho altri progetti per la serata, se la mia Signora è d'accordo naturalmente" si divertiva Edward, con quel suo fare da gentiluomo e piaceva molto anche a me, scherzare con lui.
"Oh mio Signore tutto quello che vuole. Sono a  sua completa disposizione questa sera. Può disporre di me liberamente" gli rispondo, sto al gioco.
Quella che non mi aspettavo è la sua espressione. Ho pensato volesse mangiarmi qui in salotto.
"Edward, ti aspetto"
Salgo le scale di corsa, in punta di piedi per non disturbare. Ho il cuore che batte a mille.
Lo voglio disperatamente.
Lo sento dietro di me. Edward mi ha seguita, subito.
Apro la porta della mia camera. Lui mi spinge dentro, chiude la porta e in un attimo mi ritrovo distesa sul letto.
Non so come abbia fatto si è già tolto la giacca che indossava e la cravatta è allentata.
Posa un ginocchio sul letto, con uno scatto si sfila la cravatta, continuando a fissarmi. Si slaccia i primi bottoni della camicia ed io faccio lo stesso.
Ci svestiamo guardandoci fisso negli occhi. Come se fossimo davanti ad uno specchio.
Lui sfila la camicia ed io la mia.
Siamo impazienti, con il fiatone entrambi.
Non resisto e porto le mie mani sui bottoni dei suoi pantaloni e glieli slaccio, lui mi guarda si alza e finisce quello che ho iniziato.
Passo alla mia gonna ma è lui a sfilarmela, sento le sue mani sulla mia pelle adesso. I suoi occhi di un azzurro scuro. Il volto è serio, concentrato e le dita lavorano sul mio bustino per slacciarlo.
Una fila di baci sulle spalle, sul collo. La sua lingua a solleticare il mio orecchio.
"Isabellaaaa hai un profumo delizioso" mi attira verso di sè petto e schiena a contatto, senza indumenti, pelle contro pelle, i nostri corpi nudi, agitati, respiri veloci, ansimi.
"Edwaaaaaard ... amoree.... ti prego, ho bisogno di te. Non sai quanto ho aspettato questo momento."
Mi giro verso di lui, come ho fatto nel pomeriggio sul balcone e mi impossesso delle sue labbra. Sono irresistibili, piene, calde, accoglienti, avvolgenti. Sono sua. Voglio esserlo.
Petto contro petto ora. Calore contro calore. Il mio volto solleticato da quella peluria rada. La bacio, lo bacio. lo annuso. Mi ci perdo.
Mi distende lentamente sul letto, piego una gamba appoggiando il piede sul materasso, lui si solleva leggermente, rimane in piedi ad osservarmi, rapito dal mio corpo. Porta  una mano sul mio ginocchio piegato e continua a seguire con lo sguardo le curve del mio corpo.
Lo fisso in volto e continuo il gioco di prima.
"Le piace quel che vede mio Signore?" gli domando seria portandomi una mano sotto  nuca a scompigliarmi i capelli.
Il suo sguardo sale al mio volto e usa la sua mano libera per sollevarmi l'altra gamba e portarle tutte e due nella stessa posizione.
Mi divarica le gambe e si abbassa sopra di me. Appoggia le sue mani sul letto ai lati della mia testa e riempie il mio volto di baci. Lenti e scanditi, ritmati. Avvicina la sua bocca alle mie labbra, posa dei baci profondi ed intesi, prende il mio labbro inferiore tra i denti, stringendo leggermente. Un ringhio sommesso dalla sua bocca e un gemito dalla mia gola, accompagnano i nostri respiri affannosi.
Con un dito accarezza le mie labbra e io non resisto voglio assaggiarlo, lo faccio entrare in bocca e lo lecco su e giù.
Edward sbalanca la bocca e mi imita, lecca il suo dito anche lui.... mi assaggia così, poi adagia il suo corpo sopra il mio, rimane fermo sopra di me. A contatto. La sua mano corre frenetica e tremante sul mio sedere ad accarezzarlo e ad afferarlo, spingendo il mio bacino verso il suo.
Porta le sue dita bagnate dalla nostra saliva sulle mie labbra intime, questa volta, mi esplora, mi penetra lentamente, mi fa impazzire.
"Oh Edward, mi piace, ti prego non ti fermare"
Continua per qualche minuto e poi si scosta e allinea di nuovo  il suo bacino al mio.
La sua erezione possente si scontra con la mia eccitazione, che lentamente si schiude, si prepara ad accoglierlo.
Sono pronta per lui.
"Mi vuoi Isabella?" la sua voce un sussurro.
"Voglio sentirtelo dire" un altro gemito.
"Sì, ti voglio, adesso, qui" riesco a scandire.
Mi fissa e spinge il bacino verso di me, penetrandomi. Lentamente e totalmente, fino in fondo. Le nostro bocche schiuse, gemiti, ansimi, le lingue a toccarsi, le labbra unite.
"Ti ho sognata, anche ad occhi aperti. Ti ho voluta da subito" riesce a dirmi, il fiato rotto.
Le sue mani tra i miei capelli. Le mie gambe ancorate al suo bacino.
Movimenti ritmati lunghi e profondi.
Si ritrae lentamente e spinge forte dentro di me...."Continua così amore.... sto impazzendo" non so come riesco a parlare.
Le mie unghie sulla sua schiena, i suoi denti sul mio collo, un ringhio sulla mia bocca. Lo sento spingere più velocemente. Ha aumentato il suo ritmo.
"Mi piace come ti muovi sotto di me, sono al limite, non resisto più"
"Anche io amore, oh oh sei bravissimo"
Altre spinte e lo sento pulsare "Sei mia"... lo sento ringhiare nel mio orecchio, mi morde sul collo, un'altra spinta vigorosa e anche io raggiungo il piacere, quello totale, quello immenso ed infinito che avvolge tutto il corpo, mente e anima. Si svuota dentro di me, lo sento, i nostri umori si uniscono, si mescolano. Come i nostri ansimi, lingua e saliva. Insieme. Perfetti.
Cerchiamo di riprendere il controllo del nostro respiro, ancora siamo uniti. Sorridiamo, ridiamo insieme. Contenti, appagati.
"Ti amo mia Signora" mi bacia ancora... baci forti sulle labbra.
"Edward credo di sognare, dimmi che non sto sognando, ma che lo abbiamo fatto davvero" sono incredula, troppo bello per essere vero.
Ho paura di essermelo sognato.
"Non sta sognando mia Signora" e con le dita mi pizzica il fianco, poi si scosta da me, mi tiene tra le sue braccia e scende a mordermi.
"Ahah allora è vero.... aiihh" mi fa il solletico.... rido "Ok, ok. Ci credo,ci credo" Ridiamo ancora.
Gli prendo il viso tra le mani, lo guardo, la sua bocca rossa, la bacio.
"Anche io ti amo Edward, da morire"
"Grazie amore, è stata la notte più bella della mia vita" rimaniamo così sdraiati uno tra le braccia dell'altra. Esausti. Travolti dalle emozioni. Quelle che provi solo con chi ami veramente.
Un senso di protezione  mi circonda, mi rilassa. I suoi baci sulla mia nuca.
Sento che sto per addormentarmi e lascio che il suo profumo di uomo mi accompagni nel mondo dei sogni.

mercoledì 21 dicembre 2011

CAPITOLO 12.1


IL CAPITOLO E' CORTO..... MA PRESTO ARRIVERA' L'UPGRADE.


PRIMA PARTE


POV ROSALIE

Esco dalla stanza, preoccupata, dispiaciuta.
Infondo Isabella mi sta simpatica, la trovo giusta per Edward.
Mi dispiace per tutto questo, spero per lui che riesca a non rovinare tutto.
Tutto con lei.
Voglio bene ad Edward. Diciamo pure che per un periodo ho creduto anche di amarlo. Ma eravamo piccoli, avevamo 15 anni e lui era il mio eroe. Bello e affascinante come adesso.
Tra di noi non è mai successo niente, in realtà, non sono sicura che lui abbia mai saputo della mia infatuazione.
Siamo amiche da sempre sua sorella Alice ed io. Abbiamo frequentato le stesse scuole e lui era sempre pronto a proteggerla, visto  che immancabilmente  riusciva a mettersi sempre nei guai. Edward ed io avevamo il compito di aiutarla ad uscirne.
Alice da qualche anno è stata assunta come consulente esperta al Museo d'Arte di Chicago, ed è da qui che sono partite le nostre indagini, relative ad alcuni dipinti stranamente mai arrivati al  museo, di cui Alice era particolarmente entusiasta.
Mercanti d'arte e di diamanti..... Edward come giornalista si incuriosì subito dei discorsi strampalati della sorella e si mise in testa di risolvere questo caso chiedendo a noi di aiutarlo.
Sì perchè io, Emmet e Jackson siamo degli investigatori  e da un anno stiamo cercando di venire a capo di tutta questa intricata storia..... fino a quel giorno in cui, Edward si ritrovò in coma.
Ed eccomi comparire qui, improvvisamente come infermiera.
Sono qui per sorvegliare Edward. Mentre Emmet e Jackson continuano il loro lavoro in collaborazione con la polizia di Chicago e New York.
Solo che l'operazione è delicata, e Isabella potrebbe essere in pericolo se solo sapesse cosa sta succedendo.
Sono qui che prego affinchè Edward non le racconti niente, per il suo bene.

POV EDWARD
Bella è qui seduta sulle mie gambe, ed io sono impressionato dal suo atteggiamento. Stava per colpirmi, era furiosa. La capisco e chi non lo sarebbe stato. Io al posto suo Dio solo sa che cosa avrei fatto!
La paura di perderla mi corrode l'anima e da quando ho riacquistato la memoria, mi sta distruggendo. Sentire il suo profumo e il suo corpo caldo così vicino al mio, arrendevole, ha scatenato una serie di reazioni a catena.
Prima la rabbia, poi la sofferenza, la disperazione e nel contempo l'improvvisa consapevolezza che lei è qui pronta ad ascoltarmi.
Pronta ad affidarsi a me, a non lasciarmi.
Vengo assalito da così tante emozioni che non riesco a trattenere le lacrime e riesco a liberarmi  aggrappandomi a lei.
Tengo le mie labbra sul suo collo accaldato per la tensione, fino a che il mio respiro non si regolarizza e riesco a parlare tranquillamente, senza la voce rotta dal pianto.
Con la sua mano mi aiuta ad asciugare le lacrime ed il suo corpo è impegnato in una sorta di dondolio per cercare di calmarmi, di rassicurarmi. Sono chiari segnali del fatto che lei è pronta ad ascoltarmi e spero anche a perdonarmi. So che ha capito.
"Amore, ti chiedo solo di ascoltarmi.
Credimi.
Se non ho voluto dirti subito di aver riacquistato la memoria è stato per non metterti in pericolo. Quando ho capito chi ero ho avuto paura per te. Non posso raccontarti molto. Vorrei ma non posso farlo.
Ti chiedo solo di avere fiducia in me. Ti prego di perdonarmi se non sono stato sincero, se ti ho tenuta all'oscuro, ma ti prego credimi lo sto facendo solo per te Isabella."
Lei mi ascolta a testa bassa, fissa le nostre mani,  incrociate le une alle altre. Ha delle  mani bellissime. Le voglio proteggere. La voglio proteggere. Lei è mia, lo sento nel mio cuore.
Ora si volta e mi guarda negli occhi. Sono limpidi e lucidi.
"Prima ero furiosa. Ti ho visto con Rosalie, e ho perso la testa..... io sono qui adesso, io e te siamo qui. Dio solo sa da quanto ho aspettato questo momento. Quanto ho desiderato che tu ricordassi tutto della tua vita. Quanto ho aspettato i tuoi baci.
Puoi dirmi almeno come ti chiami? Ho sentito Rosalie chiamarti Edward..... è così che ti chiami,  Edward?"
Sospirai. Sentire il mio nome uscire dalle sue labbra mi provocò una tale emozione che non resistetti più.
Non fui più in grado di controllarmi, intrappolai il suo viso tra le mie mani, ed annuii flebilmente con la testa e mi avvolsi in quel paradiso, fatto dalle sue labbra, di dolcezza, di passione. Anche lei si aggrappò al mio collo, le sue mani mi accarezzarono la base dei capelli, lentamente, mentre la sua bocca si aprì, mi fece spazio dentro di lei. Ancora e ancora. Ero io ora ad affidarmi a lei, mi accoglieva,  mi rassicurava. Mi voleva. Lo sentivo. Mi voleva come io volevo lei.
La strinsi forte sui fianchi, un sospiro uscì timidamente dalla sua bocca e più rumorasamente dalla mia. Portai una mano al centro della sua schiena, accarezzandola dolcemente, spingendo lentamente il suo corpo sempre più vicino al mio.
Sentii i suoi seni aderire al mio petto. Ero schiavo di lei. Mai mi ero sentito così forte e potente in tutta la mia vita. Vivevo per lei.
Grazie a lei.
Nulla avrebbe avuto più senso senza lei accanto.
"Io ti ho sentita Bella. Quando ero addormentato. Io ti sentivo. La tua voce per me era un sogno, una magia. Quando non eri qui con me, ero perso. Eri la mia speranza. Tu mi hai svegliato. Io volevo venire da te. Ho sentito il tuo bacio. Ho sentito il tuo amore per me."
Un altro bacio. Una lacrima, ancora.
"Sono felice Edward, anche se avevo timore di questo, avevo paura che una volta riacquistata la memoria non ci fosse un posto nel tuo cuore e nella tua vita per me. Non sarei riuscita a sopportarlo."
continuai....
"Tu sei tutto per me"
"Edward, posso chiamarti così ora vero o preferisci che continui a chiamarti Anthony?"
"Anthony mi piace!"
Sorrisi.
Un'altro bacio.

POV BELLA
Era molto tardi.......  a quel punto mi alzai da lui e chiusi le tende della camera per rimanere ancora di più da soli, chiusi a chiave e spensi la luce.
Rosalie era di turno, per cui sapevo che non avrebbe permesso a nessuno di avvicinarsi alla stanza.
Volevo rimanere qui, isolata e da sola con lui.
Era il nostro nido. Eravamo al sicuro, qui.
Io e lui insieme. Finalmente. Due anime unite.
Ritornai vicina ad Edward...
"Torna qui, torna sopra di me." E così feci. Era quello che volevo. Era quello che voleva.
Al buoio della stanza, davamo le spalle al letto, di fronte alla finesta le luci di Chicago come tante stelle sparse nel cielo notturno.
Il fuori e il dentro. Notte e giorno. Luce ed ombra.
Noi solo noi. I nostri cuori chiusi in questa scatola.
Tranquillità e pace, e la voglia di noi. Insieme.
Come sempre, come mai fin d'ora. Come nei miei sogni.
"Ti ho cercata da sempre. Sapevo che prima o poi ti avrei trovata"
Le sue mani sul mio collo, sulla mia gola, sul mio volto, sulla mia bocca.
I suoi occhi chiusi. Come un cieco a cercare di imprigionare i miei linementi nella sua mente.
Ed anch'io chiusi i miei. I nostri respiri vicini, il suo alito caldo sul mio collo. Solo sensazioni e brivi sulla mia pelle.
Carezze infinite, che ci accompagnarono per molto, una voglia crescente. Infinita e molto pericolosa.
La voglia che questa notte non finisca mai.
Rimaniamo così io e lui accoccolati davanti a questa finestra finchè le prime luci dell'alba illuminarono i suoi occhi ed i suoi capelli.
Era sorto il sole a Chicago, dopo giorni di grigio infinito la sua luce accecante a colorare i nostri volti, a riscaldarci.
Come se ne avessimo avuto bisogno.
Ho molto da ringraziare oggi.
Presi Edward e lo portai sul letto e io con lui. Così aggrappati uno all'altra ci addormentammo, esausti.










martedì 20 dicembre 2011

ONE SHOT DI NATALE - Uno schianto sulla neve

Uno schianto sulla neve!

Lo scricchiolio della neve sotto i miei piedi mi accompagna in questa mattina di sole e cielo limpido. Il suo tepore è come una coccola per le mie ossa infreddolite ed anchilosate dopo una notte agitata.
Sarà stata la stanchezza della sera prima.
Sono rimasta con mio cugino fino a tardi a sistemare la  baita  per i  turisti che arriveranno oggi e passeranno qui il Capodanno.
E' ancora presto e come tutte le mattine mi sgranchisco un po' passeggiando un'oretta su questo sentiero, leggermente in pendenza.
Seguo i solchi lasciati dagli sci di fondo,  qualche escursionista mattiniero deve essere passato qui molto presto.
Respiro a pieni polmoni l'aria fredda e pulita, mi godo l'odore che sprigiona la neve e il profumo della corteccia degli abeti che delimitano il sentiero intorno al lago ghiacciato.
Il paesaggio è mozzafiato e i raggi di sole che filtrano tra i rami rendono tutto più magico. Adoro queste passeggiate solitarie e silenziose.
Arrivo in un punto dove il sentiero si stringe e curva, limitando di molto il passaggio e senza rendermene conto mi ritrovo lunga distesa con la faccia immersa nelle neve.
Sento i brividi scendere sul collo, nelle orecchie. La neve mi è entrata ovunque, fortunatamente  è mordiba e l'atterraggio è indolore. Sento male ad un ginocchio però.
Qualcosa mi ha urtata, all'improvviso. Un fruscio dientro di me. Io ancora a terra che cerco di rialzarmi e di scrollare via la neve dai guanti e dal viso.
"Ehi stai bene?"
Cerco di riaprire gli occhi, mi sento il viso in fiamme, l'effetto della neve ghiacciata.
Vedo una figura alta e snella davanti a me. Sento il click degii sci.
 Due occhi meravigliosi si liberano degli occhiali.
Il mio sguardo  rimane  rapito e allacciato a quella visione. Una creatura meravigliosa che sembra uscita da un dipinto tanto è perfetta, mi sta porgendo una mano.
"Afferra la mia mano che ti aiuto"
Senza dire una parola mi metto in piedi e continuo a fissarlo. Sono inebetita.
Spero che pensi che io sia disorientata dalla caduta.
Mi aiuta a scrollare la neve che mi è rimasta sulle spalle e sulla schiena.
"Mi fa male il ginocchio" l'unica cosa che riesco a dire.
"Ma tu dove andavi così di fretta?" aggiunsi ruvida.
"E tu cosa facevi su questa parte di sentiero dedicata alla discesa?" sfoderando un sorriso talmente lumisono che il sole a confronto impallidisce.
"Siamo acide già di prima mattina Isabella Swan?"
"Ci conosciamo?"
"Non ti ricordi di me? Del tuo incubo ai tempi della scuola? Ti sei forse dimenticata di me?"
Adesso iniziavo a ricordare. Dove avevo già visto quegli occhi.
Come ho potuto non riconoscerli prima.
Ma Edward Cullen non era più quel ragazzino che tutti i giorni mi faceva passare dei guai.
"Edward come no! Ricordo ancora quando mi hai attaccato la gomma da masticare nei capelli durante la lezione di inglese, dovettero tagliarmi due ciocche di capelli"....
"....... e io presi una nota direttamente dal Preside e mio padre mi tolse il permesso di uscire per tre settimane. Però se non ricordo male tu mi avevi preso in giro chiamandomi gambe storte....".
" Cosa ti porta da queste parti?"
"Con un gruppo di amici passeremo qualche giorno di vacanza nella baita poco lontana da qui"
" E tu cosa ci fai a quest'ora tutta sola in mezzo al bosco? Non hai paura del lupo cattivo?"
"Non ci solo lupi qui....solo sciatori spericolati"
Stupiti e imbarazzati per questo incontro inaspettato, procediamo uno accanto all'altro ritornando verso la baita.
Edward mi porge il braccio per aiutarmi a camminare, zoppico vistosamente, con l'altro braccio tiene gli sci appoggiati alla spalla e ogni tanto si volta a guardarmi.
"Isabella certo che sei cambiata da quando portavi le trecce e l'apparecchio per i denti. Il brutto anatroccolo si è trasformato in un bellissimo cigno a quanto vedo".
Lo guardo spalancando la bocca, come osa!
Lui si gira sorridendo e scuotendo la testa.
"Invece noto con poco piacere che sei rimasto sempre lo stesso sbruffone di quando avevi 17 anni.... anche il cervello si è fermato. Non sei cambiato per niente"
"Ma il mio voleva essere un complimento."
"....molto mal riuscito Cullen".
Mi guarda e sembra dispiaciuto, ma non m'incanti, non più.
Avevo una cotta fortissima per lui 10 anni fa. Poi si trasferì in città con la sua famiglia e non lo rividi più.
Entriamo finalmente nella baita al caldo. Mio cugino Robert si affretta a venirci incontro.
"Cosa hai fatto Isabella, perchè zoppichi?"
"Vedo che sei in compagnia..... Edward, amico mio......" I due si abbracciano fraternamente. Erano molto amici ai tempi della scuola, qualche volta si erano anche sentiti in questi anni, ma era da parecchio che non avevamo sue notizie.
Ci accomodiamo ad un tavolo e Robert ci raggiunge con tre tazze di cioccolata calda fumante e del ghiaccio per il ginocchio.
Mi sento agitata e nervosa. Il ginocchio mi duole, ma sento che va già meglio.
Edward sembra sinceramente dispiaciuto dell'accaduto ed è pieno di premure verso di me. Infatti non solo mi aiuta a sedermi ma afferra le gambe, mi sfila gli scarponi e le porta sulle sue ginocchia. Continua a fissarmi e delicatamente inizia a massaggiarmi il ginocchio dolente.
"Va bene così Isabella? Mi dispiace di averti fatto male, non volevo, non credevo di trovare qualcuno..... di trovare te ...poi .... ecco perdonami" balbetta seriamente imbarazzato.
Mi strizza un occhio e mi sorride ed io sento le mie guance andare a fuoco. Da tanto tempo non sentivo questa sensazione.
All'improvviso mi sento una ragazzina davanti al suo bel principe, che però poi tanto azzurro non si è mai dimostrato.
ANZI.
Beviamo tutti e tre dalle nostre tazze fumanti, godendo di qual calore.
Ho il cuore che batte all'impazzata e non riesco a rallentare la sua corsa.
Edward, Robert ed io iniziamo a parlare dei vecchi tempi, dei nostri ricordi e del presente.
"Sono arrivato per primo oggi, gli altri amici dovrebbero arrivare tra poco...... magari inizio a sistemarmi nella mia camera, vado a prendere i bagagli in macchina. E' stata una sorpresa ritrovarvi qui in questo posto, non pensavo foste voi a gestirlo.
Una piacevole sorpresa direi." disse girandosi verso di me e ammiccando di nuovo in quel suo modo unico.
"Tu Swan non ti muovere da qui, faccio subito e ritorno da te, abbiamo tante cose da raccontarci ancora. Non ho finito con te."
Annuii solo con la testa. Ci stavo cascando un'altra volta.
Avevo le farfalle nello stomaco. Tutto quello che provavo ritornò prepotente in me... forse non lo avevo mai davvero dimenticato.
Passiamo un paio d'ore seduti fianco a fianco sul divano di fronte al camino; è dolce Edward, ogni tanto mi sfiora i capelli con le dita, li sposta, li sistema, sembra preso. Mi fissa sempre negli occhi. Parliamo e ridiamo di tante cose. E' piacevole parlare con lui. Ride molto alle mie battute, quando ricordiamo qualche episodio del passato.
Ci avviciniamo l'uno all'altro senza accorgercene e lui porta una mano sulla mia guancia, sta per dirmi qualcosa quando come  un uragano la porta si spalanca e oltre al vento freddo entrano sei persone.
Tre ragazzi e tre ragazze. Edward si alza, i suoi amici sono arrivati.
Una di loro bionda e molto bella corre incontro a lui e lo abbraccia e gli stampa un bacio in bocca.
Lui si ritrae e si stacca da quell'abbraccio, non se lo aspettava evidentemente.
"Edward, mi sei mancato da morire. Finalmente siamo arrivati"
"Ciao Tanya, che saluto caloroso"
"Per te questo ed altro Cullen"
Edward sembra sinceramente imbarazzato e si volta a guardarmi.
La mia espressione deve essere molto eloquente.
Ha passato la mattinata a flertare con me, era evidente, ed è già occupato. Che stronzo! Non è cambiato è sempre lo stesso, più pericoloso di prima però, evidentemente con il passare del tempo ha affinato le sue tecniche.
Sospiro e mi giro verso il camino. Illusa. Ecco cosa sono. Un'illusa. Cosa pensavi che lui venisse qui e che si innamorasse di te. Stupida Bella!
Mi alzo e piano piano mi avvicino a loro, mi presento e assegno loro le stanze.
Controllo le prenotazioni sono tutte doppie. Tranne quella di Edward che è a uso singola e quella di Tanya.
Loro non dormiranno insieme? Forse erano solo all'inizio del rapporto e non erano ancora così intimi.
Sorrisi. Sperai che fosse così.
Passai il pomeriggio insieme a loro, a ridere e a scherzare.
Edward seduto tra me e Tanya.
Lei che lo abbraccia e tocca in continuazione, lui che di rimando, ogni volta si avvicina sempre più a me , sembra cercare di sfuggirle.
Tanto che che mi ritrovo al limite della panca con la gamba ed il fianco di Edward completamente schiacciato, anzi, pressato al mio.
Mi scappa un sorriso data la situazione buffa. Era evidente che lui stava cercando di scappare da Tanya, ma non sapeva come fare.
Si accorge della mia risata e si volta verso di me "Edward se continui così finirò con il sedere per terra", per tutta risposta mi passa un braccio dietro la schiena e con la mano mi afferra il fianco e mi stringe ancora di più a se. Se questo fosse ancora possibile. Si volta verso di me e affonda il suo volto nella parte scoperta del mio collo, appena dietro l'orecchio e vi pone dei piccoli baci, lenti, unici, inaspettati. "Scusami Bella, è da sta mattina che sento il desiderio di farlo, scappiamo....."
Brividi lungo la schiena. Deglutisco rumorosamente anche quando l'altro braccio passa sotto le mie gambe e mi solleva. Non ho nemmeno il tempo di ragione.
Edward mi prende in braccio e mi porta nella stanza di fianco insieme a lui. C'è un divano rosso di fronte ad una meravigliosa vetrata che offre un paesaggio fuori dal comune. Chiude la porta.
Avvicina  le sue labbra alla mia guancia ed inizia a posarvi dei baci piccoli,leggeri, dolcissimi. "Sei bellissima..... è da prima che mi sono accorto di questo angolo..... e immaginavo di portati qui......"
Iniziamo a ridere. Come per scacciare un po' di imbarazzo che si è  creato durante questa incursione, oltremodo inaspettata, da parte sua.
"Bella, volevo ricreare l'atmosfera che c'era prima tra noi, prima che arrivassero Tanya e i miei amici."
"Ecco appunto Tanya, Cullen spiegami per favore. Ho pensato che..... ecco.... che ..... Edward, state insieme?"
"Isabella ti sembra il mio tipo? Non mi da pace da quando l'ho conosciuta. Non so più cosa fare per scappare dai suoi attacchi, non la sopporto più!"
"Ah! Adesso capisco! Ti serviva una scusa per farle capire una volta per tutte..... così mi hai portata qui".
"Bella..... cosa hai capito, non ho escogitato un piano per non averla tra i piedi.....ma.....in effetti potrebbe essere efficace" e si blocca mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
Due baci sulla bocca, e gli altri intorno alle labbra.... "volevo stare solo con te". Baci avidi e le mani che corrono sotto i vestiti.
"Volevo te, voglio te"
Siamo travolti da un'onda, lui ed io. Le bocche dell'altro il nostro respiro, la nostra forza. Gli sfilo il maglione e mi accorgo di non indossare più il mio.... ma quando me lo ha sfilato?
Mi solleva ancora, ci  mettiamo in piedi uno di fronte all'altra e inziamo a baciarci ancora e ancora ovunque e mentre lo facciamo ci spostiamo per la stanza. Addosso al muro, vicino alla porta e con una mano giro la chiave nella serratura. La sfilo e la butto dietro di lui.
Mi sorride famelico, ha capito che si può spingere oltre.
"Anche tu mi vuoi Isabella? E' una vita che ti aspetto....."
"Dimmi che lo vuoi anche tu.... che mi vuoi anche tu...."
"Sì ti prego Edward.....ti voglio.....ora" Un altro bacio sul collo urgente
"Ti ho sempre voluto" uno dientro l'orecchio.
"Anche io Miss Swan, ti ho sempre desiderata, scusami se ti ho infastidita, ma non sapevo come fare con te..."
"Non ti scusare Edward, e continua..... anzi, scusati ancora, e ancora...."
"Va bene..... come vuoi, allora, ti accontento subito......Mi scuso qui (un bacio sul collo) e poi qui.....(uno più in basso).. "Libera il mio seno ...... "ancora qui" (un altro bacio).... una continua scia di baci bagnati sempre più in basso....intorno all'ombelico..... la sua lingua ritorna in alto in mezzo ai seni...... le mie mani sulla sua schiena, arpionate a lui, come se perdendo la presa avessi paura  di sprofondare in un abisso.....
"Chiedi ancora scusa Edward, slacciami i pantaloni..... scusati anche un po più in basso" gli occhi infuocati, la bocca aperta ansimante, vogliasa. Porta le sue mani dentro le mie mutandine...... gemiti dentro le mie orecchie, io con lui. Totalmente fuori controllo, entrambi!
Mentre lui si impossessa di me con le dita, passo una mano sulla sua erezione, ancora costretta nei Jeans.
Non resisto più, la mia voglia si fa prepotente. Devo assolutamente prenderlo in mano. E lo faccio, slaccio i bottoni, con urgenza libero la sua erezione, la scorro su e giù prima lentamente e poi più veloce e decisa, stringo e scopro lui , turgido, bagnato.
Cerchiamo di trattenere i gemiti, di soffocarli per evitare che gli altri ci possano sentire. Ma è difficile, troppa è la voglia di noi insieme.
Così ormai nudi ci ritroviamo sul divano, io sotto di lui. Sento il suo peso, il suo profumo forte, il mio seno ormai nascosto dalla sua bocca. Il mio volto perso tra i suoi capelli. Appoggia il suo sesso duro al mio ingresso, spinge prima lentamente solo la punta. Si ferma mi bacia, le lingue si toccano si sfiorano, si scrutano, la nostra saliva si mescola.
"Dimmi che mi vuoi......"
"AAAahhhh Edward ti prego, sìììì........ così, ti voglio sentireee Edward"...... " Bella sono qui.... tutto.. per te..".... ansimi, suppliche, gemiti..... "sei bellissima, cazzo sì..... sei bellissima, sei perfetta .... per me........ sono qui .... tutto quello che vuoi tu ..... per sempre" calore immenso, ingestibile ovunque. Le sue parole come fuoco sulla mia pelle......
Le mie gambe ancorate ai suoi fianchi, le mie mani sulle sue natiche ad aiutarlo nel movimento, lo voglio tutto, fino in fondo. Mi deve riempire. E' assoluto, è prioritario. Solo lui. Solo questo. Le sue mani nei miei capelli le nostre bocche vicine, occhi negli occhi. Solo noi adesso, il resto scompare. Il mondo muta, si rovescia, esplode. Lo sento muoversi più velocemente gli occhi serrati, la bocca gonfia, il volto stravolto. Io con lui... godiamo insieme, stringendoci sempre di più, lasciando che lentamente i nostri corpi si fermino e i nostri respiri ritornino regolari.
Questo è tutto quello che voglio. Tutto quello che vogliamo, non abbiamo bisogno di altro.
Un bacio a fior di labbra, e poi ancora un altro.... "Ti amo Isabella, ti ho sempre voluta". Annuisco, gli sorrido, gli bacio lentamente ogni parte del viso, non tralascio niente........ raccolgo anche la lacrima, scappata dai suoi occhi, appagati e felici.

Sono passati 40 anni da quel giorno.
Il mio Edward ed io ancora passeggiamo tra queste valli. Questa baita è diventata la nostra casa, ora che i nostri 3 figli sono grandi ed indipendenti, ci siamo trasferiti . E' un posto incantevole, il luogo dove ci siamo ri...scontrati e riscoperti, dove ci siamo innamorati.
Dove abbiamo concepito il nostro primo figlio, quella prima volta o forse la seconda... o la terza, non lo sapremo mai con precisione..... perchè quel pomeriggio abbiamo messo a dura prova la resistenza di quel divano rosso.
Buon Anno, amore mio, un altro da passare ancora insieme!





 

venerdì 16 dicembre 2011

CAPITOLO 11



CAPITOLO 11

EDWARD POV
Rosalie è entrata nella mia stanza. E' sera tardi ormai, il suo turno dovrebbe essere finito.
Mi fissa, mi scruta. Sembra quasi arrabbiata.
Lo so. Lo so. So già quello che mi vuole dire.
"Rosalie, ti prego!!"
"Edward, cosa ti devo dire. Tu sai benissimo che rischi stai e stiamo correndo tutti. Abbiamo capito che Isabella per te è importante, soprattutto per quello che hai passato in questi ultimi tempi. .." cerco di fermarla, non ho voglia di sentire la sua predica.
"Rosalie, ti prego io......!"
Lei continua a parlare nonostante  abbia chiaramente capito dalla mia espressione che non mi va  di dovermi giustificare per quello che ho fatto.
"...... lascia almeno che ti dia un consiglio per come ti stai comportando con lei.
Qui non c'è in gioco solo la tua vita e l'indagine. E' un anno che stiamo lavorando a questo progetto e rischiamo di far saltare tutto per la tua leggerezza."
"LO SO! DANNAZIONE!"
Alzo senza accorgemene il tono della voce. Non mi piace che si metta in dubbio la mia professionalità. Ho rischiato di morire, sono rimasto in coma, ho perso la memoria. Fortunatamente le cose hanno preso una piega positiva, sto risolvendo tutto molto in fretta. Cerco di riprendere il controllo.
Rosalie si avvicina e mi appoggia le mani sulle spalle, mi attira a sè, mi abbraccia e mi parla.
"Ho avuto... abbiamo avuto tutti paura per te! Adesso che ti sei svegliato e che sei tornato tra noi non voglio rischiare di perderti ancora. "
Allenta il suo abbraccio e continua a parlare.
Rimane seduta sul letto accanto a me, tenendomi le mani tra le sue.
"Anche Alice è stata ricoverata qui in ospedale recentemente, niente di grave, stai tranquillo. E' rimasta qui solo un paio di giorni, è stata colpita da una pallottola durante un'incursione, un regolamento di conti tra bande, e lei era nei paraggi.  E' arrivata in stato di shock, ma poi tutto si è risolto ed è tornata alla normalità. E' a casa ora. Io ed Emmet siamo riusciti a tanquillizzarla, le abbiamo spiegato tutto. Desiderava come non mai venire a vederti e a salutarti, ma ovviamente abbiamo dovuto impedirglielo.
Le abbiamo raccontato che qui eri già in buone mani, mio caro, e che c'era una bella infermiera a prendersi cura di te. Eh! Eh! Bravo Edward!"
"Bene, mi sono persa qualcosa?"
Bella è davanti alla porta, una mano ancora sulla maniglia, ci guarda con aria interrogativa.
Non sappiamo ancora io e Rosalie che cosa lei abbia sentito della nostra conversazione o cosa si stia domandando considerata la vicinanza mia e di Rosalie.
"Isabella....." Rosalie si alza dal letto, si nota dell'imbarazzo nella sua voce, poi si volta verso di me e mi guarda negli occhi, non sa cosa dire, così intervengo io.
"Da quanto tempo sei lì, cosa hai sentito?"
"Quel che basta!"
"Cosa fai qui a quest'ora Bella è tardi, non dovresti essere a cena con Jacob?" Cerco di temporeggiare, voglio capire cosa sa e cosa ha sentito.
Mi guarda in un modo che non le ho mai visto fare con me .... un misto tra l'infuriato e l'incredulo.
"Come posso notare, non mi aspettavate. E' ovvio...."
Anche lei non si sbilancia, non fa domande precise, ha paura di sentire quello che pensa di aver intuito.
Non so cosa fare. Per la prima volta in vita mia, non so cosa fare.
La donna  che desidero più di ogni altra cosa al mondo è lì impalata davanti alla porta e mi chiede spiegazioni.....
Abbasso lo sguardo..... sento Rosalie muoversi tentando di uscire, Bella si sposta e le lascia libero il passaggio.
"Rosalie con te parliamo dopo, adesso lasciaci soli" sbotta all'improvviso.
Bella entra e chiude la porta dietro di sè. Non parla aspetta che sia io a farlo.
Mi siedo sulla sedia a rotelle e lentamente nel più profondo silenzio mi avvicino alla finestra, dandole le spalle.
Dovrei dirle la verità. Questa sarebbe l'unica cosa giusta da fare.
Non la cosa migliore però.
Raccontarle tutto vorrebbe dire metterla in pericolo, ma lasciarle credere di averci provato con Rosalie, significherebbe perderla per sempre.
Fuori da questa finestra il buio, come dentro la mia testa. Fisso il vuoto davanti a me e scorgo la mia immagine riflessa nel vetro...... qualche luce lontana.... gente in movimento.
Vorrei non aver ritrovato la memoria. Vorrei cambiare vita per lei. Ora in questo istante.
Una preghiera sorda proviene dal mio cuore. Sarebbe bello con un battito di ciglia cambiare tutto.
Invece sono qui fermo ad un bivio. Ancora non posso lasciare l'ospedale visto che le mie gambe non hanno ancora deciso di muoversi da sole.
Per andare dove poi?
Io non mi voglio allontanare da lei. Lei che per tutto questo tempo mi è stata di conforto e di sostegno. Lei di cui mi sono innamorato quando ancora ero sospeso nel limbo.
Ad un tratto, in un lampo, capisco che cosa devo fare.

POV BELLA

Ferma davanti ai vetri della sua stanza, vedo Rosalie abbracciarlo e stringerlo. Sono sbigottita. Non capisco. Credo di avere le allucinazioni.
Non sento cosa si stanno dicendo, ma vedo lei parlare intensamente, sono ancora vicini, gli tiene le mani.
Non credo ai miei occhi. Cosa succede? Non capisco più niente.
Senza riflettere apro la porta, sento la risata di Rosalie, vedo lui sorriderle imbarazzato .... credo di aver sentito qualcosa tipo "bella.... infermiera....... a prendersi cura di te, risatine..... Bravo Edward".....
Non riesco più stare zitta....
"Mi sono persa qualcosa?"
Si stavano prendendo gioco di me?
"Da quanto tempo sei lì, cosa hai sentito?"
"Quel che basta!"
"Cosa fai qui a quest'ora Bella è tardi, non dovresti essere a cena con Jacob?"
Sono sbigottita, mi sento catapultata in un'altra dimensione.
NON CAPISCO PIU' NIENTE.
"Come posso notare, non mi aspettavate. E' ovvio...."
Mi fissa spaventato Anthony, è agitato, è nervoso.
Ancora si tortura le mani. Ancora le porta ai capelli.
Rosalie tenta di uscire dalla stanza..... mi deve delle spiegazioni anche lei.
"Rosalie con te parliamo dopo, adesso lasciaci soli"
Non una parola, mi guarda anche lei, spaventata.
La faccio passare e chiudo la porta.
Rimaniamo io e lui. SOLI.
Vorrei urlare. Dentro di me vorrei urlare.
E lo faccio. In silenzio. URLO! IMPLORO DI SBAGLIARMI.
Eppure ho visto bene....
Immagini nella mia mente ritornano dal passato, nemmeno tanto lontano. Pochi mesi fa. Sei mesi fa per l'esattezza.
James. L'altra. Pensavo di amarlo. Pensavo di essere amata.
Mi sbagliavo. Allora come adesso.
Le sue spiegazioni, mesi di bugie. La sua doppia vita a Saint Louis.
Credevo di aver trovato l'uomo della mia vita, anche se non andavamo d'accordo io ci tenevo. Ci avevo creduto. Credevo in un futuro con lui. Invece lo trovo con un'altra nel letto.
* * *
James mi disse che non sarebbe tornato quel fine settimana a Chicago e che sarebbe rimasto a Saint Louis dai suoi genitori, così pensai di fargli una sorpresa, andando da lui. Ma la sorpresa la fece lui a me.
* *  *
E adesso. Penso di fare una sorpresa ad Anthony, credo gli faccia piacere vedermi tornare, anche se non dovrei essere qui ed ecco che...
Mi ha confidato che non era contento di sapermi a cena con Jacob, torno e lo trovo tra le braccia di Rosalie.
Ancora. Di nuovo. Possibile che io non riesca a capire chi mi ritrovo accanto?
Mi sento morire. Questa volta no. Questa volta non riuscirei a sopportarlo.
Non riesco a parlare.
Anthony anche lui in silenzio. Scende dal letto e con la sedia a rotelle si spinge fino alla finestra, dandomi le spalle. So che sta pensando a cosa dirmi, probabilmente a quale scusa aggrapparsi. O forse no!
Non sono sicura di voler sentire. Preferisco forse non sapere?
Non capisco. Continua a non capire. Il mio cuore si è fermato, ogni tanto sento un movimento nel petto, ma tutto sembra tranne un battito, pulsa in modo irregolare.
Eppure ho creduto, questa volta mi sembrava.... tutto diverso!
Con lui mi sembrava tutto "perfetto".
Le cose che mi ha detto poche ore fa? Finte?
Tutto finto? Si è divertito? Si sono divertiti insieme a prendermi in giro?
E' così "bello" spezzare il cuore delle persone?  Farle soffrire?
Per cosa, per un  bacio? Alla fine .... no non è per quello.... è per le sue parole. Bugiardo!
Sguardo falso ed ingannevole!
Si volta Anthony. Si gira verso di me. E mi fissa. Ha l'aria decisa. Almeno spero che sia sincero. Il mio cuore ora corre veloce, un cavallo al galoppo.
"Isabella scusami"
"Anth..."..... "Ti prego fammi parlare, ti voglio spiegare"
"Non sono sicura di volerti ascoltare"
"Ti prego Bella"
"A cosa ho avuto il piacere di assistere prima?" "Tu chi sei?"
" Vi siete divertiti alle mie spalle?"
"Non dire questo Isabella, lascia che ti spieghi!"
"Cosa mi devi spiegare, come e quanto tu mi abbia preso in giro in questi giorni? Le bugie che mi hai raccontato? Questo mi vuoi spiegare e Anthony?"
"Anthony poi.... nemmeno so come ti chiami, nemmeno so chi sei?
Farei meglio ad andarmene e a lasciarti qui, cosa dovrei fare ascoltare le tue menzogne?"
Gli urlo in faccia, non riesco a trattenermi e la mia mano vola verso il suo volto. Ma prima di fermarsi sulla sua guancia, si blocca, qualcuno mi afferra il polso e mi blocca.
Anthony.
Non si aspettava una sfuriata dal genere da me, credo, perchè mi guarda, con gli occhi grandi, spaventati e cupi, ma decisi.
E' la prima volta in vita mia che tento di colpire qualcuno.
Nemmeno con James lo avevo fatto.
La sua presa sul mio polso è forte ma delicata, mi stringe ma non mi fa male. Rimaniamo così sospesi, fermi immobili,  a fissarci. Io respiro a fatica, ho l'affanno, la rabbia si è impossessata di me, sono fuori controllo.
Continua a fissarmi e dalla sua bocca escono solo parole leggere, ovattate, cerca di calmarmi, di riportarmi alla realtà, vuole che io lo ascolti.
"Isabella ti supplico, lasciami spiegare, non te ne andare, sei tutto quello che voglio, sei tutto per me, non posso vivere senza di te. Dimmi che mi ascolterai, devi fidarti di me. Ti prego siediti sulle mie ginocchia, ho bisogno di sentirti vicina, ho bisogno di toccarti. Ti prego non andare via."
Gli occhi lucidi, di entrambi, le nostre fronti a sfiorarsi....
"Ti prego, permettimi di spiegarti".
Lo accontento, voglio fidarmi, lui non è James, continuo a ripetermelo.... lo so. Senza parlare mi siedo su di lui e lo abbraccio.
Affonda il suo volto nell'incavo del mio collo e scoppia in singhiozzi. Anthony, mi spiazza, come sempre in questi giorni.
...... e capisco..... capisco che ha ricordato il suo passato, ne sono sicura, anche se ancora non me lo dice. Ho paura adesso.
Ora sono io che ho paura di perderlo.

venerdì 9 dicembre 2011

CAPITOLO 10



CAPITOLO 10

EDWARD POV

E' appena uscita dalla mia stanza.
Non posso credere ancora che mi abbia detto quelle cose.
Davvero ricambia i miei sentimenti?
Avrei tanto voluto che rimanesse qui con me, ho bisogno di lei.
Come mai nella mia vita.
Mi sento uno stronzo.... eccome!  Perchè nonostante i miei sforzi per lasciarla andare, quando lei è vicina a me non riesco a fare in modo di allontarla, di scacciarla.
Per il suo bene. Perchè io non vado bene, non adesso, non ora.
Non perchè sono qui fermo in questo  letto, non è per quello.
Ho fatto tanti progressi in pochi giorni, riesco anche a parlare meglio.
E' la mia vita che non fa per lei.
So che qualcuno mi sta cercando e stare con me , significherebbe proprio metterla in pericolo.
Ora come ora non possiamo stare insieme. Non come vorrei io e come si meriterebbe Isabella.
Perchè lei si merita di essere felice.
Perchè sono così stupido?
Perchè l'ho baciata un'altra volta?
Perchè ho dovuto dirle che mi da fastidio se esce con altri?
Io la voglio. Questo è il problema.
La voglio tutta per me. Voglio l'esclusiva.
Mia e di nessun altro.
Mi sento male. Malissimo. Odio mentirle. Ma è quello che sto facendo.
Lo faccio per proteggerla, lo so, ma  non riesco a darmi pace.
Potrei farmi trasferire in una clinica riabilitativa lontana da qui.
Farle capire che mi sono sbagliato. Passerebbe del tempo, lei mi dimenticherebbe.......
Come vorrei passare una  notte con lei. Ne ho un bisogno assurdo. Come l'aria che respiro.
Ma la sua vita e la sua sicurezza sono la mia priorità ora.
I miei colleghi sono riusciti per il momento a coprirmi le spalle. A fare in modo che l'organizzazione che mi sta cercando non mi abbia ancora scovato.
Hanno lavorato per evitare che il mio caso non venisse pubblicizzato sui giornali.
Hanno convinto il Dr. Cullen a non parlare con nessuno della stampa...... lui ha capito, senza fare troppe domande. Li ha accontentati.
Ma fino a quando questa copertura basterà a tenerli lontani.
Se solo sapessero di Isabella, sono sicuro che non ci penserebbero due volte e la userebbero per ricattarmi. Ho scoperto troppe cose.
Perchè non posso essere felice?
Potremmo scappare io e lei in qualche posto sconosciuto, ma che vita potrei offrirle?
No.
No.
No.
Non posso farle questo.
C'è solo una cosa da fare.
Sparire.
Sparire prima che lei possa sentirsi più coinvolta. Adesso che siamo all'inizio.
Se ne farebbe una ragione.
IO NON RIUSCIRO' A VIVERE SENZA DI LEI.
Potrei spiegarle tutto. Chiederle di fidarsi di me. Potrei chiederle di aspettarmi, e che appena risolvo tutto, tornerei da lei.
Cambierei vita per lei. Ma prima devo chiudere con questa. Ho delle cose in sospeso.
Solo potessi muovermi. ACCIDENTI!

BELLA POV
Non vorrei aver accettato l'invito di Jacob.
Avrei voluto restare con Anthony, anche se sarebbe stato, come dire, poco lecito.
Stai calma, non avere troppa fretta. Tra poco si rimetterà, uscirà dall'ospedale e tu potrai prenderti cura di lui e stare insieme liberamente.
Mi avvio verso casa a passo spedito, mi chiudo bene il cappotto, infilo i guanti.
E' ancora presto potrei fermarmi un attimo alla mia caffetteria preferita e comprare quella miscela di caffè che mia madre ama tanto, così da ricordarle di evitare di parlare di me a Jacob.
Non vuole capire che per me lui è solo un amico. Niente più.
Sono quasi arrivata al negozio quando all'angolo della strada vedo Jackson parlare con Rosalie. Animatamente. Che cosa sarà successo!
Adesso ricordo, lei in quel locale, era in compagnia dei collaboratori di Jackson.

Rosalie è da poco nel mio reparto. Non so niente di lei. E' molto riservata, come me.
E' una delle caratteristiche che apprezzo in lei.
Ora che ci penso è arrivata il giorno dopo che Anthony è stato ricoverato in ospedale.
Che coincidenza. Sarà una coincidenza. La vita è strana.
Decido di non badare a loro e di entrare nel negozio e farmi i fatti miei.
Arrivata a casa porgo a mia madre il pacchetto di caffè profumato.  Le do un bacio sulla guancia e inizio a parlare con fare scherzoso di Jacob.
"Non mi sembrava il caso di farlo venire fino in ospedale, mamma. Lo sai come la penso!"
"Dai su bella non fare la pesante. Stravede per te. Mi chiede sempre quello che fai, come stai. E questa mattina eri strana, e non solo questa mattina, da un po' di tempo a questa parte. Lo so che ti sta a cuore quell'Anthony, ho capito che ti piace, ma tesoro mio, non sai chi lui sia. E' uno sconosciuto. Jacob è un bravo ragazzo, ti vuole bene, un partito sicuro.
Sono certa che sareste felici insieme."
"Allora sarai contenta di sapere che ho accettato di uscire a cena con lui sta sera"
"Bella, brava bambina mia. Veramente sai!"
"Vado con lui a cena, ma non pensare che questo avrà chissà quali risvolti. Non è il tipo per me Jacob. Non è colui che voglio. Sta sera cercherò di essere chiara, una volta per tutte. Non sono innamorata di lui"
"Bambina, cosa ne vuoi sapere tu dell'amore, sei poco più di una ragazzina! Lo so che gli anni passati con James ti hanno segnata. Ma Jacob è diverso. Dagli una possibilità. Fammi morire felice"
"Oh! Mamma come sei melodrammatica! Non stai per morire, sei sana e giovane ancora."
"Sì, ma nella vita non si può mai sapere e io vorrei vederti felice, vorrei giocare con i miei nipotini, finchè ancora posso tenerli sulle ginocchia. Le tue amiche sono quasi tutte sposate e con figli."
"Quindi cosa mi suggeriresti, di sposarmi anche se non amo mio marito, solo per darti dei nipotini?"
"Che ci sarebbe poi di tanto strano? Dai preparati adesso basta chiacchiere, ti ho preparato un bagno caldo. Ti devi preparare per Jacob!"
"Va bene, mamma grazie! Ma smettila di fare un film su questo appuntamento che tanto con Jacob,  un'altra volta non ci uscirò!"
Mi immergo nell'acqua calda.
Mia madre mi farà uscire matta, un giorno di questi.
Mi vuole bene e mi vuole vedere felice.
So che le cose che mi ha detto, non le pensa fino in fondo. Le piace scherzare, però so che sarebbe felice di sapermi insieme a Jacob e che vedermi coinvolta così da uno sconosciuto la preoccupa.
Lo sarei anche io se fossi al suo posto.
Cerco di rilassarmi ma appena chiudo gli occhi, vedo due iridi azzurre fissarmi.
Sono quelli di Anthony........ ho una strana senzione. Un brivido freddo dietro alla schiena. Cerco di non pensarci, mi lavo in fretta e corro a prepararmi.
Vorrei correre da lui. Così decido. Cenerò con Jacob e poi tornerò in ospedale da Anthony!
Gli devo assolutamente parlare!

giovedì 8 dicembre 2011

CAPITOLO 9


CAPITOLO 9.

POV BELLA
Mi trovo a qualche metro da lui.
E' seduto sulla sua sedia a rotelle con le braccia e le mani appoggiate ai braccioli. 
Con la punta delle dita tamburella appena appena sulle ruote. 
Ha gli occhi chiusi e il volto leggermente reclinato verso destra. Sembra estasiato.
 Come un musicista rapito dalle note, che suonano solo nella sua mente e che solo lui può sentire.
Sul volto un'espressione tra l'estasiato e il divertito.
Rimango qualche minuto ad osservarlo, rapita! Mi conquista, con queste sue piccole cose. 
Se poi ripenso al modo con cui mi ha baciata!
Forte, potente, deciso. UNICO!
Mi avvicino a lui e a voce bassa, gli prendo una mano e  lo chiamo "Anthony, sei pronto? Scusami ti ho svegliato, ti eri assopito?"
Spalanca gli occhi di scatto, inarcando quelle meravigliose sopracciglia, folte e dorate, mi fissa..... sembra divertito. Oserei dire quasi strafottente!
"Be..lla. So no. Pro nto" Ha aggiunto con fatica altre due parole.
 Gli sorrido. Mi stringe la mano, la intreccia con la sua. Capisco la fatica che sta facendo, si sta sforzando di parlare. Ogni giorni fa dei progressi, piccoli grandi passi. Importantissimi.
"Bene, (amore) iniziamo allora!" 
Cerco di massaggiarlo delicatamente, Anthony ha chiuso gli occhi, come tutte le volte che lo lavo da quando si è svegliato.
Ha delle gambe meravigliose, assolutamente meravigliose. Nonostante l'immobililtà forzata sono piuttosto toniche. Mi piace massaggiarlo. E' un piacere per me, in tutti i sensi. Lo guardo in volto, anche sta volta sembra sognante. Sono più incisiva in certi punti e più delicata in altri......ma lui non si muove. 
"Anthony, senti le mie mani?" Annuisce con la testa senza aprire gli occhi  "Ti sen to" la sua bocca si allunga accennando un sorriso.
"Se premo in questo punto ti faccio male?"
Questa volta scuote la testa e riapre gli occhi "No, sei pe r fe tt a".
Non rispondo e rimaniamo in silenzio per il resto del tempo, andiamo avanti per una mezz'ora. Lo aiuto a sedersi sul lettino.... io in piedi davanti a lui.
Dovrei sentirmi imbarazzata, ma non lo sono. Sono emozionata piuttosto!
Non so bene come dovrei comportarmi. Veramente dovrei parlargli.
Mi ha colta all'improvviso con quel bacio. Mi ha stupita. 
Non ho trovato ancora il momento giusto per affrontare con lui questo discorso, devo dargli una spiegazione per il mio comportamento, devo spiegargli perchè sono fuggita via lasciandolo lì, da solo, senza dirgli niente.
 Non sono abituata a questo tipo di situazioni. Non è che mi capita tutti i giorni di ritrovarmi a baciare un paziente di cui tra l'altro non conosco nulla, nemmeno il suo nome. 
Cerco di non vederla in questo modo. Tra me è lui è diverso. Spero solo che non sia tutto solo nella mia testa.
Non voglio soffrire ancora.
Quando incontri l'uomo sbagliato, come è successo a me, alle volte capita che c'è qualcosa che ti spinge a non voler vedere e a non voler porre fine alla storia.
Ti ostini a voler stare con lui anche se le cose non funzionano. 
Anzi ti intestardisci e cerchi tu di farle funzionare, a discapito dei tuoi sogni, calpestando te stessa e i tuoi reali bisogni, i tuoi sentimenti......
Ti convinci che le cose cambieranno, che lui cambierà e invece non ti accorgi che questo lentamente allontana, perchè ti annulla, ed inconsapevolmente e lentamente ti svuota.
L'essere innamorati qualche volta tira brutti scherzi. Non ti fa pensare in modo razionale.
Ti toglie la lucidità. Sarà questo il bello dell'amore?
Ma quando l'amore per una persona non ti rende felice e non ti completa? 
Bè in questo caso prima ti svegli e meglio è!
Ma l'amore non dovrebbe rendere felici?
Ed ecco che come un lampo tutto è chiaro. Ti accorgi all'improvviso che sei tu e solo tu che puoi cambiare le cose e che da sole non lo faranno. Diventi così padrona della tua vita e smetti di lasciarti vivere ed essere in balia delle persone, dei loro umori e degli eventi. Sei tu che crei tutto, che disfi e rimodelli. Tu che tieni le redini e che comandi. 
Sei tu che scegli quale strada prendere.
Quando arrivi a questa cosapevolezza ti senti forte ed invulnerabile.... come mi sento io adesso. 
Ecco io con Anthony mi sento forte e felice. 
Sono felice quando sono con lui, quando mi occupo di lui, quando mi prende per mano e quando mi osserva con quegli occhi di un colore unico, che solo lui possiede. 
Quando mi bacia.
E' un amore nato in modo strano, lo so, me ne rendo conto.
Tanti non capirebbero. Non conosco nulla di lui, però mi sembra di conoscerlo da sempre.
Mi è stato sufficiente avvicinarmi al suo corpo addormentato per capire che lui era quello che cercavo. L'altra metà mancante.
Questo è quello che voglio io. 
Ma LUI? E qui le cose si complicano.
Forse Anthony si comporta così con me perchè mi è solo grato! 
Come faccio a sapere se vuole passare la sua vita con me.
Chiederglielo?
Mi prenderebbe per pazza, ne sono certa!
Ci siamo baciati una volta e io già mi vedo sposata con prole. 
Non sono normale.
Sarà meglio aspettare, sarà meglio non correre. 
C'è tempo, lui è qui... io sono qui e questa è l'unica cosa che conta adesso.
Mi devo concentrare sulla sua guarigione ora. Questa deve essere la mia priorità. Il mio regalo d'amore per lui. Qualunque cosa succeda.
Sono convinta che se gli dovessi raccontare questi pensieri..... si alzerebbe da questa sedia e correrebbe via a gambe levate.
Bella battuta che hai fatto..... proprio inerente al caso.
E' seduto sul lettino con le gambe a penzoloni e le mani ancorate al bordo. Occhi negli occhi. Mi fissa divertito.
I suoi occhi anche sorridono, sono luminosi e limpidi come il cielo d'estate!
In un attimo l'azzurro sembra diventare più scuro, più grigio, le palpebre si stringono in una piccola fessura,  un mare in tempesta. 
Sono ipnotizzata. Non riesco a levare lo sguardo dal suo. Le sue labbra si schiudono.
Porta una mano dietro al mio collo e lentamente si avvicina, di nuovo la sua bocca sulla mia. 
Non riesco a muovermi, di nuovo. Riesce sempre a cogliermi di sorpresa. Rispondo ai suoi baci lenti, profondi, sempre più azzardati, porto le mie mani sulle sue braccia, salgono al suo volto.
Non riesco a fermarmi. Mi aggrappo a lui. Sento il mio viso in fiamme, un calore incredibile invadermi tutto il corpo.
Si stacca, mi guarda e accenna un sorriso, il suo fiato caldo sulla mia bocca. Respiriamo affannati come se avessimo corso. Anche il suo volto è arrossato come il mio, le sue labbra rosse, disserrate e umide.
E' ora di parlare. Non posso rimandare! 
So che lui è tutto quello che voglio in questo momento, ma voglio rimanere con i piedi per terra. Voglio essere lucida. Non mi voglio esporre troppo!
Il mio non è un comportamento professionale. Cerco di riordinare le idee in fretta, ma è lui a precedermi e a parlare e come al solito mi stupisce. "Bella" fa fatica, il suo sforzo è evidente.
"Scusami non avrei dovuto! Mi dispiace sul serio, non ho resistito, nè prima nè adesso! Ma ........ "
"Anthony, io..." sento la porta aprirsi, è Rosalie.
Ci guarda, sicuramente intuisce, visto che io e lui siamo molto vicini, e le nostre espressioni sono sicuramente colpevoli. Colti sul fatto!
"Scusate, spero di non aver interrotto niete? Carlisle mi ha mandato a cercarvi, soprattutto tu Isabella. Appena hai terminato dovresti passare nel suo ufficio".
"Va bene Rosalie. Ti ringrazio. Digli che arrivo subito".
Il nostro momento magico è stato interrotto bruscamente e in fretta riaccompagno Anthony nella sua stanza.
Passo da Carlisle, torno al mio lavoro. Sono confusa e molto!
Ogni tanto passo da Anthony, a  guardarlo  mentre riposa.
Il pomeriggio passa veloce e il mio turno è finito.
Prima di tornare a casa ripasso da lui.
E' sveglio, subito mi sorride e si riabbuia un momento dopo, non capisco perchè, ma vorrei saperlo!
Decido di chiederglielo.
"Ciao, io dovrei tornare a casa, volevo farti un saluto, prima di andarmene! Qualcosa non va Anthony? Non ti senti bene?"
Mi osserva, abbassa lo sguardo ancora, è turbato e molto. 
E' agitato, vorrei abbracciarlo, rassicurarlo. Dirgli che andrà tutto bene, che sta guarendo. 
Vorrei dirgli di avere fede che la memoria tornerà. Che tutto si aggiusterà e che recupererà tutto quello che ora ha perso!
Sembra un gattino smarrito.
Mi avvicino e mi siedo sul letto di fianco a lui. Mi fa sempre uno strano effetto stargli così vicino.
Gli osservo le mani, dolci ed aggraziate, eleganti e delicate. Se le sta letteralmente torturando.
Non so se si è pentito di avermi baciata. Ma non posso lasciarlo solo.
"Bella, non voglio che tu te ne vada, non voglio che tu esca da qui sta sera. Vorrei che cenassi con me e che rimanessi qui anche questa notte, senza di te mi sento solo. Vorrei che non uscissi con lui, con il tuo fidanzato. Scusami Bella".
Me lo ha detto davvero? Non me lo sono sognato?
Lo guardo sbigottita, incredula.
"Vorrei, ma non posso pretenderlo. Per questo ti auguro una buona serata. Divertiti ti prego!" sembra sincero.
"Lo so Anthony, lo so.... lo vorrei anche io, tanto, sul serio. 
Se parli di Jacob, hai frainteso, lui è un amico, non  è il mio findanzato. Non ho legami con nessuno che non sia tu. Ma questo gioco che stiamo facendo è pericoloso. Ho paura Anthony. 
Ho paura che scomparirai, quando ricorderai tutto della tua vita. 
Cosa sei, se sei sposato, fidanzato. Certo potremmo vivere il momento, ma non so se poi riuscierei a sopporte di non averti più con me o di saperti con qualcun altra."
Ecco glielo ho detto. Gli ho sputato fuori tutto quello che mi frena. 
Ma lui come mai non risponde?
Mi prende tra le sue braccia. Mi bacia le tempie, la fronte, la testa, le guance. Afferra il mio viso con le sue mani. Ha paura come me. Lo sento!
Dio solo sa come vorrei tenerlo con me! Sono talmente egoista che arrivo anche a sperare che non gli ritorni più la memoria.
Lo voglio disperatamente!
"Bella mi sembra di aspettarti da sempre!"
Le nostre bocche si uniscono di nuovo, si cercano, si consolano.
E' un bacio disperato il nostro. Pieno di passione. Come se fosse il primo, come se fosse l'ultimo. Ci stacchiamo.
"Anthony, devo andare adesso. Ci vediamo domani. E' meglio così credimi. Se rimango qui un altro po' non so cosa potrebbe succedere e questo non è nè il luogo, nè il momento. Lo capisci vero?"
Mi alzo da letto e gli accarezzo il viso.
Corro per la strada, ho bisogno di scaricare. Credo di vivere in un sogno.
Sono felice, elettrica, come mai.
A domani amore mio. 

martedì 6 dicembre 2011

CAPITOLO 8



POV EDWARD
Dovrei dirglielo. Dovrei dirlo a tutti... a casa saranno preoccupati.
Vento gelido fuori e dentro la mia testa.
E' venuta a prendermi con la sedia a rotelle e mi sta spingendo lungo il corridoio in silenzio, non ha detto una parola da quando è entrata, solo che dovevamo andare.
Non mi guarda nemmeno negli occhi. E' pallida.
Fredda e distaccata come non è mai stata.
Mi sento vuoto, peggio di prima, peggio di quando non sapevo chi ero. Peggio di quando non ricordavo. Però ricordavo lei e questo mi bastava.
Va bene, dovrei parlarle. Dobbiamo chiarire ed in fretta.
Ora che so chi sono, ora che è tutto chiaro. Ora che ricordo cosa mi è successo.
Come faccio a parlarle, a farle capire cosa povro per lei se non riesco a far uscire niente dalla mia bocca? Cazzo!
Non sono abituato a questa sensazione, è nuova per me, mi spaventa, non mi piace. Mi sento fragile, attaccabile. Ho paura!
Sono arrabbiato, mi sento nervoso, vulnerabile e questo corridoio sembra essere infinito. Porte a destra e a sinistra, tutte uguali, mi sento smarrito e solo. Mi sento perso un'altra volta.
Dopo il bacio, pochi minuti dopo che che Isabella è uscita in quel modo dalla mia stanza, la porta si è nuovamente spalancata. Gli Ispettori di polizia sono tornati di nuovo a  farmi visita.
Solo che questa volta io so chi sono, li riconosco, e appena entrano  sorrido, Harrison e Wise.... ora ricordo tutto, sapevano benissimo chi ero.
Ma non potevano dirlo. Questi erano gli accordi. Collaboro con loro in questa indagine e per proteggermi non lo hanno rivelato nemmeno a me, quando mi sono risvegliato.
Tutta l'operazione è segreta, sono tutti in incognito! Stiamo cercando di arrivare ai vertici , ai mandanti, è pericoloso. Dobbiamo essere cauti e guardarci continuamente alle spalle.
Abbiamo già una mezza idea di chi può esserci dietro a questa organizzazione, dobbiamo raccogliere le prove però, per incriminarli. Gente senza scupoli.
Faccio un cenno, prendo carta e penna e scrivo loro due lettere WD.
Si guardano, accennano un sorriso, prima tra di loro e poi a me.... hanno capito.
Il loro Jolly è tornato.
Viste le mie condizioni e che per ora non sarò in grado di uscire dall'ospedale abbiamo ritenuto di tenere ancora segreta la cosa.
Mi sento terribilmente in colpa ora nei confronti di Isabella, ma è una bugia a fin di bene.
E' per non metterla in pericolo, per proteggerla.
Sono un giornalista. Mi è arrivata una soffiata. Stavo lavorando ad un articolo legato ad un traffico illegale di diamanti. Sono andato all'appuntamento con il mio contatto e poi.... mentre mi stava dando delle dritte.... un indirizzo, giorno ed ora della persona che avrei dovuto contattare,  quella botta forte alla nuca.... e poi il nulla! Tutto si è fatto buio! Solo che ora in queste condizioni non posso fare niente, devo aspettare di rimettermi in sesto, devo assolutamente riprendere l'uso delle gambe, mi devo sforzare.
AL PIU' PRESTO.
Solo che non pensavo che al mio risveglio avrei trovato LEI.
Ho fretta, una fretta tremenda, fremo, non riesco a stare fermo con le mani, giocherello in continuazione con le mie dita, me le passo tra i capelli, li strapazzo.... devo riprendere in mano la mia vita. Non posso aspettare. Non ce la faccio.
Soprattutto ho bisogno di una cosa, di una cosa sola ora, in questo momento.
Qualcosa che mi dia la forza per affrontare tutto, ho bisogno di LEI.
ISABELLA!
Mi giro verso di lei, se fossi sano, se fossi guarito, se non fossi costretto a stare qui seduto, non ti permetterei di trattarmi così, in questo modo gelido. Non te lo lascerei fare, mia cara. Ti convincerei in ogni modo possibile a stare con me. E sì, perchè io, Edward Masen, lo sciupafemmine  per antonomasia, mi sono innamorato. Ne sono sicuro. Sono sicuro dei miei sentimenti. Sono sicuro di amarla. Com'è difficile. Potrebbe essere tutto semplice, se solo lei lo volesse ed invece. ACCIDENTI! Non riesco a sopportare questo stato di fermo. Questa sosta forzata. Davvero sono convinto che sarebbe tutto semplice?
Devo trovare un modo per farglielo capire ed in fretta. Ogni lasciata e persa.
Ma Bella non mi guarda, io mi giro e la fisso negli occhi, e lei non mi guarda.
"Be..lla, Be..lla!" ci provo, la chiamo. "Siamo quasi arrivati Anthony, abbi pazienza"
Abbi pazienza??? Quale pazienza? Io non so cosa sia la pazienza! No non voglio pazientare, ti vorrei parlare. CAZZO.
Devo stare calmo o rischio di peggiorare le cose, potrebbe fraintendere e pensare che ce l'ho con lei, devo sforzarmi e cercare di parlare piano lentamente.
Ce la devo fare.
"Ehi Bella ciao" ..... e adesso chi è questo? che si prende anche tutte queste confidenze? Non solo la chiama per nome ma le cinge la vita con le braccia e le stampa un bacio sulla guancia.
HA UN FIDANZATO. Ecco che tutto si spiega, la sua reazione, il suo distacco. MERDA. MERDA. MERDA. Giù le zampe amico! Isabella è mia, solo mia. Deve esserlo...... vorrei poter urlare in questo momento, vorrei potermi alzare e spaccargli la faccia, energumeno dei miei stivali, sei più grosso di me, ma io sono forte e veloce... si certo prima.....
Il mio cuore si è frantumanto.... ne ho sentito proprio il rumore.
POV ISABELLA
"Ciao Jacob, dai non esagerare che ci stanno guardando tutti!  Lo sai che non mi piace ricevere visite mentre lavoro!"

"Tua madre mi ha dato il permesso... ha detto che eri più strana del solito questa mattina quando sei uscita di casa che ... bè ecco .... sono voluto venire a vedere se stavi bene, se andava tutto bene. Sai vorrei invitarti fuori una di queste sere, magari questa sera, se non hai altri impegni e se non sei troppo stanca!" Jacob che tempismo. Però potrebbe essere una buona idea, potrei distrarmi un po' e riuscire a riflettere in modo più obiettivo dopotutto.
Vedo Anthony, guardare ora me, ora Jacob. Non sembra essere entusiasta di questa irruzione tra me e lui. Anzi proprio per niente, con le mani ha arpionato le sue ginocchia... le nocche sono diventate bianche per la tensione.
 "Va bene Jacob, vada per questa sera, alle 7,30? qui alle 5 dovrei aver finito, il tempo di tornare a casa. Ti aspetto da me. Adesso vai, ho fretta, mi devo occupare di questo paziente ed è già tardi. A sta sera."
Jacob se ne va e io e Anthony entriamo nella sala di fisioterapia.
E' grande e luminosa, ci sono parecchi attrezzi.... tutto quello che mi occorre. Arriva anche Carlisle, mi da dei consigli, mi spiega i movimenti giusti, ne discutiamo una quindicina di minuti, sotto lo sguardo interessato di Anthony. Chissà a cosa starà pensando. Cerco di non farmi distrarre dai suoi occhi, sembrano più chiari in questo momento, più limpidi, sembra divertito veramente.
Perchè ancora non sa cosa gli aspetta. Se pensa di fare di testa sua con me, si sbaglia di grosso.
POV EDWARD
...." Questo paziente????" Sta parlando di me? Come osa definirmi un paziente, come uno qualunque. Isabella non ti capisco? Non sa nulla di me, lui vero?
Non sa le cose che mi dicevi, non sa che mi hai baciato mentre ero in coma, pensando che non sentissi! A che gioco stai giocando Isabella eh? Vorrei tanto saperlo?
Bene, bene, bene.... avrai pane per i tuoi denti! Non puoi pensare di trattarmi così, devo capire...e non capisco. Forse ti piace tenere un piede in due scarpe? Ti piace fare il doppio gioco? Perchè prima anche tu mi hai baciato.... eccome se lo hai fatto! Non è passata nemmeno un'ora da quando è successo! E sta sera vuole uscire a cena con lui?
Finalmente arriviamo nella palestra di fisioterapia. E' piacevole, è ampia, piena di luce.
Dalle enormi vetrate si intravede la città.
La mia città. La Chicago che amo. Siamo in alto di parecchio e si vede il Lago Michigan. E' grigio come il cielo..... le nuvole non ci abbandonano da giorni nonostante il vento. E la neve  lascia il posto alla pioggia! Scende fredda, ghiacciata.  Mi giro con la mia sedia a rotelle ed osservo Isabella mentre parla con il Dr. Cullen. E' bellissima. La luce che entra dall'ampia vetrata le illumina il viso e i capelli. Non sento cosa dicono. La vedo annuire, si volta e mi guarda, si accorge che la sto fissando, si passa una mano sul volto e sulla bocca. Sembra preoccupata.
I colleghi mi hanno riferito che stanno tenendo sotto controllo anche lei, per proteggerla.
Hanno capito quanto lei si senta coinvolta da quello che mi è successo. Hanno paura che stando vicino a me in qualche modo possa essere compromessa.
Se fossi più furbo e coraggioso dovrei lasciarla perdere. Se fossi più forte. Ma per ora non lo sono. Anzi mi sento vulnerabile ed egoista. Dovrei essere più maturo, dovrei lasciarla alla sua vita, a quella che aveva prima di me, ai suoi amici, al suo fidanzato.
Sono un presuntuoso, ragiono come se lei cadesse ai miei piedi con un solo cenno.
Sogghigno! Chiudo gli occhi. Ricordo il sogno, dove lei era sopra di me, e le mie mani sopra i suoi seni.
Duri, sodi..... eccitati. Un ricordo nitido, sensazioni magnifiche, a risvegliare il mio basso ventre, stuzzicato e solleticato dai movimenti di lei.......  duro e potente dentro i miei boxer. Porto le braccia dietro la sua schiena e le slaccio il reggiseno. Glielo sfilo, lo annuso e lo lancio sul pavimento di legno di fianco al letto. Lei sembra esplodere, dalla bocca le escono dei suoni bassi. Gode. Gli occhi due fessure.
Si muove più velocemente ora e la blocco, con la voce che non ho..... le ordino di fermarsi . "Smettila, voglio che tu stia ferma" la afferro per i polsi  e porto le sue braccia dietro la sua schiena. La tengo bloccata così e mi sollevo. Raddrizzo la schiena e mi siedo, la bacio, un bacio lungo, bagnato, rumoroso, a bocca spalancata, con la lingua riempio totalmente la sua bocca. Gemiti, solo quelli ora. Le libero le braccia e con il pollice e l'indice di entrambe le mani afferro i suoi capezzoli. Ci gioco, li tiro, li strizzo. Con le mani aperte afferro ancora i suoi seni e  avvicino queste gemme scure alla bocca un seno per volta. Tenta di muoversi per donarsi piacere sopra di me, ma io la blocco di nuovo. "Ferma, non ti ho dato il permesso di muoverti" Spalanca gli occhi, respira affannosamente, nei suoi occhi una supplica. "Non è ancora ora tesoro, decido io quando farti venire, c'è tempo!"
"Anthony, sei pronto?" Spalanco gli occhi e la vedo vicina a me, mi prende una mano dolcemente "Scusami ti ho spaventato? Ti eri assopito?"
La osservo e scuoto la testa, accenno un sorriso ed inarco le sopracciglia, sapessi.......

CAPITOLO 7



POV BELLA

Bene, bene. Arrivo in ospedale trafelata. Sono in ritardo, caspita non mi capita mai!
Sono agitata oggi iniziamo la fisioterapia, speriamo di non perdere la calma.
Bella fai appello a tutta la tua professionalità, forza!
Carlisle mi sta aspettando.
Mi saluta sereno come al solito e mi fissa. Sono sicura di avere l'aria sconvolta. Se ne è accorto, ne sono certa.
"Miss Swan è pronta? Il nostro paziente ci aspetta! Ha bisogno di un attimo, mi sembra agitata? Non ha riposato bene vero, questa notte? Sappia che ho pienamente fiducia nelle sue capacità, se è questo che la preoccupa."
Ecco lo sapevo, sono davvero un libro aperto per lui. E speriamo solo per lui, perchè se penso a questa notte...... lasciamo stare. Niente problemi personali sul lavoro. E che il mio problema personale è qui nel mio luogo di lavoro... problema poi! Matta. Linfomane.
Ricambio i saluti, gli sorrido, raccolgo le lastre di Anthony ed insieme ci avviamo in neurologia.
Entriamo insieme da Anthony. E' sveglio, come al solito mi fissa "Be..lla", i suoi occhi mi sorridono, la sua bocca mi sorride. Avvampo.... oddio se avvampo e lentamente mi avvicino a lui.
Lo saluto e gli spiego con calma cosa faremo oggi insieme e che Carlisle mi farà da supervisore, come primo giorno.
Carlisle, si scusa,  esce.
Ci lascia soli.
Lo guardo ancora e allungo una mano, gli accarezzo i capelli arruffati. Bellissimo come sempre anche così.  Ma come fa?
"Ah!" Anthony mi afferra per il polso e porta la mia mano alla sua bocca ed inizia a baciarmi le dita, ogni dito con cura, con pazienza e mi guarda, mi scruta. Quasi mi spaventa, rimango a fissarlo, incredula anche quando con l'altra mano mi afferra il braccio, la spalla e il collo e mi attira a sè...... mi bacia. Mi bacia sulla bocca. Anthony mi sta baciando sulla bocca.
Rimango impietrita, non me l'aspettavo proprio.... continua ad avventarsi sulla mia bocca a labbra serrate. Si stacca un attimo, solo un attimo per guardarmi negli occhi e torna sulle mie labbra e usa la lingua. Questa volta usa la lingua, vuole farsi spazio e apro la bocca. Si la apro......... LO VOGLIO...... ..... le nostre lingue iniziamo a sfiorarsi, sempre di più... lo sento sempre di più, più in profondità.... rumori che escono dalla sua gola, indecenti!
Mi stacco, non è possibile. Anthony mi ha baciata. Oddio.... mi porto una mano sulla bocca, non ci posso credere, quelle labbra morbide, quella lingua deliziosa nella mia bocca, sulle mie labbra. Mi volto verso la porta, nessuno, oddio e adesso?  Mi giro a guardarlo, per vedere se è ancora lì o se mi sono immaginata tutto.
Mi sta guardando anche lui, scuote la testa, abbassa lo sguardo. TORMENTO SUL SUO VOLTO. Si sarà pentito, ne sono sicura.
 Senza accorgermene lentamente esco dalla stanza e richiudo la porta.
Percorro tutto il corridoio come una posseduta,  senza levarmi la mano dalla bocca, nebbia intorno a me, mi gira la testa, entro nel bagno ...... mi fisso allo specchio. SONO SCONVOLTA...... certo che .... non è possibile, non ci credo.
MI ha presa e mi ha baciata. Non un bacio "delicato" o appena accennato.... un bacio duro, forte, potente. Come nel sogno, pure meglio! Non è possibile,  OH MIO DIO!
E adesso? Cosa faccio? Bella possibile che la situazione ti sia sfuggita così di mano? O le situazioni le sai gestire o è meglio che non ti ci infili.
Io adesso dovrei tornare di là, mi devo occupare di lui oggi.... quasi per tutto il turno..... no no no no dovrò anche lavarlo, e come faccio adesso? Lo volevo questo bacio però. Lo volevo proprio. Come potevo tirarmi indietro. E lui? cosa avrà pensato di me? Che sono una che normalmente molesta prima i pazienti mentre sono in coma e poi si fa baciare da loro dopo che si sono svegliati. Baciati? Anthony mi ha baciata! Non ci posso ancora credere!
Mi lavo il viso e so che dovrò affrontare subito questa situazione, non posso fare altro.
Potrei darmi per malata, potrei dire a Carlisle di posticipare tutto, che oggi non mi sento bene. Che poi tanto una scusa non è!
Mi vergogno come una ladra, poi perchè non lo so, ma non sono abituata a dimostrarmi così fragile agli uomini. Contegno Bella. Respira!
Anthony!
In fondo si tratta solo di un bacio. Solo di un bacio, tra persone adulte. E' stato lui a baciarti per primo, per cui casomai è lui che dovrebbe sentirsi dispiaciuto eventualmente. Tu hai subito un attacco. Ecco ti ha preso alla sprovvista e non sei riuscita a fermarlo! BUGIARDA PATENTATA! Certo lui ti avrà anche preso alla sprovvista, però tu non è che l'hai preso a schiaffi o ti sei divincolata per sfuggire alla sua presa, anzi......
Si spalanca la porta del bagno "Rosalie....."
"Bella, che fai qui? Ti senti bene? Il Dr. Cullen ti sta cercando dappertutto. Ti ho vista passare come una saetta, con l'aria sconvolta, sono venuta subito appena ho sentito che non ti trovavano da nessuna parte! Non dovresti essere in Neurologia con il paziente del coma?
Il Dr. Cullen è da lui adesso. Devo andare a dirgli che non ti senti bene?"
Continuo a fissarla e intanto mi asciugo il viso e le mani. Cosa faccio?
Non sono io questa! Non sono io! Devo riprendermi, devi riprendere il controllo. Non so se riuscirò a fare finta che non sia successo nulla, non potrò rimanere chiusa in questo bagno ancora per molto!
Soprattutto a Rosalie cosa rispondo? E' qui di fronte a me e continua a farmi un sacco di domande.
"Allora Bella?"
"Rosalie, vai a dire per favore al Dr. Cullen che tra qualche minuto sarò da lui".
Annuisce con la testa e fa per andarsene " Rosalie.... scusa, grazie per essere venuta a dirmelo. Prima non mi sentivo bene, ma ora va meglio, ho solo bisogno ancora di qualche minuto da sola"....
"Bella, sul serio, sarò sincera,  non credere che lo faccia per te o per 'lui' ... lo faccio per me. Dopo quello che è successo l'ultima volta, ti assicuro che non ho voglia di tornare da LUI e rischiare il linciaggio perchè è ora del suo bagnetto. Mi spiego? Per cui se non andrai tu .... non vorrei che al Dr. Carlisle venisse in mente di chiamarmi e obbligarmi a lavarlo.  Non vorrei davvero essere costretta a legarlo per adempiere al mio lavoro. Addio Bella" ed esce dalla porta senza lasciarmi il tempo di controbattere, lasciandomi basita.
A legarlo? Rosalie!? Lasciamo perdere..... ho già i miei problemi a cui pensare.

POV EDWARD (ANTHONY)
Sono qui che aspetto Bella.
Il Dr. Cullen la sta cercando, non la trova, Bella non si trova. O non si vuol far trovare. Ecco diciamola tutta. Non si vuole far trovare. E' così.
Che Stronzo! Sono un emerito Stronzo!  Ma come posso solo aver pensato una cosa del genere, cavolo.
Lo so che ho ricordato il mio nome e il mio cognome...... ma non mi frega un cavolo di niente senza Bella!
Maledetto impulsivo che non sono altro! Perchè non rifletto mai prima di agire?
Avrei potuto controllarmi. Diciamo che avrei dovuto. Potevo darle un bacio sulla guancia, così che sembrasse per gratitudine.
No io no! L'Edward instabile, sempre io. Quello che combina casini. Sempre in mezzo alle risse, l'attaccabrighe. Quello che gioca con le donne, lo scavezza collo.
Mi sorprende essere ancora vivo.
Quando ho ricordato il mio nome, ho ricordato tutto... può la memoria ritornare così, all'improvviso? Può un bacio di una fata risvegliarmi dal coma? Può un bacio spinto ridonarmi tutti i miei ricordi?
Probabilmente sì, visto che è esattamente quello che è successo!
Dov'è la mia principessa? Conoscendo la mia proverbiale fortuna con le donne, baciandola, potrei averla trasformata in un rospo..... questo spiegherebbe come mai non si trova da nessuna parte! Che idiota che sono... dopo tutto sto casino che ho combinato anche da invalido ho ancora voglia di scherzare! CREPA EDWARD.

"Anthony..... è ora della fisioterapia, sono venuta a prenderti."