CAPITOLO 1.
"Arrivo Dr. Cullen, finisco di compilare le schede dei pazienti e sono subito da lei"
Ecco lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo...... me lo sentivo.... oggi nevica, adoro la neve!
La calma e la pace che ne deriva.
Chicago non è tranquilla di questi tempi, le gang arrivano, non ti danno nemmeno il tempo di capire quello che sta succedendo; senti gli spari, le urla, vedi i corpi cadere per terra..... lo stridio delle ruote, una macchina che si allontana di corsa...... sangue, sangue ovunque!
Non è facile vivere così. Sai che esci la mattina di casa e non sai se ne farai ritorno la sera.
Perchè alle volte capita che anche qualche innocente si trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Luridi Bastardi!
Non si fermano davanti a niente!
Potere, denaro, possesso, lo sfavillante luccichio dell'oro, sesso, lussuria, prostituzione, alcool!
I Boss mafiosi si stanno dando molto da fare, sono incontentabili, anzi incontenibili e oggi hanno esagerato.
Sono stata di turno forzato al pronto soccorso oggi..... alcuni feriti gravi provenienti da una sparatoria..... fortuna nessuno in fin di vita.
Anche una donna, bellissima e bionda, con i capelli lunghi, una pallottola, solo una di rimbalzo conficcata nella spalla...... ha perso molto sangue, ma nulla di grave.
E' arrivata delirando, chiamava un uomo di nome Edward, implorava aiuto!
Forse un marito, forse un figlio..... ma nessuno vicino a lei corrispondeva a questo nome.
Poverina! L'ho aiutata a risistemarsi.... e adesso dorme, dopo che le ho somministrato un tranquillante! il suo sonno però non è sereno, continua a chiamare quel nome "Edward, Edward, dove sei? TORNA! Ti prego, torna!"
Uno strazio, per fortuna dopo non molto si è tranquillizzata e il suo respiro è ritornato regolare.
"Dr. Cullen, eccomi, mi scusi se l'ho fatta attendere qualche minuto....... " consegno la documentazione nelle sue mani e mi dirigo in fretta verso la stanza n. 8, verso il mio paziente preferito, verso colui che al sol pensiero il mio cuore accelera.
PErchè non smetto mai di pensare ad Anthony. Nemmeno quando il mio turno finisce e non vorrei andare a casa. Ma devo farlo, non posso dormire in ospedale, in realtà uno straccio di vita ce l'ho. Vivo con mia madre, non più giovanissima, ma ancora totalmente autosufficiente. Lavora in un negozio di alimentari all'angolo della strada, vicino a casa, guadagna poco, ma quanto basta per vivere dignitosamente, ci facciamo molta compagnia. Mio padre se ne è andato da parecchio tempo, diversi anni fa un colpo secco al cuore ce lo ha portato via. A niente è valsa la corsa in ospedale, quando è arrivato era già morto. Il funerale, i parenti, i fiori, il gelo, in effetti sono passati quasi 10 anni da quel giorno.
Ero piccola avevo 14 anni ed è stato il giorno più brutto della mia vita.
Il cuore in tempesta, la testa in confusione, il dolore, il respiro mozzato...sensazioni lontane, ma ancora vive e vegete dentro di me, nella mia testa.
Giornata limpida quella del funerale, di sole, di gelo, ma lo ricordo poco il gelo. Mi sentivo in una bolla, tutto era ovattato. I saluti e le condoglianze. Gente di cui non mi fregava un bel niente, nemmeno le vedevo le persone, stavano vicine a me ma io non le vedevo.... solo la terra, fredda e umida.... la bara che veniva calata in basso con le corde..... le pale a sollevarla e a gettarla, una, due, tre,...... infinite volte....... finchè è scomparsa dalla mia vista....ed io ...l'unica cosa che riuscivo a pensare era, era che volevo buttarmi dentro, gettarmi in quel buco, essere ricoperta anche io. Quante volte nei mesi successivi mi sono ritrovata distesa nel letto, di notte al buio, congiungendo le mani e le braccia sul petto, mimavo il corpo di mio padre.....volevo provare la posizione, nemmeno io so perchè... volevo imitarlo, forse me lo faceva sentire più vicino.
"Ciao Anthony, eccomi sono qui, ..... adesso mi prenderò cura di te. Lo so tesoro ti ho trascurato oggi, ma adesso mi farò perdonare". Queste le mie conversazioni con lui, il mio monologo quotidiano, ma questo mi bastava, per ora almeno, cercavo di avere pazienza..... lo guardavo tutto, tutto intero..... sotto quel lenzuolo.
Lo scopro, lo svesto, sfilo via con cura solo la parte superiore del camice, gli scopro il petto, lentamente, come la prima volta che mi sono ritrovata a farlo.... non è l'unico uomo che ho visto nudo. E' il mio lavoro, ma lui....lui mi fa sospirare. Le mie dita lo accarezzano piano piano appena appena, impercettibilmente (non sono una maniaca ma una donna sì, cavolo! e non ho mai visto niente di simile) prendo la spugna, la inumidisco, faccio gocciolare dell'olio sul suo petto e massaggio....piano piano lo lavo. Passo alle braccia ricoperte di una sottilissima e morbida peluria bionda, le mani bianche e curate, quelle dita lunghe e perfette e penso a quante donne hanno fatto sospire sotto il loro tocco. Infondo lui potrebbe essere chiunque, io non so chi sia, per cui.... di sicuro, posso dire che non fa il contadino e lavori manuali pesanti. Non ha calli nelle mani gentili e possenti, sono morbide. Inizio ad immaginare le stesse che mi toccano i capelli, che mi sfiorano le labbra ....... il seno ..... il ventre.... il collo, le mie guance e senza rendermene conto me ne porto una sul viso, è fredda, la bacio lentamente, chiudo gli occhi, la annuso, lo respiro voglio farlo entrare dentro di me..... il suo odore, buono, tutto suo, mani forti. Lo venero il mio principe.
Cavolo, Bella, riprenditi subito, se dovesse entrare qualcuno che cosa inventeresti.... passeresti per maniaca, quale sono..... ecco sono una maniaca. Non si possono avere pensieri di questo tipo con un uomo che non può muoversi, con qualcuno fermo immobile ed in uno stato di non coscienza. Con difficoltà, la smetto.... riappoggio il braccio sul letto.... passo all'altro lato.....ma i pensieri ritornano come dei flash...... no no no riprenditi, smettila, vergognati. Come faccio adesso... devo lavare la parte di sotto, le sue parti intime, non ce la farò mai......
Basta
Basta
Chiamo l'infermiera di turno e faccio continuare lei, non mi va molto l'idea che qualcu'altro lo sfiori, ma non posso farlo io........ non posso perdere la mia professionalità, dopo anni è la prima volta che mi capita di avere questi pensieri.
Tutta colpa del sogno della notta precedente! Devo smetterla di leggere i classici francesi prima di dormire, e poi faccio sti sogni..... non va bene!
Che sogno però........ ero nuda nella mia vasca da bagno...... e.....
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