L'UOMO MISTERIOSO

L'UOMO MISTERIOSO

martedì 6 dicembre 2011

PROLOGO




PROLOGO

CHICAGO gennaio 1920

Eccomi, di nuovo qui seduta davanti a lui.... un'altra volta. 

Come tutte le mattine.
In questa stanza semi silenziosa..... le lenzuola chiare, il bianco candido dei muri.

Quell'odore inconfondibile che a tanti fa rabbrividire..... ma a me no! 
Sono abituata.


Da anni ormai entro ed esco da quella porta, alle volte mi ritrovo a cercare di capire perchè non riesco a provare troppa pena.
Sono fredda mi dicono, integerrima, quasi senza pietà!
Sono la caposala dopo tutto, devo farmi rispettare, anche i medici mi temono.
Questo è il mio lavoro, la mia vita...

Le uniche distrazioni? Il mio gatto e i romanzi classici ben sistemati nella libreria!


Ma da quando quest'uomo è steso in questo letto, sono io ad occuparmene ..... per meglio dire... io voglio occuparmi di lui. 


Perchè?
Bella domanda.


Nemmeno io so perchè? 
Non ho una risposta. 
Lo voglio fare e basta. 
Non voglio lasciarlo alle cure di altre mani se non alle mie, non mi fido di nessuno.


"Cuore di pietra" mi hanno soprannominata i colleghi, ma a me poco importa, problema loro non mio.


Qualcuno ha anche scommesso che sarebbe riuscito a strapparmi un invito a cena o una passeggiata ..... se non altro ...... poveri illusi!


Basta chiacchiere, basta pensieri.
Devo stare attenta a quello che sto facendo.
Il rasoio è affilato e potrei rischiare di ferire questo splendido viso
Il viso di uno sconosciuto, di un meraviglioso sconosciuto addormentato.


E' qui da una settimana  e da quando l'ho visto qualcosa dentro di me è cambiato.
Desidero proteggere questo essere inerme, bisognoso di cure, in modo diverso da altri pazienti. 
Non mi sono mai sentita così.


Il giorno che è arrivato, con una ferita alla testa, era già in coma.
Il solo vederlo mi ha turbata e molto anche!
Non so chi lui sia, non aveva documenti con sè.



La polizia di Chicago lo ha trovato riverso sul marciapiedi.
Accanto a lui una bottiglia rotta. 
Sicuramente l'oggetto con cui è stato colpito alla testa e che lo ha ridotto in questo stato. 


Ben vestito, curato, è stato derubato del portafogli e anche di altro.
La sua camicia mancava dei gemelli.


Cosa ci facesse in quel quartiere da solo (forse) e a quell'ora di notte, di questi tempi, bè questo solo lui lo sa e i suoi aggressori naturalmente! 


Penso troppo.
Devo stare attenta.
La sua pelle è delicata e si arrossa leggermente al passaggio della lama.
Cambio l'acqua del catino, questa è sporca di schiuma da barba.
Devo risciacquarlo in fretta. 
Mi alzo e prendo la salvietta calda che ho messo sul calorifero per asciugarlo.
E' nelle mie mani e credo che non riuscirò mai più a trovare qualcuno che possa risvegliare in me questo senso di adorazione.


So che si sveglierà.
Almeno lo spero con tutto il cuore. 
Vorrei poter vedere il colore dei suoi occhi.
Non ho mai visto nessuno di così affascinante. 


"Miss Isabella, Miss Isabella" 


Il Dr. Cullen mi sta chiamando.
Un uomo gentile, pieno di umanità. 


"Sì. Dr. Cullen sono qui. Buongiorno"


"Buongiorno, sempre qui, non dovrebbe lasciare queste mansioni alle infermiere? E' carino da parte sua occuparsi direttamente di questo povero ragazzo. Vediamo, la pressione e la temperatura sono sempre stabili e i suoi caratteri vitali sono buoni, direi che potrebbe anche risvegliarsi da un momento all'altro.L'ematoma e la ferita alla nuca sono quasi totalmente riassorbiti. "

Gli rivolgo un sorriso un po' tirato, non mi piace dare troppa confidenza.

Quando si sveglierà si ricorderà chi è ?
Se c'è qualcuno che lo sta aspettando?
E io cosa farò?


Sono matta, credo di esserlo! 
Una pazza egoista!
Alle volte spero che non si risvegli mai.
Per averlo sempre qui accanto a me.


Il Dr. Cullen sembra essersene accorto.
E' un bravo osservatore.


Questo pensiero è più forte di me, più della ragione.
Non va bene. 
Devo credere intensamente che si risvegli, che guarisca. 
Ho capito di essere perduta, per sempre!

Gli ho anche dato un nome. 

Anthony!







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