CAPITOLO 4.
"Dr. Cullen, cosa ne pensa?"
"E' ancora presto per rilasciare la prognosi, ma credo che il peggio sia passato"
Tolgo la flebo, alzo lo schienale del letto, gli sistemo un altro cuscino dietro la schiena e nel farlo lo guardo. Lo scruto... chissà se ricorda che l'ho baciato! Che vergogna.
Intanto lui mi fissa, negli occhi sempre, per tutto il tempo.
Cosa potrà pensare di me. Che non sto bene, che mi serve una clinica psichiatrica.
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Quando ho avvisato i miei superiori che il paziente della stanza 8 si è svegliato, tutto il piano della terapia intensiva si è animato. Oltre al Dr. Cullen è corso anche il neurologo a controllare il grado di sensibilità del suo corpo e accertarsi delle eventuali lesioni che il suo cervello potrebbe aver subito, sia durante l'aggressione, sia durante il coma.
Rosalie, una delle infermiere di turno si affacciò prima di tutti gli altri, per aiutarmi a liberarlo dai fili e dai tubi.
Anthony, ha finalmente riaperto gli occhi, guarda prima me e poi Rosalie. Poi il suo sguardo ritorna su di me. Lo vedo che si sente smarrito, sicuramente non ricorda come ha fatto ad arrivare qui. Mi scruta così intensamente da farmi arrossire, credo che se ne sia anche accorto.
Anthony non parla, ancora non parla, ma Carilsle, ehm ehm il Dr. Cullen è ottimista.
"Un passo alla volta Bella".
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No non siamo diventanti improvvisamente intimi.... e che qualche mese fa, il Dr. Cullen mi ha invitato fuori a cena...... nonostante le occhiatacce che ho ricevuto da alcune colleghe, ho deciso di accettare il suo invito. E' un uomo affascinante, buono, bravissimo nel suo lavoro, colto e gentile. Rispettoso. Non me la sono sentita di rifiutare la sua richiesta, in fondo non facevo niente di male. Ricordo che abbiamo passato una bellissima serata, ma nulla più....
Quando mi ha riaccompagnato a casa l'ho ringraziato con un tenero bacio sulla guancia e gli ho fatto capire che tra me e lui, almeno per il momento, non avrebbe potuto esserci altro che amicizia.
Lui mi ha sorriso teneramente e per tutta risposta si è inchinato in un tenero baciamano.
Sembra accontentarsi e in questi mesi ci siamo sentiti molto vicini. Da quella sera quando che rimaniamo soli ci chiamiamo per nome, semplicemente.
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Come potevo fare adesso. Ero fritta. Totalmente fritta. Ero felice e triste insieme.
Che stronza! L'uomo che amavo, l'oggetto dei miei desideri, colui che allettava i miei sogni notturni, si era risvegliato. Era lì di fronte a me e continuava a fissarmi.
Non solo non parlava, purtroppo non era nemmeno in grado di muoversi bene.
Abbiamo cercato di fargli scrivere il suo nome su di un foglio di carta, ma niente! NOn riusciva..... scuoteva la testa...... niente. Gli abbiamo portato un tabellone con le lettere, ma niente.... lui non ricordava niente. Nemmeno il suo nome. Aveva perso la memoria, almeno momentaneamente (così ha detto Carlisle). ANcora non toccava che aspettare.
E adesso cosa faccio? Ho passato la giornata scandendo il tempo, tra le scartofie e a controllare i turni e il lavoro delle infermiere. Ogni tanto mi affacciavo al vetro della sua stanza per guardarlo.
BELLISSIMO!
Era immobile. Qualche volta sembrava dormire, altre fissava il muro davanti a se..... così decisi di prendere l'iniziativa e durante la pausa pranzo decisi di chiedergli se gli faceva piacere un po' di compagnia..... sembrava contento ma al contempo triste.
Chissà se si ricordava tutte le volte che ero stata da lui e gli avevo parlato.
Per me era una cosa normale prendergli la mano, toccarlo , sfiorarlo. Oddio anche baciarlo!
Ma lui??? Non sapeva chi io fossi, non potevo comportarmi come avevo sempre fatto, alle volte dovevo trattenermi ...... soffrivo. Avrei voluto confessargli il mio amore per lui, ma come potevo!
Nemmeno per nome (quello che avevo inventato io) potevo più chiamarlo. FRUSTRAZIONE.
Anthony se ne accorgeva eccome, aveva gli occhi furbi ogni volta che io mi avvicinavo a lui per aiutarlo a bere o a mangiare.
Era stuzzicante, sembrava divertirsi. Sembrava burlarsi di me. Mi imbarazzava e lui lo sapeva.
Tutto questo glielo leggevo negli occhi naturalmente. Era chiaro. Mi sorrideva.
Finchè entrai da lui con in mano un catino di acqua tiepida, una spugna...... per lavarlo, come avevo sempre fatto. Accidenti, questa volta era diverso. ECCOME!
Perchè lui mi guardava, e aveva quello sguardo, come dire compiaciuto!?
Cercai di non pensarci, di non guardarlo nel occhi e inizia a spalmargli la schiuma da barba sul volto. A rieccoci...... cercavo, mi sforzavo di essere professionale..... ma più mi avvicinavo sentivo le mie gambe tremare. Come avrei potuto passargli un rasoio affilato sul volto, con le mani che mi tremavano. Oddio che situanzioneeeeeeeeeeee! Quasi mi odio per essermi messa in questo casino. NOn posso comportarmi così. Ho il cuore di pietra io! Non mi scompongo davanti a niente, sul mio lavoro almeno.
FINO AD OGGI! CERTO PRIMA DORMIVA..... NON REAGIVA.... NON MI GUARDAVA CON GLI OCCHI PIU' BELLI ED ESPRESSIVI CHE IO ABBIA MAI VISTO.
Feci un respiro profondo e aprii e chiusi gli occhi, per concentrarmi. Non potevo permettere che lui mi distraesse! Lo odiavo anche in questo momento. Mi aveva resa completamente succube di lui. Mi feci forza e piano piano lo sbarbai!
Lo salutai, mi congedai da lui. Con sollievo da una parte e con la morte nel cuore dell'altra.
Come potevo risolvere la situazione. Dovevo escogitare qualcosa al più presto o sarei morta di sicuro! MORTA PER IMPLOSIONE!
Torno a casa, spero che l'aria fresca mi schiarisca le idee! Salgo in casa, saluto mia madre, ci raccontiamo la giornata..... le racconto di Anthony, le dico che il nostro paziente si è finalmente svegliato...... Chiacchieriamo molto io e lei, ceniamo, ci confortiamo a vicenda. Le voglio bene.
Fino a che non giunge l'ora di andarsi a coricare. Niente letture sta sera, abbraccio il mio cuscino e chiudo gli occhi.
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